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Malversazione e Riciclaggio: La Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso contro un sequestro preventivo per riciclaggio. La sentenza chiarisce che il reato presupposto di malversazione si perfeziona con la distrazione dei fondi, non alla scadenza del termine per la loro destinazione. Le questioni sulla proporzionalità del sequestro, secondo la Corte, vanno sollevate in fase esecutiva e non in sede di riesame.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Malversazione e Riciclaggio: Quando si consuma il reato presupposto?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un caso complesso che intreccia i reati di malversazione e riciclaggio, offrendo importanti chiarimenti sul momento consumativo del reato presupposto e sui limiti del riesame delle misure cautelari reali. La decisione si concentra sulla legittimità di un sequestro preventivo disposto per riciclaggio, il cui profitto derivava da una presunta distrazione di fondi pubblici.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un’indagine su un ingente finanziamento, assistito da garanzia pubblica, concesso a una società per la realizzazione di un progetto di interesse collettivo. L’amministratore della società, figlio della ricorrente, avrebbe distratto i fondi ricevuti per scopi personali, trasferendone una parte cospicua alla madre. Quest’ultima, a sua volta, avrebbe utilizzato tale somma per l’acquisto di un immobile, integrando così, secondo l’accusa, il reato di riciclaggio.

La difesa aveva impugnato il sequestro preventivo sui beni della donna, sollevando tre questioni principali:
1. Insussistenza del reato presupposto: La difesa sosteneva che non si potesse configurare la malversazione, poiché i fondi provenivano da un istituto bancario privato e non direttamente dallo Stato.
2. Mancata consumazione: Anche ammettendo il reato, al momento delle operazioni di riciclaggio, il termine per la realizzazione del progetto finanziato non era ancora scaduto. Pertanto, il reato di malversazione non poteva considerarsi consumato.
3. Sproporzione del sequestro: Il valore dei beni sequestrati (un immobile, conti correnti e un’autovettura) era ritenuto eccessivo rispetto al profitto del presunto reato.

L’analisi della Corte sul reato di malversazione

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso, fornendo una motivazione dettagliata su ogni punto. Sul tema della natura dei fondi, i giudici hanno ribadito l’orientamento maggioritario secondo cui, anche se erogate da un soggetto privato, le somme con un vincolo di destinazione pubblico e assistite da garanzia statale rientrano nell’ambito del reato di malversazione (art. 316-bis c.p.). L’intervento pubblico, anche solo come garanzia, crea quel vincolo di destinazione la cui violazione integra il reato.

Le Motivazioni della Decisione

Il punto cruciale della sentenza riguarda la distinzione tra perfezionamento e consumazione del reato. La Corte ha chiarito che il delitto di malversazione si perfeziona nel momento stesso in cui i fondi vengono distratti dalla loro finalità pubblica, rendendo impossibile o altamente improbabile la realizzazione del progetto. La consumazione, invece, coincide con la scadenza del termine finale previsto per l’adempimento.

Per l’applicazione di una misura cautelare come il sequestro preventivo, è sufficiente il fumus commissi delicti, ovvero la probabile esistenza del reato. Poiché la distrazione dei fondi (perfezionamento del reato) era già avvenuta, il reato presupposto di malversazione era sufficientemente configurato per giustificare il sequestro per il successivo reato di riciclaggio.

Infine, riguardo alla presunta sproporzione del vincolo, la Cassazione ha precisato che tale doglianza non può essere sollevata in sede di riesame. Il riesame ha il compito di valutare la legittimità originaria del provvedimento di sequestro (l’an e il quantum astratto). Le contestazioni relative al valore effettivo dei beni sequestrati e alla loro specifica individuazione attengono alla fase esecutiva e devono essere rivolte al Pubblico Ministero, con un’eventuale istanza di riduzione o restituzione parziale.

Conclusioni

La sentenza consolida principi fondamentali in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione e misure cautelari. In primo luogo, conferma una visione ampia del reato di malversazione, estesa anche ai finanziamenti di origine privata ma con finalità e garanzia pubblica. In secondo luogo, traccia una linea netta tra il momento in cui un reato è sufficientemente delineato per giustificare misure preventive (perfezionamento) e la sua completa consumazione. Infine, ribadisce la corretta sede processuale per contestare l’eccessività del sequestro, indirizzando gli interessati verso la fase esecutiva anziché quella del riesame.

Quando si considera commesso il reato di malversazione se c’è una scadenza per l’uso dei fondi?
Secondo la Corte, il reato si perfeziona nel momento in cui i fondi vengono distratti dalla loro finalità pubblica, anche prima della scadenza del termine. La consumazione formale avviene alla scadenza, ma il perfezionamento è sufficiente per configurare il reato presupposto per altre accuse, come il riciclaggio.

I fondi garantiti dallo Stato ma erogati da una banca privata possono essere oggetto di malversazione?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la presenza di una garanzia statale e di un vincolo di destinazione a finalità pubbliche è sufficiente per configurare il reato di malversazione, anche se il denaro è materialmente erogato da un istituto di credito privato.

Come si può contestare un sequestro preventivo ritenuto eccessivo nel suo valore?
Le questioni relative alla proporzionalità tra il valore dei beni sequestrati e il profitto del reato non vanno sollevate in sede di riesame. La procedura corretta, come indicato dalla Corte, è presentare una richiesta di riduzione o restituzione parziale al Pubblico Ministero durante la fase esecutiva della misura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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