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Lottizzazione abusiva: confisca anche con prescrizione

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di alcuni cittadini contro la confisca dei loro terreni per il reato di lottizzazione abusiva. Anche se il reato era stato dichiarato prescritto, la Corte ha confermato che la confisca è legittima quando la sussistenza del fatto-reato, nei suoi elementi oggettivi e soggettivi, è stata accertata in un giudizio che ha garantito il pieno contraddittorio. La decisione si è basata su prove documentali ritenute sufficienti a dimostrare l’illegittima trasformazione urbanistica del fondo agricolo.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lottizzazione abusiva: la confisca del terreno è valida anche se il reato è prescritto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di reati urbanistici: la lottizzazione abusiva può portare alla confisca dei terreni e dei manufatti anche quando il reato è estinto per prescrizione. La decisione sottolinea che, per procedere con la confisca, è sufficiente che la responsabilità penale sia stata accertata in modo inequivocabile durante il processo, nel rispetto del diritto di difesa.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla contestazione del reato di lottizzazione abusiva a carico di diversi soggetti. Secondo l’accusa, questi avrebbero partecipato alla suddivisione illegale di un vasto fondo agricolo, in violazione degli strumenti urbanistici. L’operazione sarebbe avvenuta tramite il frazionamento e la vendita di quote pro indiviso del terreno, seguita dalla realizzazione di opere abusive come manufatti residenziali, recinzioni, strade di accesso e allacci alle reti di servizi. Gli acquirenti dei singoli lotti avrebbero così contribuito alla trasformazione illegale del territorio.

Il Tribunale di primo grado aveva dichiarato l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione, ma aveva comunque disposto la confisca del terreno e dei manufatti. La Corte d’Appello aveva confermato tale decisione. Gli imputati hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, l’incompletezza dell’istruttoria dibattimentale e la violazione del loro diritto di difesa, sostenendo che la colpevolezza non era stata provata adeguatamente.

Le Motivazioni della Cassazione sulla lottizzazione abusiva

La Corte di Cassazione ha respinto tutti i ricorsi, ritenendoli infondati. I giudici hanno chiarito alcuni punti cruciali:

La confisca non richiede una condanna formale

Richiamando un principio consolidato delle Sezioni Unite, la Corte ha affermato che la confisca per lottizzazione abusiva è una misura con finalità ripristinatorie e sanzionatorie, e può essere disposta anche in assenza di una condanna formale, come nel caso di prescrizione del reato. La condizione essenziale è che la sussistenza del fatto-reato, sia nei suoi aspetti oggettivi (la trasformazione materiale e giuridica del terreno) che soggettivi (la colpevolezza, anche solo a titolo di colpa), sia stata accertata in un giudizio che abbia assicurato il pieno contraddittorio e la partecipazione degli interessati.

L’incompletezza dell’istruttoria non è un ostacolo

I ricorrenti sostenevano che il processo non si era completato, poiché non erano state assunte tutte le prove a discarico ammesse, come le testimonianze. La Cassazione ha replicato che l’incompletezza dell’istruttoria non è, di per sé, un ostacolo. Il giudice può legittimamente decidere sulla base degli atti già acquisiti se li ritiene sufficienti a formare il proprio convincimento al di là di ogni ragionevole dubbio. In questo caso, le prove documentali (atti notarili, certificati urbanistici, accatastamenti) sono state giudicate così chiare e concludenti da rendere superflua l’assunzione di ulteriori prove.

La prova della colpevolezza nella lottizzazione abusiva

Per quanto riguarda l’elemento soggettivo, la Corte ha specificato che per il reato di lottizzazione abusiva è sufficiente la colpa, non essendo necessario il dolo. Gli acquirenti non potevano essere considerati terzi in buona fede. La consapevolezza di acquistare una quota pro indiviso di un terreno agricolo non edificabile, come specificato negli stessi atti di compravendita, e di partecipare a un’operazione che portava alla creazione di lotti di fatto autonomi con opere residenziali, era sufficiente a dimostrare la loro responsabilità. Gli elementi come la realizzazione di strade, recinzioni e allacci alle utenze confermavano in modo inequivocabile la destinazione abitativa dell’area, in palese contrasto con la sua vocazione agricola.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso in materia di tutela del territorio. Il messaggio è chiaro: chi partecipa a un’operazione di lottizzazione abusiva rischia di perdere la proprietà del bene, anche se riesce a beneficiare della prescrizione. La confisca urbanistica si conferma uno strumento potente per ripristinare la legalità violata, che prescinde dall’esito formale del processo penale, a condizione che la colpevolezza sia stata accertata in modo sostanziale e nel rispetto delle garanzie difensive. Questa decisione rappresenta un forte deterrente contro le speculazioni edilizie illegali, riaffermando la prevalenza dell’interesse pubblico alla corretta pianificazione urbanistica.

È possibile confiscare un terreno per lottizzazione abusiva se il reato è stato dichiarato prescritto?
Sì, la confisca può essere disposta anche in caso di prescrizione, a condizione che la sussistenza del fatto-reato, sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo, sia stata accertata in un giudizio che abbia garantito il pieno contraddittorio e il diritto di difesa degli interessati.

L’incompletezza dell’istruttoria processuale, come la mancata audizione di testimoni, impedisce la confisca?
No, non necessariamente. Il giudice può decidere sulla base delle prove già acquisite se le ritiene sufficienti a dimostrare la responsabilità al di là di ogni ragionevole dubbio, potendo revocare per superfluità le prove non ancora assunte.

Cosa è sufficiente per dimostrare la colpevolezza dell’acquirente in un reato di lottizzazione abusiva?
Per la configurabilità del reato è sufficiente la colpa. La consapevolezza di acquistare una quota pro indiviso di un terreno agricolo non edificabile, attestata nell’atto notarile, e la successiva partecipazione alla trasformazione di fatto del terreno a scopo abitativo, sono elementi sufficienti a integrare la responsabilità dell’acquirente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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