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Lucro di speciale tenuità e lieve entità: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per un reato di lieve entità in materia di stupefacenti. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di non concedere l’attenuante del lucro di speciale tenuità, ritenendo che il profitto derivante dalla vendita di cocaina, considerate le dosi e il prezzo di mercato, non potesse essere qualificato come ‘tenue’, pur rientrando il fatto nella fattispecie meno grave.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lucro di Speciale Tenuità: Quando il Profitto non è Abbastanza ‘Lieve’?

L’ordinanza n. 8402/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sul rapporto tra il reato di spaccio di ‘lieve entità’ e l’attenuante del lucro di speciale tenuità. Anche se un’azione è considerata complessivamente meno grave, ciò non significa automaticamente che il profitto derivante sia sufficientemente esiguo da giustificare un ulteriore sconto di pena. Vediamo nel dettaglio la decisione degli Ermellini.

Il Fatto: Un Ricorso per il Riconoscimento di un Lieve Guadagno

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti (d.P.R. 309/1990), ossia la cosiddetta ‘lieve entità’. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione lamentando un unico punto: la mancata applicazione da parte della Corte d’Appello dell’attenuante comune prevista dall’art. 62, n. 4, del codice penale, relativa all’aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale o, come in questo caso, all’aver ottenuto un profitto di particolare tenuità.

La tesi difensiva sosteneva che, essendo il fatto già qualificato come di lieve entità, anche il profitto dovesse essere considerato tale, giustificando così la concessione dell’attenuante.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di lucro di speciale tenuità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La decisione si fonda su un’attenta distinzione tra la valutazione complessiva del reato e la specifica analisi del profitto economico.

Compatibilità di Principio tra Lieve Entità e Lucro Tenue

In primo luogo, la Cassazione ha ribadito un principio già consolidato dalle Sezioni Unite (sentenza n. 24990/2020): in linea teorica, l’attenuante del lucro di speciale tenuità è perfettamente compatibile con la fattispecie di spaccio di lieve entità. Le due nozioni operano su piani diversi: la ‘lieve entità’ del reato riguarda una valutazione globale del fatto (mezzi, modalità, quantità e qualità delle sostanze), mentre la ‘tenuità del lucro’ si concentra esclusivamente sull’aspetto patrimoniale del vantaggio conseguito.

La Valutazione Concreta del Giudice di Merito

Nonostante la compatibilità teorica, la Corte ha sottolineato che la valutazione sulla sussistenza o meno di un lucro ‘tenue’ spetta al giudice di merito e si basa su elementi concreti. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente escluso l’attenuante con una motivazione logica e non palesemente infondata. I giudici di secondo grado avevano infatti considerato il prezzo di mercato di una singola dose di cocaina e l’aspettativa di ricavo totale per l’imputato, concludendo che, data la natura della sostanza e il numero di dosi, il guadagno non poteva essere definito ‘tenue’.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha chiarito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. La valutazione della Corte d’Appello è stata ritenuta ‘congrua’ e, pertanto, non sindacabile in sede di legittimità. In sostanza, un’offesa può essere lieve ai sensi dell’art. 73, comma 5, ma generare comunque un profitto che, per il suo valore assoluto, supera la soglia della ‘speciale tenuità’ richiesta dall’art. 62, n. 4 c.p.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un importante principio pratico: la qualificazione di un reato in materia di stupefacenti come di ‘lieve entità’ non comporta l’automatica applicazione di ulteriori attenuanti legate all’aspetto economico. I giudici sono tenuti a svolgere un’analisi distinta e concreta del potenziale guadagno. Fattori come il tipo di droga (sostanze considerate ‘pesanti’ come la cocaina hanno un prezzo di mercato più elevato) e la quantità, anche se non sufficienti a far scattare l’ipotesi di reato più grave, possono essere decisivi per escludere che il lucro sia di ‘speciale tenuità’. Per la difesa, ciò significa che per ottenere tale attenuante è necessario fornire prove specifiche che dimostrino l’esiguità del vantaggio patrimoniale, al di là della qualificazione generale del reato.

L’attenuante del lucro di speciale tenuità è compatibile con il reato di spaccio di lieve entità?
Sì, la Corte di Cassazione, richiamando una precedente sentenza delle Sezioni Unite (n. 24990/2020), conferma che l’attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62, n. 4, c.p.) è in linea di principio compatibile con la fattispecie di lieve entità (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90).

Perché in questo caso specifico l’attenuante non è stata riconosciuta?
Non è stata riconosciuta perché, secondo la valutazione del giudice di merito confermata dalla Cassazione, il profitto non poteva considerarsi ‘tenue’. Questa valutazione si è basata su elementi concreti come il prezzo di mercato della singola dose di cocaina, il numero di dosi e l’aspettativa di ricavo complessiva dell’imputato.

Quali criteri usa il giudice per decidere se un lucro è di ‘speciale tenuità’?
Il giudice valuta concretamente l’entità del profitto in base a fattori come la tipologia della sostanza stupefacente, il numero di dosi detenute o cedute, il prezzo di mercato della droga e il guadagno che l’imputato avrebbe potuto ragionevolmente ottenere dalla sua attività illecita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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