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Lottizzazione abusiva: confisca anche con reato prescritto

La Corte di Cassazione ha confermato la confisca di un vasto terreno oggetto di lottizzazione abusiva, nonostante il reato fosse stato dichiarato prescritto. Due imprenditori avevano trasformato un’area agricola di 112.000 mq in un complesso turistico-alberghiero. La Suprema Corte ha stabilito che la confisca urbanistica è una misura sanzionatoria che prescinde da una condanna formale, a condizione che la responsabilità per il fatto illecito sia stata accertata in un processo che ha garantito il pieno contraddittorio tra le parti.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lottizzazione abusiva: la confisca non si ferma davanti alla prescrizione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di abusi edilizi: la lottizzazione abusiva comporta la confisca dei terreni anche se il reato è dichiarato estinto per prescrizione. Questa decisione chiarisce che la tutela del territorio e dell’ordinato sviluppo urbanistico prevale, a determinate condizioni, sulla sopravvenuta estinzione del reato.

Il Caso: Dalla Zona Agricola al Complesso Turistico

La vicenda riguarda due imprenditori condannati in primo grado per aver realizzato una vasta trasformazione urbanistica su un’area di circa 112.000 metri quadrati, originariamente destinata a uso agricolo dal piano regolatore. Su questo terreno, avevano costruito un imponente complesso edilizio composto da un fabbricato principale per ristorazione e ricevimenti, residenze turistico-alberghiere e altre opere accessorie.

Questa operazione aveva di fatto mutato la destinazione d’uso dell’intera area, trasformandola da agricola a turistico-alberghiera, con un evidente impatto sul carico urbanistico e in violazione delle norme vigenti. La Corte d’Appello, pur dichiarando i reati prescritti, aveva confermato la confisca dei terreni e di parte delle opere realizzate, decisione contro cui gli imputati hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi di ricorso, confermando la legittimità della confisca. Gli ermellini hanno affrontato e chiarito diversi punti di diritto cruciali.

Prescrizione e Confisca per lottizzazione abusiva: un binomio possibile

Il cuore della sentenza risiede nella relazione tra prescrizione e confisca. I ricorrenti sostenevano che, essendo il reato prescritto, non si potesse procedere alla confisca. La Cassazione ha smontato questa tesi, affermando un principio ormai consolidato: la confisca urbanistica prevista dall’art. 44 del Testo Unico dell’Edilizia (d.P.R. 380/2001) non richiede una sentenza di condanna formale.

È sufficiente che il fatto della lottizzazione abusiva sia stato accertato in ogni suo elemento, sia oggettivo (le opere realizzate) che soggettivo (la consapevolezza degli autori), nel corso di un giudizio che abbia garantito il pieno e corretto contraddittorio tra le parti. Una volta avvenuto tale accertamento, la successiva declaratoria di prescrizione non impedisce l’applicazione della misura sanzionatoria, che ha lo scopo di ripristinare l’ordine urbanistico violato.

La Proporzionalità della Confisca

Un altro punto sollevato dalla difesa riguardava la presunta sproporzionalità della confisca, anche alla luce di un piano di demolizione parziale concordato con la Procura. La Corte ha respinto anche questa argomentazione. Richiamando la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), ha sottolineato che la confisca è legittima e proporzionata quando l’intervento edilizio ha causato uno “stravolgimento completo” della destinazione urbanistica.

Nel caso di specie, la trasformazione da zona agricola a complesso turistico è stata talmente radicale da giustificare la confisca dell’intera area interessata. La demolizione solo parziale delle opere è stata ritenuta insufficiente a ripristinare lo stato originario dei luoghi e, quindi, a rendere superflua la confisca.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda sulla natura della lottizzazione abusiva, che non è un semplice abuso edilizio, ma un’attività che compromette le scelte di pianificazione territoriale dell’autorità pubblica. Gli imputati non si sono limitati a costruire senza permesso, ma hanno creato un nuovo assetto territoriale, con viabilità, recinzioni, impianti e una pluralità di edifici, configurando un nuovo insediamento urbano incompatibile con la vocazione agricola dell’area. La Corte ha specificato che anche un’attività di ristorazione, se non è a completamento di un’attività agricola principale (in questo caso assente), contribuisce a snaturare il territorio. Infine, la Corte ha chiarito che eventuali sanatorie o permessi successivi su singole opere non possono legittimare l’intera operazione di lottizzazione, la cui conformità va valutata rispetto agli strumenti urbanistici generali.

Le Conclusioni

Questa sentenza invia un messaggio chiaro: la lotta alla lottizzazione abusiva si combatte anche con strumenti che superano le dinamiche processuali della prescrizione. La confisca urbanistica si conferma come un presidio essenziale per la tutela del paesaggio e del governo del territorio. Chi realizza trasformazioni urbanistiche illecite non può sperare di salvare la proprietà dei beni solo grazie al decorso del tempo, se la sua responsabilità è stata accertata in un giusto processo. La tutela dell’interesse pubblico a un ordinato sviluppo urbanistico è un valore che l’ordinamento protegge con fermezza, anche a costo di incidere sul diritto di proprietà quando questo viene esercitato in palese violazione della legge.

È possibile disporre la confisca di un terreno oggetto di lottizzazione abusiva se il reato è prescritto?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la confisca urbanistica può essere disposta anche in presenza di una causa di estinzione del reato come la prescrizione. La condizione è che il fatto illecito, nelle sue componenti oggettive e soggettive, sia stato accertato nel corso di un giudizio che abbia assicurato il pieno contraddittorio tra le parti, anche senza una sentenza di condanna formale.

La demolizione parziale delle opere abusive è sufficiente a evitare la confisca?
No, secondo la sentenza, solo l’effettiva ed integrale eliminazione di tutte le opere eseguite in attuazione dell’intento lottizzatorio e il ripristino completo dello stato preesistente dei luoghi possono rendere la confisca una misura sproporzionata. Un ripristino solo parziale, come nel caso esaminato, non è sufficiente a evitare la sanzione.

Quando un intervento edilizio in zona agricola si trasforma da semplice abuso a lottizzazione abusiva?
Un intervento si qualifica come lottizzazione abusiva quando non si tratta di singoli abusi edilizi, ma di un insieme di opere che, per le loro caratteristiche, comportano una trasformazione urbanistica ed edilizia dei terreni secondo un disegno unitario. Ciò avviene quando si crea una nuova maglia di tessuto urbano (con strade, servizi, pluralità di edifici) che modifica la destinazione d’uso dell’area (in questo caso, da agricola a turistico-alberghiera), pregiudicando le scelte di pianificazione pubblica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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