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Lottizzazione abusiva: acquisto e sequestro immobile

La Cassazione rigetta i ricorsi di acquirenti di immobili derivanti da una lottizzazione abusiva, confermando il sequestro preventivo. La Corte ha stabilito che, nonostante l’acquisto tramite notaio, gli acquirenti non possono essere considerati in buona fede a causa di evidenti profili di colpa. Gli atti stessi indicavano la natura turistica del complesso, incompatibile con la vendita di singole unità residenziali, elemento che avrebbe dovuto insospettire un acquirente diligente. Il sequestro è legittimo per impedire l’aggravio del carico urbanistico.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lottizzazione Abusiva: Quando la Buona Fede non Basta a Salvare l’Acquisto

L’acquisto di una casa è uno dei passi più importanti nella vita di una persona, ma cosa succede se l’immobile dei sogni si rivela parte di una lottizzazione abusiva? Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale (n. 31818/2024) offre importanti chiarimenti sul destino degli acquirenti e sulla nozione di ‘buona fede’, dimostrando come essa non sia uno scudo automatico contro il sequestro.

I Fatti del Caso: da Complesso Turistico a Condominio Residenziale

La vicenda riguarda numerosi acquirenti di unità immobiliari situate in un complesso originariamente autorizzato come ‘impianto turistico leggero’, destinato a campeggio e bungalow. Tuttavia, le unità abitative sono state vendute singolarmente come vere e proprie residenze private, con tanto di posti auto esclusivi e ripartizione delle spese secondo tabelle millesimali.

Questa trasformazione, da struttura ricettiva a insediamento residenziale stabile, ha configurato il reato di lottizzazione abusiva. Di conseguenza, il Tribunale ha disposto il sequestro preventivo degli immobili, provvedimento contro il quale gli acquirenti hanno proposto ricorso in Cassazione, sostenendo di aver agito in buona fede, fidandosi degli atti notarili e dei permessi rilasciati dal Comune.

La Decisione della Corte: La Diligenza dell’Acquirente Sotto la Lente

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi, confermando la legittimità del sequestro. La decisione si fonda su un punto cruciale: la ‘buona fede’ del terzo acquirente non è presunta e non può derivare passivamente dall’affidamento riposto in professionisti o enti pubblici. L’acquirente ha un dovere di ‘ordinaria diligenza’, che impone un ruolo attivo nell’accertare la regolarità dell’immobile.

Lottizzazione Abusiva e Profili di Colpa degli Acquirenti

Secondo la Suprema Corte, gli acquirenti non potevano essere considerati esenti da colpa. Diversi elementi, evidenti già dagli atti di compravendita, avrebbero dovuto far sorgere un forte sospetto sulla legittimità dell’operazione:

1. La ‘provenienza’ dell’immobile: I rogiti notarili specificavano che le unità facevano parte di un ‘complesso turistico destinato a campeggio-bungalow’. Questa destinazione d’uso è intrinsecamente incompatibile con la vendita frazionata di proprietà esclusive a uso residenziale.
2. Spese e parti comuni: La menzione di contributi condominiali e la vendita di porzioni immobiliari come ‘civili abitazioni’ contraddiceva palesemente la natura di struttura turistica a gestione unitaria.
3. Indicazione di ‘dimora temporanea’: L’irrilevanza di questa clausola è stata sottolineata, poiché l’oggetto del contratto era il trasferimento della piena proprietà di una porzione immobiliare, tipico di un’abitazione stabile e non di un alloggio turistico.

In sostanza, gli acquirenti, usando l’ordinaria diligenza, avrebbero dovuto notare queste macroscopiche incongruenze e approfondire le verifiche. L’affidamento al notaio non è sufficiente a escludere la colpa, poiché anche il professionista potrebbe essere stato indotto in errore o non aver colto l’intento lottizzatorio complessivo.

La Legittimità del Sequestro Preventivo

La Corte ha inoltre chiarito la funzione del sequestro preventivo in casi di lottizzazione abusiva. Anche se gli immobili sono stati ultimati, il loro uso come residenze private aggrava e protrae le conseguenze del reato. L’insediamento stabile di decine di famiglie in un’area non pianificata a tale scopo crea un aumento del carico urbanistico (necessità di strade, fognature, servizi), perpetuando l’offesa al corretto assetto del territorio.

Il sequestro, quindi, non serve solo a preparare una futura confisca, ma ha una funzione ‘impeditiva’: bloccare l’uso illecito del bene per evitare un danno continuo all’interesse pubblico tutelato dalla normativa urbanistica.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si concentrano sulla distinzione tra una buona fede incolpevole e una situazione di ignoranza colpevole. La giurisprudenza, sia nazionale che europea, protegge il terzo acquirente che, nonostante l’adempimento dei doveri di informazione e diligenza, non avrebbe potuto scoprire l’illecito. In questo caso, però, le prove dell’abuso erano ‘in re ipsa’, cioè contenute negli stessi documenti che trasferivano la proprietà. La Corte ha ritenuto che gli acquirenti si siano posti colposamente in una situazione di inconsapevolezza, che ha contribuito causalmente all’attività illecita del venditore. La responsabilità, seppur non penale in senso stretto, è una ‘responsabilità da acquisto’, che giustifica l’applicazione della misura cautelare reale. La motivazione del Tribunale del riesame è stata giudicata ampia e approfondita, in quanto ha correttamente individuato il ‘periculum in mora’ non nella statica esistenza dell’opera, ma nel suo uso dinamico, che implica una continua e nuova domanda di servizi e infrastrutture, aggravando il carico urbanistico in contrasto con la pianificazione territoriale.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale per chiunque si appresti a comprare un immobile: la due diligence non si ferma al controllo ipotecario e catastale. È essenziale verificare la conformità urbanistica dell’intero complesso in cui si inserisce l’unità, specialmente in contesti di recente sviluppo o riconversione. Affidarsi ciecamente al rogito notarile non è una garanzia sufficiente. La decisione della Cassazione serve da monito: nel reato di lottizzazione abusiva, la negligenza dell’acquirente può costare cara, portando alla perdita del bene attraverso il sequestro e la successiva, probabile, confisca.

L’acquisto di un immobile tramite un notaio garantisce che l’acquirente sia considerato in buona fede in caso di lottizzazione abusiva?
No. La sentenza chiarisce che il solo fatto di essersi rivolti a un notaio per il rogito non è sufficiente a dimostrare automaticamente la buona fede. L’acquirente ha un autonomo dovere di diligenza e non può ignorare evidenti incongruenze presenti nell’atto stesso, che possono indicare un’irregolarità urbanistica.

Cosa significa che un acquirente deve usare l’ ‘ordinaria diligenza’ per essere tutelato in caso di lottizzazione abusiva?
Significa che l’acquirente deve comportarsi in modo attento e prudente, esaminando la documentazione relativa all’immobile. Se emergono elementi sospetti (come una destinazione d’uso turistica per un immobile venduto come residenza privata), l’ordinaria diligenza impone di svolgere ulteriori indagini e non procedere all’acquisto in una situazione di incertezza.

Il sequestro di un immobile per lottizzazione abusiva è possibile anche se l’edificio è stato completato e venduto?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il sequestro preventivo è legittimo anche su immobili già ultimati. La sua finalità è impedire che l’uso dell’immobile (ad esempio, come residenza stabile) continui a protrarre o aggravare le conseguenze del reato, come l’aumento del carico urbanistico su un’area non pianificata per tale scopo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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