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Mancanza di querela: annullata condanna per furto

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato di un’autovettura a causa della mancanza di querela. La sentenza chiarisce che, dopo la Riforma Cartabia, la dicitura generica ‘denuncio ad ogni effetto di legge’ non è sufficiente a manifestare la volontà di punire il colpevole, specialmente quando possono sussistere interessi meramente risarcitori o assicurativi. La Corte ha stabilito che, in assenza di una chiara volontà punitiva, il reato non è procedibile, determinando l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancanza di Querela: la Cassazione Annulla Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13295/2025) ha riaffermato un principio cruciale nel diritto processuale penale, evidenziando le conseguenze della mancanza di querela per i reati di furto a seguito della Riforma Cartabia. La Corte ha annullato senza rinvio una condanna per furto aggravato di un’autovettura, poiché l’atto di denuncia della persona offesa non conteneva una chiara ed inequivocabile volontà di punire il colpevole.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per furto aggravato di un’autovettura, confermata sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte d’Appello. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la nullità della sentenza per violazione di legge.

Il motivo di ricorso risultato decisivo riguardava proprio la procedibilità dell’azione penale. La difesa sosteneva che l’atto presentato dalla persona offesa, qualificato come ‘denuncia’, non potesse essere considerato una valida querela. In particolare, la formula generica ‘denuncio ad ogni effetto di legge’ sarebbe stata inserita a meri fini assicurativi e non per manifestare una volontà punitiva.

La Riforma Cartabia e la Procedibilità per il Reato di Furto

Il fulcro della decisione della Cassazione risiede nell’impatto della Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022) sul regime di procedibilità del reato di furto. Questa riforma ha reso il delitto di cui all’art. 624 c.p. punibile, di regola, a querela della persona offesa, salvo la presenza di specifiche aggravanti che non ricorrevano nel caso di specie.

La Corte ha sottolineato che questa novità normativa si applica anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore, se il procedimento è ancora in corso. Di conseguenza, era necessario verificare la sussistenza di un valido atto di querela per poter procedere contro l’imputato.

L’Interpretazione della Volontà Punitiva

La giurisprudenza ha costantemente affermato che la volontà di punire non richiede formule sacramentali e può essere desunta implicitamente dal contesto (principio del favor querelae). Ad esempio, la costituzione di parte civile nel processo è considerata una manifestazione inequivocabile di tale volontà.

Nel caso in esame, tuttavia, la persona offesa non si era costituita parte civile. L’unico atto disponibile era la ‘denuncia’ contenente la frase ‘ad ogni effetto di legge’.

Le Motivazioni della Cassazione: la Mancanza di Querela come Vizio Insanabile

La Suprema Corte ha ritenuto fondata la censura della difesa. Discostandosi da un precedente orientamento, ha specificato che, in un contesto come quello del furto, che ha diretti risvolti patrimoniali, la dicitura generica ‘ad ogni effetto di legge’ è ambigua. Essa, infatti, può essere interpretata come finalizzata unicamente a tutelare interessi economici, quali il risarcimento del danno o l’attivazione della copertura assicurativa, piuttosto che a sollecitare la punizione penale del responsabile.

La natura patrimoniale del reato e la sua ricaduta su beni economici giustificano la conclusione che tale formula, in assenza di altri elementi, non sia sufficiente a integrare una manifestazione specifica della volontà di punizione. Poiché dall’atto di denuncia e dagli atti successivi non emergevano altri indicatori idonei a confermare tale volontà, la Corte ha dovuto escludere la ricorrenza di un atto con valore querelatorio.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio. La decisione è stata motivata dal difetto della condizione di procedibilità, ovvero la mancanza di querela. Il reato, per effetto delle modifiche normative, non era più procedibile d’ufficio e, in assenza di una valida querela, l’azione penale non poteva proseguire. Questa sentenza rappresenta un’importante guida interpretativa sull’applicazione della Riforma Cartabia e sottolinea la necessità, per le persone offese, di manifestare in modo chiaro la propria volontà di ottenere la punizione del colpevole, specialmente per reati con implicazioni patrimoniali.

Perché la condanna per furto è stata annullata?
La condanna è stata annullata perché, a seguito della Riforma Cartabia, il reato di furto è diventato procedibile a querela e nel caso specifico mancava un valido atto di querela da parte della persona offesa, rendendo il reato non procedibile.

La frase ‘denuncio ad ogni effetto di legge’ è sufficiente per una querela?
Secondo questa sentenza, nel contesto di un reato come il furto con risvolti patrimoniali, questa frase generica non è sufficiente. Può essere interpretata come finalizzata a scopi assicurativi o risarcitori, e non esprime in modo inequivocabile la volontà di punire penalmente l’autore del reato.

La Riforma Cartabia si applica anche a reati commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì, le norme che modificano il regime di procedibilità, come quella che ha reso il furto punibile a querela, si applicano retroattivamente anche ai processi in corso per fatti commessi prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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