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Mancanza di querela: furto annullato dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una sentenza di condanna per furto aggravato di energia elettrica. La decisione si fonda sulla mancanza di querela da parte della persona offesa. A seguito della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), il reato, anche se aggravato dalla violenza sulle cose, è diventato procedibile a querela. Poiché la querela non è mai stata presentata, l’azione penale non poteva essere proseguita, portando a una statuizione più favorevole per l’imputata rispetto alla prescrizione.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancanza di Querela: Quando un Dettaglio Procedurale Annulla una Condanna per Furto

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 4676/2024 offre un chiaro esempio di come le riforme legislative possano avere un impatto diretto e decisivo sull’esito dei processi penali. In questo caso, la mancanza di querela a seguito delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia ha portato all’annullamento di una condanna per furto aggravato di energia elettrica, dimostrando l’importanza cruciale delle condizioni di procedibilità dell’azione penale.

I Fatti del Caso: Dal Furto di Energia all’Appello in Cassazione

Il caso ha origine da una condanna per furto aggravato di energia elettrica. L’imputata era stata giudicata colpevole sia in primo grado che in appello, con la Corte di Appello di Palermo che aveva confermato la sentenza il 15 settembre 2022. L’aggravante contestata era quella della violenza sulle cose, prevista dall’articolo 625, comma 1, n. 2 del Codice Penale.

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, articolando tre motivi principali: la prescrizione del reato, la violazione di legge riguardo alla responsabilità dell’imputata e, soprattutto, il difetto della condizione di procedibilità dell’azione penale.

Il Ruolo Decisivo della Mancanza di Querela

Il punto focale della decisione della Cassazione è stato il secondo motivo di ricorso, relativo alla procedibilità. La difesa ha evidenziato come, a seguito dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 150 del 10 ottobre 2022 (la cosiddetta “Riforma Cartabia”), il regime di procedibilità per il reato di furto sia stato modificato.

In particolare, l’articolo 624 del Codice Penale, nel suo testo attuale, stabilisce che il delitto di furto è punibile a querela della persona offesa. La procedibilità d’ufficio è mantenuta solo per specifiche e tassative ipotesi, come quelle previste dall’articolo 625 ai numeri 7 e 7-bis. L’aggravante contestata nel caso di specie, ovvero la violenza sulle cose (n. 2), non rientra più tra quelle che giustificano l’azione penale d’ufficio.

La Verifica della Cassazione

La Corte Suprema ha preso atto di questa modifica normativa, entrata in vigore il 30 dicembre 2022, e ha verificato se la parte offesa (l’ente erogatore dell’energia) avesse sporto querela. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo ha confermato che nessuna querela era stata presentata, neppure entro il termine di tre mesi previsto dalla normativa transitoria della riforma per i processi in corso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ritenuto che, in assenza della querela, l’azione penale non potesse essere proseguita. La sentenza impugnata doveva quindi essere annullata senza rinvio. È dirimente, secondo i giudici, il fatto che l’imputazione originaria e la successiva affermazione di responsabilità si fondassero esclusivamente sull’aggravante della violenza sulle cose. Non era stata contestata, né ritenuta in giudizio, alcuna altra circostanza che avrebbe potuto determinare la procedibilità d’ufficio, come ad esempio la destinazione dell’energia a un pubblico servizio.

La Cassazione ha sottolineato che questa decisione, basata su una causa di improcedibilità, è più favorevole per l’imputata rispetto alla declaratoria di estinzione del reato per prescrizione, come stabilito da consolidata giurisprudenza. L’annullamento per mancanza di querela cancella la condanna in radice, poiché l’azione penale non avrebbe dovuto essere proseguita.

Le Conclusioni: L’Impatto Pratico della Riforma

La sentenza in esame evidenzia con forza le conseguenze pratiche della Riforma Cartabia, che ha esteso il regime della procedibilità a querela a numerosi reati contro il patrimonio. La decisione riafferma un principio fondamentale: le condizioni di procedibilità sono un presupposto essenziale del processo penale. La loro assenza, anche se sopravvenuta per effetto di una nuova legge, impone l’immediata cessazione del procedimento. Questo caso serve da monito sull’importanza di verificare sempre, anche nei giudizi pendenti, la sussistenza di tutte le condizioni richieste dalla legge per poter proseguire l’azione penale, pena l’annullamento della sentenza.

Perché è stata annullata la condanna per furto di energia elettrica?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), il reato di furto aggravato da violenza sulle cose è diventato procedibile solo a querela di parte. Nel caso specifico, la società erogatrice dell’energia non ha mai sporto querela, rendendo l’azione penale improcedibile.

Quale impatto ha avuto la Riforma Cartabia in questo caso?
La Riforma Cartabia ha modificato il regime di procedibilità del furto, rendendolo punibile a querela anche in presenza di alcune aggravanti che prima comportavano la procedibilità d’ufficio. Questa modifica legislativa, applicata al processo in corso, ha determinato la mancanza di una condizione essenziale per poter proseguire l’azione penale.

Perché l’annullamento per mancanza di querela è più favorevole della prescrizione?
L’annullamento senza rinvio per un difetto di procedibilità, come la mancanza di querela, è una decisione che accerta l’impossibilità di proseguire il processo sin dall’origine. È considerata più favorevole perché non si limita a dichiarare estinto il reato per il tempo trascorso (prescrizione), ma stabilisce che l’azione penale stessa non doveva essere proseguita, portando a una cancellazione definitiva della sentenza di condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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