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Liberazione anticipata speciale: quando si applica?

Un detenuto ha richiesto l’applicazione della liberazione anticipata speciale, che prevede uno sconto di pena maggiore. Il Tribunale di Sorveglianza ha concesso solo lo sconto ordinario senza motivare il diniego della misura speciale. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che la richiesta di liberazione anticipata speciale non ha un termine di scadenza e che i giudici devono sempre motivare le proprie decisioni su punti specifici. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione Anticipata Speciale: La Cassazione Chiarisce i Termini per la Richiesta

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37509 del 2024, torna a pronunciarsi su un tema di grande rilevanza nell’esecuzione penale: la liberazione anticipata speciale. Questa pronuncia chiarisce un aspetto fondamentale: non esiste un termine di decadenza per presentare la richiesta, consolidando un principio di garanzia per i diritti dei detenuti. L’ordinanza impugnata è stata annullata per un vizio di omessa motivazione, un monito sull’obbligo del giudice di rispondere a tutte le istanze formulate.

I Fatti del Caso: Dalla Richiesta all’Appello in Cassazione

Il caso ha origine dal ricorso di un detenuto avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. Quest’ultimo, accogliendo parzialmente il reclamo del condannato, aveva concesso la liberazione anticipata ordinaria (90 giorni per due semestri) per il periodo di detenzione compreso tra il 2013 e il 2014. Tuttavia, il detenuto aveva specificamente richiesto l’applicazione della liberazione anticipata speciale, una disciplina più favorevole che prevede uno sconto di pena di 75 giorni a semestre, introdotta con il D.L. 146/2013 per far fronte al sovraffollamento carcerario.

Il Tribunale di Sorveglianza, nella sua decisione, era rimasto completamente silente su questo punto, non fornendo alcuna spiegazione sul perché non avesse applicato la normativa speciale invocata. Di fronte a questa palese omissione, il difensore ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando un vizio di carenza di motivazione.

La Disciplina della Liberazione Anticipata Speciale

Per comprendere la portata della decisione, è utile richiamare il contesto normativo. La liberazione anticipata speciale è stata una misura eccezionale e temporanea, introdotta dall’art. 4 del D.L. n. 146/2013. Essa elevava la detrazione di pena per buona condotta da 45 a 75 giorni per ogni semestre di pena scontata, ma solo per i periodi di detenzione compresi tra il 1° gennaio 2010 e il 23 dicembre 2015.

La questione centrale dibattuta davanti alla Suprema Corte riguardava l’esistenza o meno di un termine per presentare la relativa istanza. Un precedente orientamento giurisprudenziale aveva suggerito che le richieste dovessero essere presentate entro il termine di vigenza della legge, ossia entro il 23 dicembre 2015. La sentenza in esame si pone in netto contrasto con questa interpretazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo pienamente le doglianze del ricorrente. I giudici hanno stabilito due principi cardine.

In primo luogo, il Tribunale di Sorveglianza ha errato non motivando in alcun modo il rigetto implicito della richiesta di applicazione del beneficio speciale. L’omessa motivazione su un punto specifico e decisivo della domanda costituisce un vizio che invalida il provvedimento. Il giudice ha il dovere di esaminare e rispondere a tutte le questioni sollevate dalle parti.

In secondo luogo, e questo è il punto di diritto più rilevante, la Cassazione ha ribadito che non esiste alcun termine di decadenza per la presentazione della richiesta di liberazione anticipata speciale. Il dato letterale della norma, infatti, individua un arco temporale di due anni (dal 24 dicembre 2013 al 23 dicembre 2015) che definisce esclusivamente i periodi di pena detentiva ai quali si applica il maggior sconto, ma non pone alcun limite temporale per la presentazione della domanda. Introdurre un simile termine, in assenza di un’espressa previsione di legge, significherebbe limitare indebitamente l’operatività di un istituto voluto dal legislatore.

La Corte ha sottolineato la natura eccezionale e derogatoria della misura, destinata a operare solo per i semestri di pena scontati nel biennio indicato dalla norma. Proprio per questa sua natura, non può essere interpretata in senso restrittivo introducendo preclusioni non previste.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio e le Implicazioni Pratiche

Sulla base di queste argomentazioni, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata, rinviando il caso al Tribunale di Sorveglianza di Messina per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà quindi rivalutare la richiesta del detenuto, applicando correttamente i principi enunciati dalla Suprema Corte e, soprattutto, fornendo una motivazione esplicita sulla concessione o meno della liberazione anticipata speciale.

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche: conferma che i detenuti che hanno scontato periodi di pena tra il 2010 e il 2015 possono ancora richiedere il beneficio speciale, anche a distanza di anni, senza timore che la loro istanza sia dichiarata tardiva. Inoltre, riafferma il principio fondamentale secondo cui ogni decisione giurisdizionale, specialmente se incide sulla libertà personale, deve essere sorretta da una motivazione chiara, completa e logica.

Esiste un termine di decadenza per richiedere la liberazione anticipata speciale?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che la legge non stabilisce alcun termine di decadenza per la presentazione della relativa istanza. Il periodo di tempo indicato dalla normativa (1 gennaio 2010 – 23 dicembre 2015) si riferisce unicamente ai semestri di detenzione per i quali è possibile ottenere il beneficio.

Cosa accade se un Tribunale di Sorveglianza non si pronuncia su una richiesta specifica di liberazione anticipata speciale?
Il provvedimento è viziato da omessa motivazione. Se una parte avanza una richiesta esplicita, il giudice ha l’obbligo di rispondere, fornendo le ragioni della sua decisione. In caso contrario, la decisione può essere annullata dalla Corte di Cassazione.

La liberazione anticipata speciale può essere concessa per periodi di detenzione che iniziano prima del 1° gennaio 2010?
No. La sentenza ribadisce la natura eccezionale della misura, specificando che essa si applica solo ai periodi di detenzione sofferti tra il 1° gennaio 2010 e il 23 dicembre 2015, e non a quelli che si trovano “a cavallo” della data iniziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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