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Lottizzazione abusiva: confisca anche senza condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati contro la confisca di un’area oggetto di lottizzazione abusiva, nonostante la prescrizione del reato. La decisione si fonda sulla carenza di interesse degli imputati, non proprietari dell’area, e ribadisce che il reato di lottizzazione abusiva ha natura progressiva, con la prescrizione che decorre dall’ultimo intervento illecito che modifica l’assetto del territorio.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lottizzazione Abusiva: Confisca Legittima Anche con Reato Prescritto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di reati urbanistici: la lottizzazione abusiva. Il caso in esame chiarisce due principi fondamentali: la possibilità di confermare la confisca di un’area anche quando il reato è dichiarato prescritto e la necessità di un interesse concreto e attuale per poter impugnare tale provvedimento. La pronuncia sottolinea come la trasformazione illecita del territorio sia un reato a carattere progressivo, il cui momento consumativo si sposta in avanti con ogni nuovo intervento abusivo.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda i legali rappresentanti di un’associazione culturale che gestivano un’area situata in una zona protetta. Su tale terreno, di proprietà di una società terza estranea al procedimento, erano state realizzate nel tempo diverse opere abusive, tra cui strutture per la ristorazione e un’area sosta per camper, trasformando di fatto l’assetto urbanistico del territorio in violazione delle normative vigenti.

Il Tribunale di primo grado aveva condannato gli imputati per il reato di lottizzazione abusiva e altri illeciti connessi, disponendo la confisca del terreno e delle opere. Successivamente, la Corte d’Appello, pur dichiarando i reati estinti per intervenuta prescrizione, aveva confermato la confisca. Gli imputati hanno quindi proposto ricorso per cassazione, contestando la legittimità della confisca e sostenendo che la prescrizione avrebbe dovuto maturare prima, basandosi sulla data delle opere più risalenti.

La Natura Progressiva della Lottizzazione Abusiva

Uno degli snodi centrali della decisione della Cassazione riguarda la natura del reato di lottizzazione abusiva. La Corte ribadisce un orientamento consolidato: si tratta di un reato a forma libera e a carattere progressivo. Questo significa che la condotta illecita non si esaurisce con il primo atto di trasformazione del territorio, ma si perpetua e si aggrava con ogni successivo intervento che consolida o estende l’offesa al bene giuridico protetto, ovvero la corretta pianificazione urbanistica.

Nel caso specifico, gli ultimi interventi contestati, realizzati tra il 2015 e il 2016 (opere di scavo, adeguamento dell’impianto elettrico e installazione di un gruppo elettrogeno), sono stati considerati dalla Corte come parte integrante della condotta lottizzatoria. Questi lavori, sebbene potessero apparire minori, erano funzionali a rendere più redditizio lo sfruttamento imprenditoriale dell’area abusiva, perpetuando così l’offesa. Di conseguenza, il termine di prescrizione del reato è stato fatto decorrere dalla data di compimento di questi ultimi atti, rendendo legittima la decisione della Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili per due ragioni principali.

In primo luogo, ha rilevato una carenza di legittimazione ad agire da parte degli imputati. Essi, infatti, non erano i proprietari dell’area confiscata, ma semplici gestori tramite un’associazione. Secondo la Corte, per impugnare un provvedimento è necessario avere un interesse concreto e attuale, ovvero dimostrare che l’annullamento della decisione porterebbe un vantaggio giuridico diretto all’impugnante. Non essendo proprietari, gli imputati non potevano vantare un interesse qualificato a contestare una sanzione patrimoniale che ricadeva su un soggetto terzo.

In secondo luogo, la Corte ha rigettato nel merito le censure relative alla prescrizione e al principio del ne bis in idem (divieto di essere processati due volte per lo stesso fatto). Come già spiegato, la natura progressiva del reato di lottizzazione abusiva ha spostato in avanti il momento consumativo. Inoltre, i precedenti procedimenti penali a carico degli imputati riguardavano specifici abusi edilizi e non il reato, più complesso e unitario, di lottizzazione, che consiste nella pianificazione e realizzazione di una trasformazione urbanistica complessiva. Pertanto, non vi era identità tra i fatti già giudicati e quelli oggetto del presente procedimento.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante conferma di alcuni principi cardine in materia di reati urbanistici. In sintesi:

1. La confisca urbanistica può essere disposta anche in caso di prescrizione del reato, a condizione che l’esistenza della lottizzazione abusiva sia stata accertata in giudizio.
2. Il reato di lottizzazione abusiva ha natura permanente e progressiva: ogni nuovo intervento che altera l’assetto del territorio sposta in avanti il momento di cessazione della condotta e, di conseguenza, il termine di decorrenza della prescrizione.
3. L’impugnazione contro un provvedimento di confisca è ammissibile solo se l’imputato può dimostrare un interesse giuridico concreto e attuale, che di norma coincide con la titolarità del bene, a meno che non si provi un diverso pregiudizio diretto e personale.

È possibile confiscare un terreno per lottizzazione abusiva se il reato è prescritto?
Sì, la confisca del terreno e delle opere abusivamente costruite può essere confermata anche se il reato di lottizzazione abusiva è dichiarato estinto per prescrizione, a condizione che l’esistenza del reato sia stata accertata nei gradi di merito.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di lottizzazione abusiva?
La prescrizione inizia a decorrere dal compimento dell’ultimo atto integrante la condotta illecita. Essendo un reato a carattere progressivo, anche interventi successivi alla prima trasformazione, se funzionali a consolidare o rendere più redditizio lo sfruttamento abusivo, spostano in avanti il momento consumativo del reato.

Chi può impugnare un provvedimento di confisca per lottizzazione abusiva?
Può impugnare il provvedimento di confisca chi ha un interesse concreto ed attuale, ossia chi subirebbe un pregiudizio diretto dalla sanzione. Generalmente questo interesse appartiene al proprietario del bene. Un imputato non proprietario, come nel caso di specie, non ha titolo per impugnare se non dimostra un diverso interesse giuridicamente rilevante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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