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Liberazione anticipata: sanzioni e norme incostituzionali

La Corte di Cassazione ha stabilito che una sanzione disciplinare basata su una norma successivamente dichiarata incostituzionale non può ostacolare la concessione della liberazione anticipata. Tuttavia, ha confermato che anche infrazioni minori, seppur punite con un semplice richiamo verbale, possono essere legittimamente considerate dal Tribunale di sorveglianza come indice di mancata adesione al percorso rieducativo, giustificando così il diniego del beneficio per il relativo semestre.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione Anticipata: Quando una Sanzione Disciplinare Ne Impedisce la Concessione?

La liberazione anticipata rappresenta un istituto fondamentale nel percorso di rieducazione del condannato. Tuttavia, la sua concessione è subordinata alla prova di una regolare condotta. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti entro cui le sanzioni disciplinari possono influire su tale valutazione, soprattutto quando una di esse si fonda su una norma poi dichiarata incostituzionale.

I Fatti del Caso

Un detenuto, sottoposto al regime speciale ex art. 41-bis, si è visto rigettare l’istanza di liberazione anticipata per due semestri di detenzione a causa di due distinti episodi disciplinari.
1. Il primo, risalente al 2019, consisteva in uno scambio di oggetti con un altro detenuto dello stesso gruppo di socialità. All’epoca dei fatti, tale comportamento era vietato, ma la norma che imponeva il divieto (art. 41-bis, comma 2-quater, lett. f, Ord. pen.) è stata successivamente dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 97 del 2020.
2. Il secondo episodio, avvenuto nel 2021, ha portato a un richiamo verbale per essersi relazionato con altri detenuti. Il ricorrente ha sostenuto di essere stato autorizzato a farlo in virtù della sua attività lavorativa interna all’istituto (“spesino”).

Il detenuto ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando la legittimità del diniego del beneficio basato su questi due episodi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, operando una distinzione netta tra le due sanzioni e il loro peso nella valutazione per la liberazione anticipata.

Per quanto riguarda il primo semestre, la Corte ha annullato la decisione del Tribunale di sorveglianza. Ha stabilito che una violazione disciplinare basata su una norma dichiarata incostituzionale non può essere posta a fondamento del diniego del beneficio.

Per il secondo semestre, invece, il ricorso è stato rigettato. La Cassazione ha ritenuto legittima la valutazione del Tribunale, che ha considerato il richiamo verbale come un indicatore della mancata piena adesione del detenuto al percorso rieducativo.

Le Motivazioni: la valutazione della liberazione anticipata

La sentenza offre spunti cruciali su come debba essere valutata la condotta del detenuto ai fini della concessione dei benefici penitenziari.

L’Impatto della Declaratoria di Incostituzionalità

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: se una norma viene espulsa dall’ordinamento perché incostituzionale, i comportamenti che essa vietava non possono più produrre effetti pregiudizievoli. Di conseguenza, negare la liberazione anticipata per un’infrazione a una regola che non è più considerata legittima sarebbe contrario ai principi di legalità e favor rei. La valutazione del Tribunale di sorveglianza per quel semestre è stata quindi ritenuta illegittima e dovrà essere riesaminata.

La Rilevanza dei Rilievi Disciplinari

Per la seconda infrazione, la Corte ha specificato che il Tribunale di sorveglianza ha ampia discrezionalità nel valutare la personalità del condannato. Un rapporto disciplinare, anche se si conclude con una sanzione minima come il richiamo verbale, può essere considerato un elemento sintomatico della mancata disponibilità del detenuto a seguire il trattamento rieducativo. Secondo la Corte, non rileva che l’altro detenuto non sia stato sanzionato o che il ricorrente avesse una generica autorizzazione a interagire con altri; ciò che conta è l’episodio specifico di violazione delle regole. Le violazioni, anche se non gravi, possono essere considerate come prova di una condotta non pienamente regolare, giustificando il diniego del beneficio.

Conclusioni

La pronuncia della Cassazione delinea due importanti principi. In primo luogo, una condotta sanzionata sulla base di una norma successivamente dichiarata incostituzionale non può essere usata per negare la liberazione anticipata. In secondo luogo, qualsiasi infrazione disciplinare, a prescindere dalla sua gravità e dalla sanzione irrogata, può essere legittimamente valutata dal giudice di sorveglianza come un elemento negativo che dimostra la persistenza di una condotta non conforme al percorso di risocializzazione, giustificando così il rigetto dell’istanza per il periodo di riferimento.

Una sanzione basata su una norma poi dichiarata incostituzionale può impedire la liberazione anticipata?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, a seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale di una norma, la violazione della stessa non può essere posta a fondamento del diniego della liberazione anticipata.

Un semplice richiamo verbale è sufficiente per negare la liberazione anticipata?
Sì. Secondo la Corte, anche un’infrazione che ha portato a una sanzione minima, come un richiamo verbale, può essere considerata dal Tribunale di sorveglianza come un elemento che indica la mancata adesione del condannato al trattamento rieducativo, giustificando il diniego del beneficio.

La mancata sanzione di altre persone coinvolte in un’infrazione rende illegittimo il diniego del beneficio?
No. La Corte ha ritenuto irrilevante, ai fini della valutazione della condotta del singolo detenuto, il fatto che altri soggetti coinvolti nella stessa infrazione non siano stati sanzionati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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