LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Lucro di speciale tenuità: no se le cessioni sono plurime

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di lieve entità. La richiesta di applicare l’attenuante del lucro di speciale tenuità è stata respinta perché, nonostante la qualificazione del reato come lieve, le cessioni erano ripetute e coinvolgevano più dosi, un quadro incompatibile con un danno patrimoniale di minima entità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lucro di Speciale Tenuità: Quando Non Si Applica allo Spaccio

La recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5155/2024) offre un importante chiarimento sulla concessione dell’attenuante del lucro di speciale tenuità nei reati di spaccio di stupefacenti, anche quando questi siano già qualificati come di ‘lieve entità’. La Suprema Corte ha stabilito che la sistematicità e la quantità delle cessioni possono escludere il riconoscimento di tale beneficio, delineando confini precisi per la sua applicabilità. Questo principio è fondamentale per comprendere come i giudici valutino la reale portata offensiva di un’attività illecita.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una decisione della Corte di Appello di Napoli, che aveva rideterminato la pena per un individuo accusato di spaccio di stupefacenti (reato previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti). La difesa dell’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione, basandosi su un unico motivo: la mancata concessione della circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4, del codice penale.

Secondo la tesi difensiva, il valore ricavato da ogni singola cessione era modestissimo, e la Corte di Appello avrebbe erroneamente confuso il valore del singolo episodio con quello complessivo di tutte le cessioni avvenute in continuazione tra loro. La difesa sosteneva che la sentenza impugnata non avesse analizzato il valore di ogni singola vendita, ma si fosse limitata a menzionare genericamente la cessione di ‘sei dosi’ per occasione, senza una valutazione specifica del profitto.

La Questione Giuridica e il Lucro di Speciale Tenuità

Il fulcro della questione legale è la distinzione e la compatibilità tra due concetti:
1. La fattispecie di lieve entità (art. 73, comma 5, T.U. Stupefacenti): una qualificazione autonoma del reato di spaccio che prevede una pena inferiore quando i mezzi, la modalità, le circostanze dell’azione e la qualità e quantità delle sostanze sono tali da renderlo meno grave.
2. L’attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62, n. 4, cod. pen.): una circostanza attenuante comune, applicabile a vari reati, quando il danno patrimoniale causato o il profitto conseguito sono di entità particolarmente esigua.

Le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 24990/2020) hanno già chiarito che le due norme sono compatibili. Tuttavia, la compatibilità teorica non implica un’applicazione automatica. Spetta al giudice di merito valutare, caso per caso, se sussistano i presupposti concreti per riconoscere l’attenuante, anche nell’ambito di un reato già considerato ‘lieve’.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo generico e volto a ottenere una rivalutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità. Secondo gli Ermellini, la motivazione della Corte di Appello era adeguata e logicamente coerente.

I giudici di merito avevano correttamente evidenziato che ogni singola cessione riguardava ‘almeno sei dosi’ di sostanza stupefacente. Questa circostanza, di per sé, è sufficiente a escludere che il lucro derivante da ciascun episodio possa essere considerato di ‘speciale tenuità’. La Corte ha sottolineato che la valutazione non può essere frammentata e limitata al valore di una singola dose, ma deve considerare la natura complessiva dell’operazione di spaccio, che in questo caso dimostrava una certa sistematicità.

Inoltre, la Cassazione ribadisce che il riconoscimento dell’attenuante del lucro di speciale tenuità deve basarsi su una valutazione concreta dei presupposti. La ripetitività delle cessioni è un fattore che, coerentemente, può portare il giudice a escludere il beneficio, poiché indica un’attività illecita non meramente occasionale e un’offensività complessiva che mal si concilia con la ‘speciale tenuità’ richiesta dalla norma.

Conclusioni

La sentenza in commento consolida un principio importante: sebbene il reato di spaccio di lieve entità e l’attenuante del lucro di speciale tenuità siano teoricamente compatibili, l’applicazione di quest’ultima non è scontata. Il giudice deve condurre un’analisi approfondita delle circostanze concrete del fatto. La pluralità delle cessioni e la quantità di dosi vendute in ogni occasione sono elementi determinanti che possono legittimamente portare all’esclusione dell’attenuante, poiché indicano un’attività criminale strutturata e un profitto complessivo non irrilevante. La decisione della Cassazione riafferma quindi la discrezionalità motivata del giudice di merito nel valutare la reale portata del danno e del profitto derivanti dal reato.

L’attenuante per ‘lucro di speciale tenuità’ è sempre applicabile se lo spaccio è qualificato come ‘di lieve entità’?
No, non è automatica. Sebbene le due norme siano compatibili, il giudice deve valutare caso per caso se sussistono i presupposti concreti per l’attenuante. La decisione si basa su una valutazione di merito dei fatti specifici.

Come viene valutato il ‘lucro di speciale tenuità’ in caso di cessioni ripetute di droga?
Il giudice non considera solo il valore della singola dose o della singola cessione, ma valuta il contesto complessivo. La ripetitività delle vendite e la quantità di dosi cedute per ogni episodio (in questo caso, almeno sei) sono elementi che possono portare a escludere la speciale tenuità del profitto.

Per quale motivo il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché generico e perché chiedeva alla Corte di Cassazione una rivalutazione dei fatti, compito che spetta ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello fosse adeguata e priva di vizi logici o giuridici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati