LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Lieve entità stupefacenti: valutazione unitaria

La Corte di Cassazione, con la sentenza 34803/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione di diverse tipologie di stupefacenti. La Corte ha ribadito che la valutazione della lieve entità stupefacenti deve essere unitaria e complessiva, non essendo possibile scindere la condotta relativa a una sostanza (cocaina) da quella contestuale relativa ad altre (hashish e marijuana). Anche una quantità modesta di droga pesante non può essere considerata di lieve entità se inserita in un contesto di detenzione di ingenti quantitativi di altre droghe, indicativo di un inserimento strutturato nel mercato illecito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lieve Entità Stupefacenti: La Cassazione Conferma la Valutazione Complessiva del Fatto

Con la recente sentenza n. 34803/2025, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale in materia di reati legati agli stupefacenti: i criteri di valutazione della lieve entità stupefacenti. Il caso in esame riguardava la detenzione simultanea di droghe “pesanti” e “leggere” e sollevava l’interrogativo se fosse possibile una valutazione frazionata della condotta ai fini del riconoscimento dell’ipotesi attenuata. La risposta della Corte è stata netta: l’analisi deve essere globale e unitaria, tenendo conto di ogni aspetto del contesto criminale.

I Fatti di Causa: Detenzione di Droghe Leggere e Pesanti

Il procedimento penale ha origine da un accertamento avvenuto a Roma nel 2011, durante il quale un soggetto veniva trovato in possesso di un cospicuo quantitativo di stupefacenti: oltre 460 grammi di hashish, circa 3 grammi di marijuana e quasi 5 grammi di cocaina. L’iter giudiziario è stato complesso, influenzato anche dalle importanti modifiche normative e dalle sentenze della Corte Costituzionale che hanno interessato la disciplina degli stupefacenti negli ultimi anni.

Dopo una prima condanna che aveva riconosciuto la lieve entità del fatto, la Cassazione aveva annullato con rinvio, ritenendo il quantitativo complessivo tutt’altro che trascurabile. Il Giudice del rinvio, e successivamente la Corte di Appello, avevano quindi escluso l’ipotesi lieve, confermando la condanna dell’imputato sulla base di una valutazione complessiva della condotta illecita.

La Questione sulla Lieve Entità Stupefacenti nel Ricorso

Il ricorrente ha basato la sua difesa su un argomento specifico: a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 32/2014, che ha ripristinato la distinzione tra droghe leggere e pesanti, la valutazione della lieve entità stupefacenti avrebbe dovuto essere condotta separatamente per le diverse sostanze. In particolare, si sosteneva che la detenzione di soli 4,795 grammi di cocaina, se valutata isolatamente, avrebbe potuto rientrare nell’ipotesi di cui all’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90. La detenzione contestuale di hashish e marijuana, secondo la difesa, non avrebbe dovuto ostacolare questo riconoscimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni difensive infondate. I giudici di legittimità hanno riaffermato un principio consolidato, già espresso dalle Sezioni Unite (sent. n. 51063/2018): la valutazione sulla lieve entità del fatto deve essere il risultato di un’analisi complessiva e non atomistica.

I parametri indicati dalla norma – i mezzi, le modalità, le circostanze dell’azione, la qualità e quantità delle sostanze – devono essere ponderati congiuntamente. Non è possibile, pertanto, “isolare la condotta relativa ad un tipo di stupefacente senza considerare il contesto in cui la stessa è stata realizzata”.

Nel caso specifico, la Corte ha sottolineato che i giudici di merito avevano correttamente escluso la lieve entità non solo per l’eterogeneità delle sostanze, ma anche in ragione di altri elementi significativi:

1. Il dato ponderale: la quantità di hashish era tale da poter ricavare oltre 1.300 dosi medie singole.
2. La purezza: la cocaina presentava un’alta percentuale di principio attivo (69%).
3. Le circostanze: il rinvenimento di strumenti per la suddivisione in dosi.

Questi elementi, valutati unitariamente, delineavano un quadro di inserimento dell’imputato in un “circuito illecito” dello spaccio, incompatibile con la minore offensività richiesta per la lieve entità. La detenzione di un’ingente quantità di hashish è stata considerata un chiaro indicatore dell’esistenza di una vasta clientela, un contesto che aggrava la valutazione complessiva anche della detenzione di cocaina.

Conclusioni: L’Importanza del Contesto nell’Analisi del Reato

La sentenza ribadisce che la qualificazione di un fatto di spaccio come di lieve entità non può derivare da una valutazione parcellizzata degli elementi. Anche se la quantità di una singola sostanza, presa isolatamente, potrebbe apparire modesta, è il contesto generale a determinare la gravità della condotta. La simultanea detenzione di diverse tipologie di droghe, specialmente quando una di esse è presente in grande quantità, è un fattore che il giudice deve considerare per valutare l’offensività complessiva del reato. Questa decisione consolida un approccio realistico e globale alla lotta contro il traffico di stupefacenti, impedendo che artificiose scomposizioni della condotta possano portare a un’indebita attenuazione della risposta sanzionatoria.

In caso di detenzione di più tipi di droga, la lieve entità va valutata separatamente per ogni sostanza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione della lieve entità del fatto deve essere complessiva e unitaria, considerando l’intera condotta nel suo contesto. Non è possibile “isolare” la detenzione di una sostanza dalle altre.

La detenzione di una piccola quantità di droga “pesante” può essere considerata di lieve entità se avviene insieme a una grande quantità di droga “leggera”?
Generalmente no. Secondo la sentenza, la detenzione contestuale di rilevanti quantità di altre sostanze (in questo caso, hashish) è una circostanza che incide sulla valutazione complessiva e può escludere la lieve entità anche per la sostanza detenuta in quantità minore, poiché indica un inserimento nel mercato illecito.

Cosa succede se la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile ma rileva un errore nella sentenza impugnata?
L’inammissibilità del ricorso preclude alla Corte la possibilità di annullare la sentenza per correggere l’errore, come la mancata dichiarazione di prescrizione di un reato. La Corte può intervenire d’ufficio solo se la pena applicata è palesemente illegale, cosa che in questo caso non è stata riscontrata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati