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Libertà controllata: pena illegale dopo la Riforma?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento che sostituiva la detenzione con la libertà controllata. La decisione si basa sul fatto che, dopo la Riforma Cartabia, la libertà controllata è stata abrogata e non è più una sanzione sostitutiva legale. Di conseguenza, la pena applicata è stata ritenuta illegale, rendendo nullo l’accordo tra le parti.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Libertà Controllata: Perché la Cassazione la Ritiene una Pena Illegale

Con la sentenza n. 8079/2025, la Corte di Cassazione è intervenuta su un caso emblematico degli effetti della Riforma Cartabia sul sistema sanzionatorio penale. La pronuncia chiarisce in modo inequivocabile che la libertà controllata, un tempo comune sanzione sostitutiva, non è più applicabile in seguito alle recenti modifiche legislative. Questa decisione ha portato all’annullamento di una sentenza di patteggiamento, sottolineando l’importanza per i tribunali di applicare esclusivamente le pene previste dall’ordinamento vigente.

I Fatti del Caso: un Patteggiamento Contestato

Il caso ha origine da una sentenza del Tribunale di primo grado che, su accordo delle parti (patteggiamento), aveva condannato un imputato per un reato legato agli stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990). La pena concordata era di sei mesi di reclusione e 1500 euro di multa. Invece della detenzione, il giudice aveva disposto la sostituzione della pena con un anno di libertà controllata.

Il Ricorso del Procuratore Generale e l’Impatto della Riforma

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato la sentenza, portandola all’attenzione della Corte di Cassazione. Il motivo del ricorso era netto e preciso: la pena applicata era illegale. Il cuore della questione risiede nell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 150/2022, meglio noto come “Riforma Cartabia”.

Questa riforma ha profondamente rivisto l’istituto delle sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi, abrogando di fatto la libertà controllata e la semidetenzione. Al loro posto, il legislatore ha introdotto nuove pene sostitutive, quali la semilibertà, la detenzione domiciliare e il lavoro di pubblica utilità, ora disciplinate direttamente dal codice penale (art. 20-bis c.p.). Poiché la sentenza impugnata era stata emessa dopo l’entrata in vigore della riforma, l’applicazione della libertà controllata risultava non conforme alla legge.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore, dichiarandolo fondato. Richiamando consolidati principi espressi dalle Sezioni Unite, i giudici hanno ribadito che una pena è da considerarsi “illegale” quando non corrisponde, per specie o quantità, a quella astrattamente prevista dalla legge per la fattispecie incriminatrice.

Nel caso specifico, la libertà controllata non fa più parte del novero delle sanzioni sostitutive previste dall’ordinamento giuridico italiano a far data dal 30 dicembre 2022. Di conseguenza, applicarla in sostituzione di una pena detentiva costituisce un’illegalità che vizia insanabilmente la sentenza. La Corte ha sottolineato come il legislatore, con la Riforma Cartabia, abbia riscritto l’intero apparato sanzionatorio sostitutivo, creando un nuovo sistema in cui la vecchia libertà controllata non trova più spazio.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata. Questa decisione comporta la caducazione dell’accordo di patteggiamento. Gli atti sono stati trasmessi nuovamente al Tribunale di primo grado per l’ulteriore corso del giudizio. L’imputato e il Pubblico Ministero dovranno, quindi, rinegoziare un eventuale nuovo accordo o procedere con il rito ordinario, tenendo conto del quadro normativo attuale, che non prevede più la possibilità di applicare la libertà controllata. La sentenza riafferma il principio fondamentale secondo cui nessuna pena può essere applicata se non è espressamente prevista dalla legge vigente al momento della decisione.

Perché la pena della libertà controllata è stata considerata illegale?
La libertà controllata è stata ritenuta illegale perché il decreto legislativo n. 150/2022 (Riforma Cartabia), in vigore dal 30 dicembre 2022, l’ha abrogata, eliminandola dal novero delle sanzioni sostitutive previste dalla legge.

Cosa succede a un patteggiamento se la pena applicata è illegale?
Se la pena concordata nel patteggiamento è illegale, la sentenza che la applica è nulla. La Corte di Cassazione, come in questo caso, la annulla senza rinvio, il che significa che l’accordo tra le parti perde efficacia e il procedimento deve tornare al tribunale di primo grado per un nuovo giudizio.

Quali sono le sanzioni sostitutive attualmente in vigore dopo la Riforma Cartabia?
Le sanzioni sostitutive previste oggi dal codice penale, che hanno preso il posto delle vecchie figure come la libertà controllata, sono la semilibertà, la detenzione domiciliare e il lavoro di pubblica utilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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