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Liberazione anticipata: valutazione e motivazione

Un detenuto si è visto negare la liberazione anticipata per un semestre passato a causa di infrazioni disciplinari recenti. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, non perché le infrazioni non fossero rilevanti, ma perché il Tribunale di sorveglianza non ha adeguatamente motivato come tali episodi successivi potessero dimostrare una mancata partecipazione al percorso rieducativo in un periodo di tempo molto precedente. La sentenza ribadisce la necessità di una valutazione rigorosa e non apparente quando si nega il beneficio della liberazione anticipata sulla base di fatti temporalmente distanti.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione Anticipata: La Cassazione Annulla per Motivazione Carente

La concessione della liberazione anticipata è un momento cruciale nel percorso di rieducazione del condannato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale: il diniego di questo beneficio, specialmente se basato su episodi negativi recenti che dovrebbero inficiare la valutazione di un periodo molto precedente, richiede una motivazione particolarmente approfondita e non meramente apparente. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un detenuto aveva presentato istanza per ottenere la liberazione anticipata relativa a un semestre di pena scontata tra il 2017 e il 2018. Il Tribunale di sorveglianza aveva respinto la richiesta. La decisione si fondava su due sanzioni disciplinari subite dal detenuto nel 2023: una per aver danneggiato il bagno della sua cella e l’altra per aver simulato un’aggressione da parte del personale di polizia penitenziaria.

Il detenuto ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi:
1. Incompetenza territoriale del Tribunale di sorveglianza.
2. Motivazione apparente, poiché il Tribunale si era limitato a menzionare le sanzioni senza spiegare il loro peso nella valutazione complessiva.
3. Illogicità della motivazione, dato che le sanzioni erano state contestate per vizi procedurali.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato i primi due motivi di ricorso ma ha accolto il terzo, quello relativo alla motivazione.

Competenza e Rilevanza dei Fatti

Per quanto riguarda la competenza, la Corte ha applicato il principio della perpetuatio jurisdictionis, stabilendo che la competenza si radica nel momento in cui viene presentata la prima istanza, a prescindere da successivi trasferimenti del detenuto. Anche il motivo sull’irrilevanza delle sanzioni annullate per vizi formali è stato respinto. La giurisprudenza consolidata, infatti, afferma che ai fini della valutazione per la liberazione anticipata, contano i fatti storici (le condotte trasgressive) come indicatori della mancata adesione al percorso rieducativo, anche se la sanzione formale viene meno.

Il Cuore della Questione: La Motivazione sulla Liberazione Anticipata

Il punto cruciale, che ha portato all’annullamento con rinvio, è stata la palese carenza di motivazione. Il Tribunale aveva negato il beneficio per un semestre del 2017-2018 basandosi esclusivamente su condotte del 2023. La Cassazione ha sottolineato che, sebbene sia possibile che una trasgressione si rifletta negativamente anche su semestri precedenti, ciò richiede una spiegazione logica e dettagliata.

Le motivazioni

La Corte ha stabilito che la valutazione del comportamento del condannato deve essere, di norma, “frazionata” per semestri. Una violazione commessa in un periodo successivo può incidere sulla valutazione di un periodo precedente solo se è di tale gravità da rivelare una totale e persistente non adesione al progetto rieducativo. In questi casi, il giudice ha l’onere di fornire una motivazione rafforzata. Deve spiegare perché quella specifica condotta, avvenuta anni dopo, sia così significativa da cancellare la prova di buona condotta fornita nel semestre oggetto della richiesta. Nel caso di specie, il Tribunale si è limitato a citare la gravità delle infrazioni del 2023 senza offrire alcun elemento di valutazione sulla loro influenza rispetto al lontano semestre 2017-2018 e sulla partecipazione del detenuto al percorso trattamentale in quel periodo specifico. Questa mancanza rende la motivazione meramente apparente e, pertanto, illegittima.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza di un controllo giurisdizionale effettivo e non superficiale sulle decisioni che incidono sulla libertà personale. Per negare la liberazione anticipata sulla base di fatti temporalmente distanti, non è sufficiente elencare le condotte negative; è necessario un percorso argomentativo solido che colleghi logicamente il comportamento recente alla valutazione del periodo passato. Il Tribunale di sorveglianza dovrà ora riesaminare il caso, sanando il vizio motivazionale e fornendo una spiegazione completa e convincente della sua decisione.

Come si determina la competenza del Tribunale di sorveglianza?
La competenza si determina in base al luogo di detenzione dell’interessato al momento della presentazione della richiesta, in virtù del principio della “perpetuatio jurisdictionis”. Eventuali trasferimenti successivi non modificano la competenza già stabilita.

Una sanzione disciplinare annullata per vizi formali può influire sulla concessione della liberazione anticipata?
Sì. Secondo la Corte, ai fini della concessione del beneficio, le infrazioni commesse non rilevano per le loro conseguenze sanzionatorie, ma come “dato fattuale” che può indicare la mancata adesione del condannato al trattamento rieducativo.

Una cattiva condotta recente può impedire la concessione della liberazione anticipata per un semestre molto precedente?
Sì, ma solo a condizione che il giudice fornisca una motivazione particolarmente accurata e approfondita. Deve spiegare in modo specifico come la trasgressione recente sia talmente grave da manifestare un rifiuto complessivo del percorso rieducativo, tale da invalidare anche la buona condotta tenuta in un periodo molto anteriore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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