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Malversazione: reato anche prima della scadenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’amministratrice di società contro un sequestro per malversazione di fondi europei. La Corte ha stabilito che il reato di malversazione si configura nel momento in cui i fondi vengono distratti dalla loro finalità pubblica, rendendone impossibile l’uso previsto, anche se il termine per la conclusione del progetto non è ancora scaduto. La semplice deviazione dei fondi per scopi estranei è sufficiente a integrare il delitto.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Malversazione e Fondi Pubblici: Il Reato si Configura Anche Prima della Scadenza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12767/2025, ha ribadito un principio cruciale in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione. Il caso in esame riguarda il delitto di malversazione e chiarisce un aspetto fondamentale: quando si può considerare commesso il reato? La risposta della Corte è netta: non è necessario attendere la scadenza finale del progetto finanziato; il reato si perfeziona nel momento in cui i fondi vengono distratti in modo da rendere impossibile il raggiungimento dello scopo pubblico per cui erano stati erogati.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari nei confronti della legale rappresentante di una società a responsabilità limitata. L’accusa era quella di malversazione ai danni dello Stato, ai sensi dell’art. 316-bis del codice penale.

La società aveva ricevuto un cospicuo finanziamento, cofinanziato con risorse del PNRR, destinato specificamente all’acquisto di macchinari tecnologici. Tuttavia, secondo le indagini, una parte significativa della somma (oltre 77.000 euro) era stata distolta e utilizzata per finalità completamente estranee al progetto finanziato, come il pagamento di servizi alberghieri, l’acquisto di macchinari non conformi e arredi mai effettivamente consegnati.

Il Tribunale del riesame aveva confermato il sequestro, ritenendo sussistenti sia il fumus commissi delicti (la parvenza del reato) sia il periculum in mora (il pericolo nel ritardo), data la gestione finanziaria disinvolta della società e il rischio concreto di ulteriore dispersione del patrimonio.

La Tesi Difensiva e il Ricorso in Cassazione

La difesa dell’indagata ha presentato ricorso in Cassazione, basando la propria argomentazione su due punti principali:

1. Il termine per la realizzazione del progetto finanziato non era ancora scaduto, quindi non si poteva ancora parlare di un inadempimento definitivo.
2. La deviazione dei fondi non aveva frustrato in modo irreversibile l’interesse pubblico, rendendo impossibile la destinazione finale del finanziamento.

In sostanza, si sosteneva che fino alla scadenza finale ci fosse ancora la possibilità di rimediare e portare a termine il progetto come previsto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato e cogliendo l’occasione per consolidare un importante orientamento giurisprudenziale sulla malversazione.

I giudici hanno chiarito che il delitto previsto dall’art. 316-bis c.p. si perfeziona non solo alla scadenza del termine previsto per l’impiego dei fondi, ma anche in un momento antecedente. Ciò avviene quando la condotta dell’agente rende di fatto impossibile la destinazione del finanziamento allo scopo pubblico per il quale era stato concesso.

Nel caso specifico, l’aver distolto una somma dal conto corrente dedicato per pagare fatture non ammissibili e non rendicontate costituisce una violazione del vincolo di destinazione. Tale condotta, secondo la Corte, frustra in modo significativo e potenzialmente irreversibile la tutela predisposta dalla norma. Il fatto che il denaro sia stato prelevato dal conto corrente societario anziché da quello strettamente dedicato è stato giudicato irrilevante, in quanto non cambia la sostanza dell’illecita destinazione dei fondi.

La Corte ha inoltre sottolineato che il ricorso si limitava a riproporre questioni di fatto già adeguatamente valutate e risolte dal Tribunale del riesame, senza sollevare reali violazioni di legge, unico motivo per cui è ammesso il ricorso in Cassazione in materia di misure cautelari reali.

Le Conclusioni

Questa sentenza invia un messaggio chiaro a chiunque gestisca fondi pubblici: il vincolo di destinazione è immediatamente operativo e va rispettato con rigore sin dal momento dell’erogazione. Non è possibile utilizzare i fondi per scopi diversi, nemmeno temporaneamente, con l’idea di poter “sistemare” la situazione prima della scadenza. La malversazione si configura nel momento stesso in cui la finalità pubblica viene tradita da una distrazione delle risorse, perché è in quel preciso istante che l’interesse protetto dalla norma viene leso. La decisione rafforza gli strumenti di tutela preventiva, come il sequestro, per bloccare immediatamente gli effetti di condotte illecite e proteggere le risorse della collettività.

Quando si perfeziona il reato di malversazione secondo la Cassazione?
Il reato si perfeziona non solo alla scadenza del termine previsto per l’utilizzo dei fondi, ma anche in qualsiasi momento precedente in cui la condotta dell’agente renda di fatto impossibile destinare i fondi allo scopo pubblico per cui sono stati erogati.

È necessario attendere la scadenza del progetto per contestare la malversazione?
No. La Corte ha chiarito che il reato è integrato anche prima della scadenza se si verifica una violazione dei vincoli che causa una frustrazione irreversibile della finalità pubblica del finanziamento.

Il prelievo di fondi da un conto corrente diverso da quello dedicato al finanziamento esclude il reato?
No, secondo la Corte questo argomento è inconferente. Ciò che rileva è che i fondi, destinati a uno scopo specifico, siano stati illecitamente utilizzati per altre finalità, indipendentemente dal conto bancario da cui sono stati materialmente prelevati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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