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Liberazione anticipata: sì ai lavori di pubblica utilità

Un condannato a una pena di un anno e quattro mesi, sostituita con 960 ore di lavori di pubblica utilità, otteneva dal Giudice dell’esecuzione una detrazione di 45 giorni a titolo di liberazione anticipata. Il Pubblico Ministero ricorreva in Cassazione, sostenendo l’incompetenza del Giudice e l’incompatibilità del beneficio con la pena sostitutiva. La Suprema Corte ha annullato l’ordinanza per incompetenza funzionale, stabilendo che la decisione spetta al Magistrato di Sorveglianza. Tuttavia, ha affermato un principio fondamentale: la liberazione anticipata è pienamente applicabile anche alla pena dei lavori di pubblica utilità, data la sua finalità rieducativa e l’equiparazione normativa alle pene detentive per ogni effetto giuridico.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione Anticipata: Sì ai Lavori di Pubblica Utilità, ma Decide il Magistrato di Sorveglianza

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato una questione di grande rilevanza pratica: l’applicabilità della liberazione anticipata alla pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità. Sebbene la Corte abbia annullato la decisione impugnata per un vizio di competenza, ha stabilito un principio di diritto fondamentale che estende la portata di questo importante beneficio penitenziario, chiarendo al contempo quale sia l’autorità giudiziaria competente a decidere.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con patteggiamento a una pena di un anno e quattro mesi di reclusione, vedeva la propria pena sostituita con 960 ore di lavori di pubblica utilità. Durante lo svolgimento di tale attività, l’interessato presentava un’istanza al Giudice per le indagini preliminari (in funzione di Giudice dell’esecuzione) per ottenere la liberazione anticipata, ossia lo sconto di pena di 45 giorni per ogni semestre di pena scontata, in virtù della sua positiva partecipazione al percorso rieducativo. Il Giudice accoglieva l’istanza, rideterminando la pena residua in 870 ore.
Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per Cassazione, sollevando due questioni principali: in primo luogo, l’incompetenza funzionale del Giudice dell’esecuzione, sostenendo che la materia fosse di esclusiva pertinenza del Tribunale di Sorveglianza; in secondo luogo, l’incompatibilità strutturale tra il beneficio della liberazione anticipata, pensato per la pena detentiva, e la natura dei lavori di pubblica utilità.

La Questione Giuridica: Liberazione anticipata e Pene Sostitutive

Il cuore della controversia ruotava attorno a due interrogativi cruciali:
1. Il beneficio della liberazione anticipata è applicabile a una pena non detentiva come i lavori di pubblica utilità?
2. Qual è il giudice competente a decidere su tale istanza: il Giudice dell’esecuzione o il Magistrato di sorveglianza?

La Suprema Corte ha dovuto analizzare l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’istituto, alla luce delle recenti riforme (in particolare la c.d. Riforma Cartabia) che hanno potenziato il sistema delle pene sostitutive.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha scisso la sua analisi, affrontando separatamente la questione di merito (l’applicabilità del beneficio) e quella di rito (la competenza del giudice).

L’Applicabilità del Beneficio ai Lavori di Pubblica Utilità

Sul punto più sostanziale, la Corte ha dato una risposta affermativa. Ha superato l’interpretazione restrittiva che legava la liberazione anticipata a uno status detentionis, cioè a uno stato di detenzione fisica. I giudici hanno osservato che l’evoluzione normativa ha esteso il beneficio anche a misure alternative svolte in libertà (come l’affidamento in prova al servizio sociale) e persino alla liberazione condizionale.
Il punto di svolta è rappresentato dalla Riforma Cartabia, che ha espressamente previsto che, per ogni effetto giuridico, il lavoro di pubblica utilità sostitutivo si considera come pena detentiva. Questa equiparazione, unita al richiamo normativo (art. 76, L. 689/1981) all’art. 47, comma 12-bis dell’ordinamento penitenziario (che a sua volta rinvia all’art. 54 sulla liberazione anticipata), crea un collegamento diretto e inequivocabile. La Corte ha sottolineato che la finalità rieducativa e di reinserimento sociale, intrinseca ai lavori di pubblica utilità, è perfettamente compatibile con la ratio premiale della liberazione anticipata, che mira a incentivare proprio la positiva partecipazione del condannato al suo percorso di recupero.

L’Incompetenza del Giudice dell’Esecuzione

Pur riconoscendo la fondatezza nel merito della richiesta, la Corte ha accolto il primo motivo di ricorso del Pubblico Ministero, relativo alla competenza. Il dato normativo, in questo caso, è stato ritenuto inequivocabile. L’art. 69-bis dell’ordinamento penitenziario, come modificato di recente, attribuisce in modo esplicito la competenza funzionale a decidere sulla liberazione anticipata al Magistrato di Sorveglianza. Qualsiasi esigenza di concentrazione delle competenze in capo al Giudice dell’esecuzione deve cedere di fronte a una norma testuale così chiara, che non ammette interpretazioni alternative. Pertanto, il Giudice dell’esecuzione che ha concesso il beneficio era funzionalmente incompetente.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti al Magistrato di Sorveglianza di Torino, quale organo competente per la decisione. La sentenza ha un doppio valore: da un lato, corregge un errore procedurale, riaffermando il corretto riparto di competenze tra gli organi della magistratura; dall’altro, e con maggiore impatto, sancisce il principio di diritto secondo cui la liberazione anticipata è un beneficio applicabile anche a chi sta espiando la pena attraverso i lavori di pubblica utilità. Questa decisione rafforza la coerenza del sistema sanzionatorio, promuovendo l’equiparazione tra le pene sostitutive e quelle detentive e incentivando i percorsi di risocializzazione anche al di fuori del carcere.

È possibile ottenere la liberazione anticipata se si sta scontando una pena sotto forma di lavori di pubblica utilità?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’istituto della liberazione anticipata è applicabile anche alla pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità, in virtù della sua finalità rieducativa e dell’equiparazione normativa alla pena detentiva per ogni effetto giuridico.

Chi è il giudice competente a decidere sulla richiesta di liberazione anticipata?
La competenza funzionale a decidere sulla concessione della liberazione anticipata spetta esclusivamente al Magistrato di Sorveglianza, come previsto espressamente dall’art. 69-bis dell’ordinamento penitenziario, e non al Giudice dell’esecuzione.

Perché la Corte ha annullato la decisione del giudice pur essendo d’accordo sull’applicabilità del beneficio?
La Corte ha annullato la decisione perché è stata emessa da un giudice (il Giudice dell’esecuzione) che non aveva la competenza funzionale per farlo. Si tratta di un vizio procedurale insanabile che ha imposto l’annullamento, con trasmissione degli atti all’organo corretto (il Magistrato di Sorveglianza) per una nuova decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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