LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mancanza di motivazione: annullato sequestro preventivo

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo per un presunto abuso edilizio a causa di una totale mancanza di motivazione da parte del Tribunale del riesame. Il provvedimento non spiegava perché il permesso di costruire per un cambio di destinazione d’uso fosse ritenuto illegittimo, violando il principio per cui ogni limitazione della proprietà deve essere fondata su ragioni chiare e specifiche.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancanza di Motivazione: La Cassazione Annulla un Sequestro Preventivo

Un provvedimento che limita un diritto fondamentale come la proprietà, quale il sequestro preventivo, deve essere sorretto da una motivazione solida, chiara e giuridicamente fondata. Quando ciò non avviene, si verifica una mancanza di motivazione che ne determina l’illegittimità. È questo il principio cardine affermato dalla Corte di Cassazione in una recente sentenza, con cui ha annullato un’ordinanza di sequestro relativa a un presunto abuso edilizio.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nola. L’indagato, proprietario di un immobile, era accusato del reato previsto dall’art. 44 del Testo Unico dell’Edilizia (d.P.R. 380/2001). Inizialmente, il fabbricato era stato edificato come manufatto agricolo. Successivamente, il proprietario aveva ottenuto dal Comune un permesso di costruire per un mutamento di destinazione d’uso, da agricolo a deposito e esercizio commerciale.

Il Tribunale del riesame di Napoli, investito della questione, aveva confermato il sequestro. La decisione si basava sulla presunta illegittimità del permesso di costruire rilasciato dal Comune, ritenendo che tale cambio d’uso non fosse consentito dalla legge. L’indagato, tramite i suoi difensori, ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando l’erronea applicazione della legge e, soprattutto, la carenza assoluta di motivazione dell’ordinanza.

La Decisione della Corte e la Rilevanza della Mancanza di Motivazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. Il punto cruciale della decisione risiede proprio nella totale mancanza di motivazione del provvedimento del Tribunale del riesame. I giudici di legittimità hanno evidenziato come il ricorso per cassazione in materia di misure cautelari reali sia ammesso solo per violazione di legge, categoria che include anche l’assenza totale o la mera apparenza della motivazione.

Nel caso di specie, il Tribunale si era limitato ad affermare che il permesso di costruire era “illegittimo” perché autorizzava un cambio di destinazione d’uso “non consentito dalla legge”, richiamando genericamente una nota della Polizia Municipale e il verbale di sequestro. Tuttavia, non aveva specificato quali norme sarebbero state violate né le ragioni concrete che rendevano illegittimo quel titolo abilitativo, che di per sé appariva formalmente valido.

Il Principio del Fumus Boni Iuris

Il sequestro preventivo si fonda sul cosiddetto fumus boni iuris, ovvero sulla parvenza della sussistenza di un reato. È compito del giudice del riesame verificare la solidità di tale presupposto. In questa vicenda, l’intera accusa si basava sull’illegittimità del permesso di costruire. Pertanto, il Tribunale avrebbe dovuto spiegare in modo analitico perché quel permesso, rilasciato da una pubblica amministrazione, dovesse essere disapplicato. Limitarsi a un generico rinvio ad atti esterni, senza esplicitarne il contenuto e le ragioni giuridiche della decisione, equivale a non motivare affatto.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha stabilito che la motivazione dell’ordinanza impugnata era “assente” o, al più, “meramente apparente”. Il Tribunale non ha svolto alcuna analisi giuridica autonoma, limitandosi a fare proprie le conclusioni della Polizia Municipale senza però articolarle in un discorso giustificativo. Non è stato chiarito perché il passaggio da “abitazione agricola” a “deposito ed esercizio commerciale” non fosse consentito. Questa omissione rende il provvedimento nullo, poiché non permette di comprendere l’iter logico-giuridico seguito dal giudice per confermare una misura così incisiva come il sequestro.

La Cassazione ha ribadito che il giudice ha il dovere di esplicitare le ragioni della propria decisione, soprattutto quando essa incide su atti amministrativi formalmente validi. L’onere motivazionale non può essere assolto con formule generiche o con il semplice richiamo a documenti di cui non si specifica il contenuto rilevante ai fini della decisione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza un principio fondamentale dello Stato di diritto: ogni provvedimento giurisdizionale, specialmente se restrittivo dei diritti dei cittadini, deve essere adeguatamente motivato. La decisione insegna che non è sufficiente per un giudice affermare l’esistenza di un’illegittimità, ma è necessario spiegarne dettagliatamente le ragioni in fatto e in diritto. Per gli operatori del settore edilizio e per i cittadini, ciò rappresenta una garanzia contro decisioni arbitrarie o superficiali. Un sequestro non può basarsi su mere supposizioni o sul rinvio acritico a rapporti di polizia, ma deve fondarsi su una valutazione concreta, autonoma e trasparente da parte del magistrato.

Può un giudice confermare un sequestro basandosi solo su una nota della Polizia Municipale?
No. Secondo la sentenza, il giudice deve motivare autonomamente e in modo specifico le ragioni dell’illegittimità di un atto, come un permesso di costruire. Non può limitarsi a richiamare atti di altri organi (come una nota della Polizia Municipale) senza esplicitarne il contenuto e la rilevanza giuridica.

Cosa significa ‘mancanza di motivazione’ in un’ordinanza di riesame?
Significa che il provvedimento è nullo perché il giudice non ha spiegato in modo chiaro, logico e giuridicamente argomentato le ragioni su cui si fonda il fumus del reato. Una motivazione è considerata ‘assente’ o ‘apparente’ quando si limita a formule generiche o al rinvio a documenti esterni senza un’analisi propria.

Qual è la conseguenza di un’ordinanza di riesame priva di motivazione sul fumus del reato?
La conseguenza diretta è l’annullamento dell’ordinanza da parte della Corte di Cassazione. Il procedimento viene quindi rinviato al Tribunale del riesame, il quale dovrà emettere una nuova decisione, questa volta fornendo una motivazione completa e adeguata che rispetti i principi di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati