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Mancanza di querela: furto aggravato improcedibile

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato a causa della mancanza di querela della persona offesa. A seguito della Riforma Cartabia, il reato non è più procedibile d’ufficio e la denuncia presentata dalla vittima non conteneva la necessaria istanza di punizione. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per la rideterminazione della pena relativa agli altri reati contestati.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancanza di querela: la Cassazione annulla la condanna per furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’impatto della Riforma Cartabia sulla procedibilità di alcuni reati, in particolare il furto. La decisione evidenzia come la mancanza di querela possa portare all’annullamento di una condanna, anche per fatti commessi prima della riforma. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere la distinzione tra denuncia e querela e le conseguenze procedurali che ne derivano.

I Fatti di Causa

Due individui venivano condannati in primo e secondo grado per una serie di furti. Uno degli episodi più gravi, utilizzato come reato base per il calcolo della pena in continuazione, riguardava l’impossessamento di attrezzatura da lavoro e materiale edile da un’abitazione in costruzione. Gli autori si erano introdotti nell’edificio di notte, dopo aver praticato un foro nel muro.

Il percorso giudiziario è stato complesso: dopo una prima pronuncia della Cassazione che aveva riqualificato il reato, la Corte d’Appello aveva ricalcolato la pena. Contro questa nuova decisione, la difesa ha presentato un ulteriore ricorso in Cassazione, sollevando un punto decisivo: la procedibilità dell’azione penale.

La Riforma Cartabia e la Mancanza di Querela

Il fulcro del ricorso e della successiva decisione della Corte risiede nelle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 150 del 2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia). Questa normativa ha modificato l’articolo 624 del codice penale, rendendo il delitto di furto, anche se aggravato ai sensi dell’art. 625 c.p., punibile a querela della persona offesa. In precedenza, la presenza di aggravanti rendeva il reato procedibile d’ufficio.

Nel caso specifico, la persona offesa aveva sporto una ‘denuncia’ l’8 novembre 2014. La difesa ha sostenuto che questo atto non contenesse una formale istanza di punizione, elemento essenziale che distingue la semplice denuncia dalla querela. La mancanza di querela, secondo i ricorrenti, rendeva l’azione penale improcedibile.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Analizzando l’atto originario, i giudici hanno confermato che si trattava di una denuncia e non di una querela. Dall’intestazione e dal contenuto non emergeva alcuna volontà della persona offesa di chiedere la punizione dei colpevoli. Sebbene il termine ‘querela’ comparisse nella parte finale del verbale, era stato utilizzato dal Carabiniere solo per informare la vittima dei suoi diritti, non per formalizzare una sua richiesta.

Poiché la Riforma Cartabia si applica retroattivamente ai procedimenti in corso, la procedibilità del reato doveva essere valutata secondo le nuove regole. Essendo mancata la querela e essendo ormai decorso il termine per presentarla (stabilito dall’art. 124 c.p.), l’azione penale non poteva più essere proseguita per quel capo di imputazione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente al reato di furto contestato al capo 11), dichiarando l’improcedibilità per mancanza di querela. Questa decisione comporta la cancellazione della condanna per l’episodio più grave.

Il caso è stato rinviato a un’altra sezione della Corte d’Appello di Cagliari, che avrà il compito di rideterminare la pena complessiva per gli imputati sulla base dei soli reati residui per i quali la condanna è diventata definitiva. Questa sentenza dimostra in modo netto come le riforme procedurali possano avere effetti concreti e risolutivi sui processi, sottolineando l’importanza cruciale della corretta formalizzazione degli atti da parte della persona offesa.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per il furto?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della Riforma Cartabia, il reato di furto aggravato è diventato procedibile solo a querela. Nel caso di specie, la persona offesa aveva sporto una semplice denuncia, senza la necessaria richiesta di punizione, rendendo l’azione penale improcedibile.

Qual è la differenza tra la denuncia e la querela in questo procedimento?
La denuncia presentata dalla vittima era una mera segnalazione del fatto alle forze dell’ordine. La querela, che invece mancava, è un atto che deve contenere la specifica manifestazione di volontà della persona offesa di perseguire penalmente i responsabili del reato.

Cosa succede ora agli imputati?
La condanna relativa al reato di furto contestato al capo 11) è stata cancellata definitivamente. Il processo è stato rinviato alla Corte d’Appello, che dovrà ricalcolare la pena finale basandosi esclusivamente sugli altri reati per i quali erano stati condannati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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