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Liberazione anticipata: sì con pena sospesa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4889/2024, ha stabilito che la richiesta di liberazione anticipata può essere accolta anche se la pena non è in esecuzione perché sospesa. Il caso riguardava un condannato che chiedeva il beneficio per un periodo di arresti domiciliari fungibili. I giudici di merito avevano respinto la richiesta, ma la Suprema Corte ha annullato tale decisione. La Corte ha chiarito che l’art. 656, comma 4-bis, c.p.p. prevede che la valutazione sulla liberazione anticipata debba avvenire proprio prima dell’emissione dell’ordine di esecuzione, al fine di ridurre il sovraffollamento carcerario.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione Anticipata: La Cassazione Apre alla Concessione Anche con Pena Sospesa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 4889 del 2024, interviene su un tema cruciale del diritto penitenziario: la liberazione anticipata. La pronuncia stabilisce un principio di notevole importanza pratica, chiarendo che questo beneficio può essere concesso anche quando l’esecuzione della pena è sospesa. Questa decisione non solo risolve un contrasto interpretativo, ma rafforza anche gli strumenti volti a contrastare il sovraffollamento carcerario, in linea con la logica del legislatore.

Il Contesto: Una Richiesta di Sconto Pena Bloccata

Il caso nasce dal ricorso di un condannato a cui era stata inflitta una pena detentiva di sette mesi e dieci giorni. Il Procuratore Generale aveva emesso un ordine di esecuzione, sospendendolo contestualmente ai sensi dell’art. 656, comma 5, del codice di procedura penale. Al condannato era stato inoltre riconosciuto un periodo di pena già espiata sotto forma di arresti domiciliari per un altro procedimento, rendendolo ‘fungibile’ e riducendo la pena residua a poco più di un mese.

Forte di ciò, l’interessato presentava istanza di liberazione anticipata per il semestre trascorso agli arresti domiciliari. Tuttavia, sia il Magistrato che il Tribunale di Sorveglianza rigettavano la richiesta con una motivazione netta: il beneficio non poteva essere concesso perché il titolo esecutivo non era in esecuzione, ma appunto sospeso. Secondo questa interpretazione, mancava il presupposto fondamentale dello ‘stato di detenzione’.

La Decisione della Cassazione sulla Liberazione Anticipata

La Suprema Corte ha completamente ribaltato la decisione dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del condannato. I giudici di legittimità hanno ritenuto che l’interpretazione del Tribunale di Sorveglianza fosse in contrasto con la lettera e lo spirito della legge, in particolare con l’articolo 656, comma 4-bis, del codice di procedura penale.

La Corte ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale di Sorveglianza per un nuovo esame, che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato: la valutazione sulla liberazione anticipata deve essere effettuata anche prima che la pena entri in fase esecutiva.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Il cuore del ragionamento della Cassazione risiede nell’analisi dell’art. 656, comma 4-bis, c.p.p. Questa norma disciplina proprio la fase che precede l’emissione dell’ordine di carcerazione per pene brevi. Essa stabilisce che il pubblico ministero, prima di ordinare l’esecuzione, deve trasmettere gli atti al magistrato di sorveglianza affinché valuti l’applicazione della liberazione anticipata, previa verifica di periodi di custodia cautelare o pene fungibili.

La procedura è chiara: la decisione sul beneficio interviene prima che il pubblico ministero emetta l’ordine di esecuzione, e quindi a fronte di un titolo non ancora esecutivo. L’interpretazione restrittiva dei giudici di merito, che richiedeva una pena ‘in esecuzione’, svuotava di significato questa disposizione.

La ratio di tale meccanismo, introdotto nel 2013 per fronteggiare il sovraffollamento carcerario, è proprio quella di creare un sistema che, tramite l’applicazione anticipata degli sconti di pena, eviti l’ingresso in carcere di persone con un residuo di pena molto basso. Negare la liberazione anticipata su un titolo sospeso sarebbe, secondo la Corte, in palese contrasto con le ragioni di politica criminale che hanno giustificato l’introduzione della norma.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, consolida un’interpretazione della legge che favorisce l’effettività degli strumenti deflattivi del sistema carcerario. Si assicura che il beneficio della liberazione anticipata non sia un mero calcolo aritmetico da fare a fine pena, ma uno strumento dinamico da applicare preventivamente per impedire ingressi in carcere non necessari.

In secondo luogo, chiarisce l’iter procedurale che i Pubblici Ministeri devono seguire: in presenza di pene brevi e periodi fungibili, la trasmissione degli atti al magistrato di sorveglianza non è una facoltà, ma un obbligo. Per i condannati, si apre la possibilità concreta di veder estinta o ridotta la propria pena prima ancora di varcare la soglia del carcere, realizzando a pieno l’obiettivo di una giustizia penale più efficiente e umana.

È possibile ottenere la liberazione anticipata se l’esecuzione della pena è sospesa?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione sulla liberazione anticipata, specialmente in casi di pene fungibili, deve avvenire prima dell’emissione dell’ordine di esecuzione, come previsto dall’art. 656, comma 4-bis, del codice di procedura penale.

Qual è lo scopo della norma che permette di valutare la liberazione anticipata prima dell’inizio dell’esecuzione della pena?
Lo scopo principale è fronteggiare il sovraffollamento carcerario. Consentendo di applicare gli sconti di pena in anticipo, si può evitare l’ingresso in prigione di persone la cui pena residua è molto breve o potrebbe essere interamente coperta dal beneficio stesso.

Cosa deve fare il pubblico ministero prima di emettere un ordine di esecuzione per una pena breve?
Secondo la sentenza, quando la pena residua rientra nei limiti per la sospensione, il pubblico ministero ha l’obbligo di trasmettere gli atti al magistrato di sorveglianza. Questo passaggio è necessario affinché il magistrato verifichi la presenza di periodi di custodia cautelare o pene fungibili e decida sull’eventuale applicazione della liberazione anticipata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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