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Lieve entità nella rapina: la nuova attenuante

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per rapina, rinviando il caso alla Corte d’Appello per valutare l’applicazione della nuova circostanza attenuante della lieve entità nella rapina. Il caso riguardava due individui che avevano minacciato una persona presso un distributore per ottenere un pieno di carburante e cinque euro. La Suprema Corte ha ritenuto applicabile la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 86/2024, che ha introdotto questa attenuante, specificando che deve essere valutata anche in presenza di aggravanti.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lieve Entità nella Rapina: La Cassazione Apre a Pene Più Mite

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio sull’applicazione della nuova circostanza attenuante della lieve entità nella rapina. La decisione, scaturita da un caso di rapina presso un distributore di carburante, chiarisce come la giustizia debba ora valutare i reati di questo tipo, aprendo alla possibilità di pene più eque e proporzionate alla reale gravità del fatto commesso.

I Fatti del Caso

Due individui venivano condannati in primo e secondo grado per il reato di rapina. I fatti si erano svolti presso un distributore di carburante, dove i due avevano minacciato una persona per costringerla a rifornire la loro auto a sue spese. Oltre al carburante, avevano ottenuto dalla vittima anche la somma di cinque euro. La vittima, sentitasi intimidita e spaventata, aveva ceduto alle loro richieste.

Il Percorso Giudiziario e i Motivi del Ricorso

Condannati dal Tribunale e dalla Corte d’Appello, gli imputati presentavano ricorso in Cassazione basandosi su due argomentazioni principali. In primo luogo, chiedevano di riqualificare il reato da rapina a truffa aggravata, sostenendo l’assenza di una vera e propria minaccia. In secondo luogo, e in via principale, invocavano l’applicazione della circostanza attenuante della lieve entità del fatto, alla luce di una recentissima sentenza della Corte Costituzionale (n. 86 del 2024).

La Decisione della Cassazione sulla Lieve Entità nella Rapina

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il primo motivo, confermando la qualificazione del reato come rapina. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse correttamente valorizzato la testimonianza della persona offesa, la quale aveva percepito l’atteggiamento degli imputati come intimidatorio e minaccioso, elemento che distingue la rapina dalla truffa.

Il secondo motivo, invece, è stato accolto. La Cassazione ha rilevato che la sentenza della Corte Costituzionale, che ha introdotto l’attenuante della lieve entità nella rapina, era stata depositata dopo la pronuncia della Corte d’Appello. Di conseguenza, gli imputati non avevano avuto la possibilità di sollevare tale questione nei gradi di merito. Questo ha reso necessario un nuovo esame del caso limitatamente a questo specifico punto.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha spiegato che l’attenuante della lieve entità è una circostanza comune, e come tale deve essere bilanciata con eventuali circostanze aggravanti presenti (nel caso di specie, il fatto che la rapina fosse stata commessa da più persone riunite). Non è, quindi, automaticamente esclusa dalla presenza di aggravanti.

I giudici hanno poi elencato gli indici che devono guidare la valutazione sulla lieve entità, così come delineati dalla Corte Costituzionale:

* Estemporaneità della condotta.
* Modestia dell’offesa personale alla vittima.
* Esiguità del valore sottratto o del danno.
* Assenza di profili organizzativi.

Nel caso specifico, la stessa sentenza di primo grado aveva già riconosciuto le “modalità non particolarmente pericolose dell’azione”, il “modesto importo della somma” e un “proposito meramente estemporaneo”. Questi elementi, secondo la Cassazione, sono idonei a legittimare, almeno in astratto, la concessione della nuova attenuante. Pertanto, ha disposto l’annullamento della sentenza impugnata con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello, che dovrà effettuare questa valutazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia rappresenta un passo fondamentale nell’adeguare la risposta sanzionatoria alla gravità effettiva dei reati di rapina. La sentenza chiarisce che anche le rapine caratterizzate da un basso livello di offensività possono beneficiare di una riduzione di pena. L’introduzione e l’applicazione dell’attenuante della lieve entità nella rapina obbliga i giudici a un’analisi più dettagliata del caso concreto, andando oltre la mera qualificazione giuridica del fatto per valutare tutte le circostanze in cui è maturato. Ciò garantisce che la pena sia realmente proporzionata alla condotta, riservando le sanzioni più severe ai fatti di maggiore allarme sociale.

Cos’è la nuova circostanza attenuante della lieve entità nella rapina?
È una riduzione della pena prevista per il reato di rapina quando il fatto, nel suo complesso, risulta di minima gravità. La valutazione si basa su elementi come le modalità dell’azione, i mezzi usati, l’esiguità del danno o del pericolo e la scarsa offesa alla vittima.

Perché la Cassazione ha accolto il ricorso su questo punto?
La Corte ha accolto il ricorso perché la sentenza della Corte Costituzionale che ha introdotto questa attenuante è successiva alla decisione della Corte d’Appello. Pertanto, i giudici di merito non avevano potuto valutare la sua applicabilità, e gli imputati hanno diritto a un nuovo giudizio che tenga conto di questa importante novità normativa.

La presenza di un’aggravante, come più persone riunite, esclude l’attenuante della lieve entità?
No. La Cassazione ha chiarito che l’attenuante della lieve entità, essendo una circostanza comune, non viene automaticamente esclusa dalla presenza di aggravanti. Il giudice deve procedere a un bilanciamento tra le circostanze attenuanti e quelle aggravanti per determinare la pena finale, valutando il fatto nella sua interezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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