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Mancanza di motivazione: Cassazione annulla decreto

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto della Corte d’Appello per mancanza di motivazione. La corte inferiore non si era pronunciata sulla richiesta di revoca della cauzione in una misura di prevenzione, un’omissione che integra una violazione di legge. La Suprema Corte ha quindi disposto l’annullamento con rinvio della decisione, limitatamente al punto non motivato.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancanza di Motivazione: Quando il Silenzio del Giudice Viola la Legge

L’obbligo di motivare i provvedimenti è un pilastro del nostro sistema giudiziario, garanzia di trasparenza e di controllo sulle decisioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 47293/2024, ribadisce con forza questo principio, chiarendo che la totale mancanza di motivazione su uno specifico punto del ricorso non è una semplice svista, ma una vera e propria violazione di legge che comporta l’annullamento della decisione.

I Fatti del Caso: Dalla Sorveglianza Speciale al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da un decreto del Tribunale che applicava a un soggetto la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di un anno, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. La misura era stata motivata dalla ritenuta pericolosità sociale della persona, basata su una serie di condotte (rissa, violenza, minaccia) avvenute tra il 2018 e il 2022. La Corte di Appello confermava tale decisione. L’interessato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso in Cassazione lamentando, tra le altre cose, un vizio specifico: la Corte d’Appello aveva completamente omesso di pronunciarsi sulla richiesta di revoca della cauzione, un punto sollevato con il secondo motivo di appello.

La Decisione della Cassazione: la Mancanza di Motivazione è Violazione di Legge

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Il fulcro della decisione risiede nella qualificazione giuridica del silenzio serbato dalla Corte territoriale. I giudici di legittimità hanno chiarito che, sebbene l’appello contenesse una doglianza specifica sulla revoca della cauzione, il provvedimento impugnato non conteneva alcuna argomentazione in merito.

Il Principio di Appellabilità Estesa nelle Misure di Prevenzione

La Corte ha innanzitutto richiamato un importante principio, consolidato dalle Sezioni Unite, secondo cui l’elenco dei provvedimenti impugnabili in tema di misure di prevenzione non è tassativo. Anche il provvedimento che impone la cauzione, previsto dall’art. 31 del d.lgs. 159/2011, è appellabile. Questo perché le norme sull’impugnazione devono essere interpretate in modo estensivo per proteggere posizioni giuridiche costituzionalmente garantite.

L’Omessa Pronuncia sulla Cauzione come Vizio Radicale

A fronte di una doglianza specifica, la Corte d’Appello aveva l’obbligo di rispondere. Non facendolo, ha generato una mancanza di motivazione che la Cassazione ha definito “grafica” e “radicale”. Tale omissione, secondo la Corte, non costituisce una mera illogicità, ma una violazione di legge, in quanto contravviene all’obbligo processuale di motivare i provvedimenti, sancito dall’art. 125, comma 3, del codice di procedura penale.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando come l’omissione totale di motivazione su un punto specifico del gravame si traduca in una violazione diretta di una norma processuale. Anche se il vizio di motivazione è tipicamente associato alla lettera e) dell’art. 606 c.p.p. (illogicità manifesta), la sua assenza totale o la sua natura meramente apparente lo riconducono alla violazione di legge di cui alla lettera c) dello stesso articolo. Il giudice ha il dovere di esaminare e rispondere a tutte le questioni sollevate dalle parti. Il suo silenzio su una di esse rende il provvedimento invalido in quella parte, poiché privo di uno dei suoi requisiti essenziali.

Conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio fondamentale: ogni domanda posta al giudice merita una risposta motivata. La decisione della Cassazione di annullare il decreto limitatamente al punto non trattato e di rinviare la causa alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio sulla cauzione è una lezione di rigore processuale. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò significa che il diritto di difesa si esplica anche nell’ottenere una risposta chiara e argomentata su ogni singolo punto di contestazione. Un provvedimento che ignora una richiesta difensiva è un provvedimento viziato alla radice, non per ciò che dice, ma per ciò che omette di dire.

È possibile impugnare un provvedimento che impone una cauzione nell’ambito di una misura di prevenzione?
Sì, la sentenza conferma che il provvedimento impositivo della cauzione è impugnabile dinanzi alla Corte di Appello, in base a un’interpretazione estensiva delle norme sulle impugnazioni che tutela le posizioni giuridiche garantite.

Cosa accade se un giudice d’appello omette di motivare su uno specifico motivo di ricorso?
L’omissione totale della motivazione su un punto specifico dell’impugnazione costituisce una violazione di legge. Tale vizio comporta l’annullamento del provvedimento, limitatamente alla parte non motivata, con rinvio a un nuovo giudice per l’esame della questione omessa.

La mancanza di motivazione è considerata un’illogicità del provvedimento o una violazione di legge?
Secondo la Corte, una mancanza di motivazione totale o meramente apparente, pur essendo formalmente inclusa tra i vizi di cui all’art. 606, lett. e), c.p.p., assume la consistenza di una violazione di legge (lett. c), poiché viola l’obbligo processuale di motivare i provvedimenti imposto dall’art. 125, comma 3, c.p.p.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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