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Lottizzazione abusiva: confisca anche con prescrizione

La Corte di Cassazione conferma la confisca di terreni e manufatti derivanti da una lottizzazione abusiva, nonostante la prescrizione del reato. La sentenza chiarisce la netta distinzione tra il grave reato di lottizzazione, che stravolge l’assetto urbanistico, e il semplice abuso edilizio. Vengono dichiarati inammissibili i ricorsi degli imputati, basati su una rivalutazione dei fatti, e quello dell’erede di un imputato deceduto, per difetto di legittimazione ad agire.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lottizzazione abusiva: la Cassazione conferma la confisca anche con reato prescritto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di reati urbanistici: la lottizzazione abusiva è un illecito grave, le cui conseguenze patrimoniali, come la confisca, possono sopravvivere anche alla prescrizione del reato stesso. Questo caso offre spunti cruciali sulla differenza tra singolo abuso edilizio e una vera e propria trasformazione illegittima del territorio, nonché su importanti aspetti procedurali come il principio del ne bis in idem e la legittimazione a impugnare la sentenza.

I Fatti del Caso: La Nascita di un Borgo Abusivo

Il caso ha origine da una complessa operazione edilizia su un terreno agricolo di notevole valore paesaggistico e sottoposto a molteplici vincoli (archeologico, ambientale, parco nazionale). Su quest’area, di proprietà comunale, diversi soggetti avevano realizzato una pluralità di manufatti, recintandoli e creando di fatto 14 lotti distinti, serviti da una strada in corso di realizzazione.

I giudici di merito avevano qualificato questa attività come un’unica, grande operazione di lottizzazione abusiva realizzata in concorso tra più persone. Nonostante il reato fosse stato dichiarato estinto per prescrizione, sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano disposto la confisca dei beni, condannando gli imputati al pagamento delle spese processuali. Contro questa decisione, gli imputati hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi presentati. La Corte ha confermato integralmente l’impianto delle sentenze precedenti, ritenendo le censure degli imputati mere rivalutazioni dei fatti, non ammissibili in sede di legittimità, e manifestamente infondate sotto il profilo giuridico. Di conseguenza, la confisca dei terreni e degli immobili abusivi è diventata definitiva.

Le Motivazioni: Analisi della Lottizzazione Abusiva e dei Principi Giuridici

La decisione della Suprema Corte si fonda su argomentazioni precise che toccano diversi aspetti del diritto penale e processuale. Esaminiamole nel dettaglio.

Lottizzazione abusiva vs. Singolo Abuso Edilizio

Il punto centrale della difesa era sostenere che i fatti contestati costituissero singoli e distinti abusi edilizi, non un’operazione unitaria di lottizzazione abusiva. La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo la differenza sostanziale tra le due fattispecie. Mentre l’abuso edilizio riguarda la singola costruzione non autorizzata, la lottizzazione abusiva si configura quando si realizza una trasformazione urbanistica o edilizia del territorio tale da incidere in modo rilevante sull’assetto della zona. La creazione ex novo di 14 lotti, con la sistemazione di materiali e la predisposizione di opere di urbanizzazione, integra pienamente questo reato più grave, poiché sottrae alla pubblica amministrazione le scelte di pianificazione territoriale.

L’Elemento Soggettivo e il Concorso di Persone

Gli imputati lamentavano la mancanza di prova di un accordo preventivo finalizzato a commettere il reato. La Corte ha ricordato che per integrare il reato di lottizzazione non è necessario un patto formale. È sufficiente che le condotte dei vari soggetti, anche se eterogenee, convergano verso un’operazione unitaria che modifica l’assetto del territorio. La prova del concorso di persone, in questi casi, deriva dall’evidenza stessa dell’evento, ossia dall’effetto complessivo prodotto dalle singole azioni. Inoltre, la Corte ha sottolineato che questo reato può essere integrato anche a titolo di sola colpa.

Il Principio del Ne Bis in Idem

Alcuni ricorrenti avevano invocato il principio del ne bis in idem (divieto di un secondo processo per lo stesso fatto), poiché esistevano precedenti procedimenti penali per abusi edilizi sui singoli manufatti. La Cassazione ha ritenuto l’eccezione infondata, spiegando che i reati sono diversi. I procedimenti precedenti riguardavano l’abuso edilizio (art. 44, lett. b, D.P.R. 380/2001), mentre il procedimento attuale concerneva il reato, distinto e più grave, di lottizzazione (art. 44, lett. c), che punisce la trasformazione complessiva e illegittima del territorio.

La Posizione dell’Erede e la Mancanza di Legittimazione

Un aspetto processuale interessante riguarda il ricorso presentato dalla vedova di uno degli imputati, deceduto nel corso del procedimento. La Corte lo ha dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione ad agire. Il diritto di impugnare una sentenza penale è strettamente personale dell’imputato e non si trasmette agli eredi. La responsabilità penale è personale e si estingue con la morte del reo. L’erede, in quanto soggetto terzo, non ha titolo per proseguire il giudizio penale, potendo, al massimo, agire in altre sedi per contestare, ad esempio, il provvedimento di confisca attraverso un incidente di esecuzione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia della Cassazione consolida alcuni principi di estrema importanza:

1. La confisca resiste alla prescrizione: La confisca urbanistica non è una pena accessoria, ma una sanzione amministrativa con finalità ripristinatoria. Pertanto, una volta accertata la sussistenza del reato di lottizzazione in un processo che ha garantito il contraddittorio, la confisca può e deve essere disposta anche se il reato si è prescritto.
2. Attenzione alla visione d’insieme: Chi realizza opere edili in un contesto di trasformazione territoriale, anche senza un accordo esplicito con altri, rischia di essere ritenuto responsabile in concorso per il più grave reato di lottizzazione abusiva.
3. L’impugnazione penale è personalissima: Gli eredi di un imputato non possono subentrare nella sua posizione processuale per impugnare una sentenza penale, confermando la natura strettamente personale della responsabilità e del processo penale.

È possibile confiscare un terreno oggetto di lottizzazione abusiva se il reato è prescritto?
Sì. La Corte di Cassazione ribadisce che la confisca può essere disposta anche in presenza di una causa estintiva del reato come la prescrizione, a condizione che la sussistenza del fatto illecito, sotto il profilo oggettivo e soggettivo, sia stata già accertata in un giudizio che ha assicurato il pieno contraddittorio tra le parti.

Qual è la differenza tra un singolo abuso edilizio e una lottizzazione abusiva?
Un singolo abuso edilizio riguarda la costruzione di un manufatto senza permesso. La lottizzazione abusiva, invece, è un reato più grave che consiste in una illegittima trasformazione urbanistica o edilizia del territorio, tale da incidere in modo rilevante sull’assetto della zona, sottraendo le scelte di pianificazione agli organi competenti. Nel caso di specie, la creazione di 14 lotti ha determinato questa trasformazione.

L’erede di un imputato deceduto può impugnare la sentenza di condanna?
No. Secondo la Corte, il diritto di impugnazione in ambito penale spetta soltanto al soggetto a cui la legge espressamente lo conferisce, ovvero l’imputato. Tale diritto è strettamente personale e non si trasmette agli eredi dopo la morte del reo, i quali non hanno legittimazione ad agire nel processo penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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