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Lottizzazione abusiva: confisca anche con reato prescritto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni proprietari condannati per lottizzazione abusiva. Nonostante il reato fosse stato dichiarato prescritto, la Corte ha confermato la confisca degli immobili e delle opere realizzate. La decisione si fonda sul principio che la confisca urbanistica può essere disposta se la sussistenza del reato, nei suoi profili oggettivi e soggettivi, è stata accertata prima del decorso del termine di prescrizione. Nel caso specifico, la lottizzazione abusiva era stata provata in modo definitivo prima che scattasse la prescrizione, rendendo legittima la misura ablativa.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lottizzazione abusiva: la confisca resiste anche alla prescrizione del reato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di reati urbanistici: la lottizzazione abusiva, anche se estinta per prescrizione, non salva gli immobili dalla confisca. Questa decisione chiarisce i complessi rapporti tra l’estinzione del reato e l’applicazione delle sanzioni amministrative, fornendo una guida preziosa per comprendere i limiti e le conseguenze delle violazioni edilizie.

I Fatti: La Trasformazione di un Terreno Agricolo in Complesso Residenziale

Il caso ha origine dalla trasformazione di un vasto terreno agricolo, situato a Palermo e destinato a “verde storico e parco urbano”, in un vero e proprio insediamento residenziale. Attraverso una serie di frazionamenti e atti di compravendita, diversi acquirenti avevano realizzato sei ville unifamiliari e bifamiliari, complete di opere di urbanizzazione primaria come strade di accesso, impianto citofonico e reti per le utenze.

I giudici di primo e secondo grado avevano dichiarato il reato di lottizzazione abusiva estinto per prescrizione, ma avevano contemporaneamente ordinato la confisca degli immobili e dei terreni. Gli imputati hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo, tra le altre cose, l’impossibilità di disporre la confisca una volta che il reato fosse stato dichiarato prescritto.

La Decisione della Corte d’Appello e i Motivi del Ricorso

La Corte d’Appello aveva confermato la decisione del Tribunale, rigettando le impugnazioni degli imputati. I ricorrenti, nelle loro difese, avevano contestato diversi punti. Alcuni sostenevano che la prescrizione fosse maturata addirittura prima dell’esercizio dell’azione penale, invalidando l’intero processo. Altri hanno messo in discussione l’elemento soggettivo del reato, affermando di non essere consapevoli di partecipare a un’operazione illecita di più ampia portata. L’argomento centrale e trasversale a tutti i ricorsi era, tuttavia, l’illegittimità della confisca disposta in assenza di una condanna, a causa dell’intervenuta prescrizione.

Lottizzazione abusiva e confisca: l’analisi della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato tutti i ricorsi inammissibili, confermando integralmente la sentenza impugnata. I giudici hanno basato la loro decisione sul consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sentenza “Perroni” n. 13539/2020). Secondo tale principio, la confisca prevista dall’art. 44 del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) può essere disposta anche in caso di prescrizione, ma a una condizione fondamentale: che la sussistenza del reato di lottizzazione abusiva, in tutti i suoi elementi oggettivi e soggettivi, sia stata accertata prima della maturazione del termine di prescrizione.

In altre parole, il processo non può proseguire al solo fine di accertare il fatto per poter poi applicare la confisca. È necessario che, alla data in cui il reato si prescrive, il giudice disponga già di prove sufficienti e complete per affermare la responsabilità penale degli imputati. La prescrizione, infatti, blocca la possibilità di ulteriori accertamenti.

Il momento consumativo del reato di lottizzazione abusiva

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda l’individuazione del momento in cui il reato cessa e, di conseguenza, inizia a decorrere la prescrizione. Trattandosi di un reato a carattere permanente e progressivo, la sua consumazione non si esaurisce con i primi atti di frazionamento, ma continua con ogni successiva opera di edificazione o urbanizzazione. Il termine di prescrizione, quindi, decorre solo dal compimento dell’ultimo atto illecito, che può essere la fine della costruzione dell’ultimo manufatto o il sequestro del cantiere. Questo termine è unico per tutti i concorrenti nel reato, indipendentemente dal momento della loro specifica partecipazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha ritenuto che, nel caso di specie, la condizione richiesta dalle Sezioni Unite fosse pienamente soddisfatta. L’accertamento del reato di lottizzazione abusiva, sia per quanto riguarda la trasformazione materiale del territorio sia per la consapevolezza degli imputati, era stato completato prima che scadesse il termine di prescrizione. I giudici di merito avevano ampiamente dimostrato che gli acquirenti non potevano non essere consapevoli della natura illecita dell’operazione, dato il contesto palese di edificazione su un’area agricola vincolata e l’esecuzione di opere comuni a servizio di tutti i lotti.

La Cassazione ha inoltre ribadito che la confisca urbanistica ha natura di sanzione amministrativa, sebbene irrogata dal giudice penale. Il suo scopo non è punire la persona, ma ripristinare l’ordine urbanistico violato, restituendo il bene alla collettività. Per questo motivo, la sua applicazione può prescindere da una sentenza formale di condanna, a patto che la responsabilità per l’illecito sia stata accertata in modo inequivocabile in un giudizio che garantisca il pieno contraddittorio.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza. Chi partecipa a una lottizzazione abusiva non può sperare di salvarsi dalla confisca semplicemente grazie al decorso del tempo. Se la prova della sua responsabilità viene acquisita durante il processo e prima della prescrizione, la perdita dell’immobile diventa una conseguenza inevitabile. Questa decisione rappresenta un forte deterrente contro le speculazioni edilizie illegali, riaffermando la prevalenza dell’interesse pubblico alla corretta pianificazione del territorio sulla proprietà privata frutto di un reato.

È possibile disporre la confisca di un immobile per lottizzazione abusiva se il reato è già prescritto?
Sì, è possibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che la confisca urbanistica può essere ordinata anche se il reato è estinto per prescrizione, a condizione che la sussistenza dell’illecito, nei suoi elementi oggettivi (la trasformazione del territorio) e soggettivi (la colpa o il dolo), sia stata pienamente accertata prima del decorso del termine di prescrizione.

Quando si considera consumato il reato di lottizzazione abusiva, specialmente in caso di più concorrenti?
Il reato di lottizzazione abusiva è un reato permanente. La sua consumazione non cessa con i primi atti illeciti (es. frazionamento), ma prosegue con tutte le attività successive di edificazione e urbanizzazione. Il termine di prescrizione inizia a decorrere solo dal compimento dell’ultimo atto illecito (es. l’ultimazione dell’ultimo edificio o il sequestro del cantiere). Questo termine è unico e valido per tutti coloro che hanno partecipato al reato, a prescindere dal momento in cui hanno tenuto la loro singola condotta.

Cosa deve accertare il giudice per poter ordinare la confisca urbanistica dopo la prescrizione del reato?
Il giudice deve verificare due aspetti fondamentali. Primo, deve calcolare con precisione la data in cui il reato si è prescritto. Secondo, deve verificare che, a quella data, fossero già state acquisite nel processo prove necessarie e sufficienti per ritenere accertato il reato in ogni sua componente, sia oggettiva che soggettiva. Il processo non può proseguire dopo la prescrizione al solo fine di trovare queste prove.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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