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Licenza pubblico spettacolo: quando serve al club?

I gestori di un circolo privato sono stati condannati per aver organizzato un evento musicale senza la necessaria licenza di pubblico spettacolo e per cattiva conservazione di alimenti. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, stabilendo che un evento in un club privato si considera ‘pubblico’ e richiede la licenza se l’accesso è consentito anche ai non soci. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la presenza di non tesserati ha snaturato il carattere privato dell’evento, rendendo obbligatoria l’autorizzazione per tutelare la sicurezza pubblica.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Licenza pubblico spettacolo: quando un evento in un club privato diventa pubblico?

La distinzione tra festa privata ed evento pubblico è un tema cruciale per gli organizzatori di eventi, specialmente per i gestori di circoli e club. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per determinare se sia necessaria una licenza pubblico spettacolo, non conta l’etichetta formale dell’evento, ma la sua concreta accessibilità. Questo articolo analizza il caso di due gestori di un’associazione culturale condannati per aver organizzato un concerto senza le dovute autorizzazioni, facendo luce sui criteri che trasformano un evento privato in uno spettacolo pubblico.

I Fatti: Un Concerto in un Circolo Culturale

I gestori di un’associazione culturale avevano organizzato una serata con musica dal vivo all’interno dei locali del loro circolo. Durante un controllo, le forze dell’ordine hanno accertato che, sebbene il luogo fosse formalmente un club privato, all’evento stavano partecipando numerose persone non iscritte al libro soci dell’associazione. Oltre a ciò, è stato riscontrato che circa venti chilogrammi di alimenti erano conservati in modo inappropriato (congelamento non a norma) e senza tracciabilità.

I due responsabili sono stati condannati in primo e secondo grado per apertura abusiva di un luogo di pubblico spettacolo (art. 681 c.p.) e per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione (L. 283/1962). La difesa ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso: Festa Privata o Evento Pubblico?

La difesa degli imputati si basava su tre argomenti principali:

1. Natura privata dell’evento: Si sosteneva che la serata fosse una festa privata riservata ai soci e, pertanto, non soggetta all’obbligo di licenza pubblico spettacolo.
2. Insussistenza del reato alimentare: Si affermava che non vi fosse prova del cattivo stato di conservazione, poiché il cibo era in una cella frigo e non era stato servito, escludendo quindi un pericolo concreto.
3. Applicazione di norme più favorevoli: Gli imputati chiedevano l’applicazione di una nuova procedura di estinzione del reato e, in subordine, della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

La Decisione della Cassazione: la licenza pubblico spettacolo è necessaria

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le condanne. I giudici hanno smontato punto per punto le argomentazioni della difesa, fornendo chiarimenti importanti sulla normativa applicabile.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su principi giuridici consolidati. In primo luogo, ha ribadito che per distinguere un evento privato da uno pubblico, bisogna guardare alla sostanza e non alla forma. Il fatto che l’evento fosse aperto a chiunque, anche a coloro che diventavano ‘soci’ sul momento pagando una quota, lo qualificava come spettacolo pubblico. Il numero di persone presenti, di gran lunga superiore a quello dei soci registrati, è stato un elemento decisivo. La licenza pubblico spettacolo serve a tutelare l’incolumità pubblica, un’esigenza che sorge ogni qualvolta un evento è aperto a un pubblico indeterminato, a prescindere dal fatto che l’accesso sia gratuito o a pagamento.

Per quanto riguarda il reato alimentare, la Cassazione ha ricordato che la detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione è un reato di pericolo. Ciò significa che per la sua configurazione non è necessario che si verifichi un danno effettivo alla salute, ma è sufficiente che le modalità di conservazione (in questo caso, un congelamento improprio accertato da un medico veterinario) siano potenzialmente idonee a causare un danno o il deterioramento del prodotto.

Infine, sono stati respinti gli altri motivi. La richiesta di applicare una nuova procedura estintiva è stata rigettata perché la norma non è retroattiva per i procedimenti in cui l’azione penale era già stata esercitata. La domanda di applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) è stata dichiarata inammissibile perché proposta per la prima volta in Cassazione, senza essere stata sollevata nel giudizio di appello.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un messaggio chiaro per tutti gli organizzatori di eventi: la qualifica di ‘privato’ non offre una scorciatoia per eludere le norme sulla sicurezza pubblica. Se un evento è di fatto accessibile a un pubblico indistinto, anche tramite tesseramento contestuale, scatta l’obbligo di ottenere la licenza pubblico spettacolo prevista dal T.U.L.P.S. La decisione sottolinea inoltre il rigore della legge in materia di sicurezza alimentare, confermando che la semplice detenzione di cibi conservati in modo non conforme alla normativa integra un reato, a prescindere dal loro effettivo consumo.

Quando un evento organizzato in un circolo privato necessita della licenza di pubblico spettacolo?
Un evento in un circolo privato necessita della licenza quando l’accesso è consentito non solo ai soci regolarmente iscritti, ma anche a chiunque altro, anche se previo pagamento di una quota di adesione o tesseramento contestuale all’evento. La presenza di un numero significativo di non soci rende di fatto l’evento ‘pubblico’ ai fini della legge.

Per essere condannati per cattivo stato di conservazione degli alimenti, è necessario che il cibo sia stato servito o che qualcuno si sia ammalato?
No, non è necessario. Il reato di detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione è un ‘reato di pericolo’. Ciò significa che è sufficiente che le modalità di conservazione siano potenzialmente idonee a creare un pericolo per la salute, anche se nessun danno concreto si è verificato e il cibo non è stato ancora servito.

È possibile chiedere per la prima volta in Cassazione l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la questione dell’applicabilità dell’art. 131-bis c.p. non può essere sollevata per la prima volta in sede di legittimità se non è stata dedotta nei motivi di appello, a meno che la norma non sia entrata in vigore dopo la sentenza di secondo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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