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Liberazione anticipata: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto contro il diniego della liberazione anticipata. La decisione si fonda sulla genericità delle censure, sulla non corrispondenza tra il periodo richiesto e quello giudicato, e sulla corretta motivazione del Tribunale di Sorveglianza, che aveva rilevato una grave violazione delle prescrizioni del permesso premio e una mancata adesione al percorso trattamentale.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione Anticipata: Quando il Ricorso è Inammissibile

La liberazione anticipata rappresenta uno strumento fondamentale nel percorso di rieducazione del condannato, premiando la sua partecipazione attiva al trattamento. Tuttavia, l’accesso a tale beneficio non è automatico e il rigetto della richiesta da parte del Tribunale di Sorveglianza può essere impugnato in Cassazione. Una recente sentenza della Suprema Corte, la n. 4303 del 2024, offre importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità del ricorso, sottolineando come la genericità e l’errata impostazione delle censure ne determinino inevitabilmente il rigetto.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Liberazione Anticipata Negata

Il caso in esame riguarda un detenuto che si era visto respingere la richiesta di liberazione anticipata per due semestri di detenzione dal Magistrato di Sorveglianza. La decisione era stata confermata anche in sede di reclamo dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna. Secondo i giudici, il comportamento del detenuto non era stato tale da giustificare la concessione del beneficio, a causa di una grave violazione delle prescrizioni durante un permesso premio e di un atteggiamento non collaborativo nel percorso trattamentale.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso

Il detenuto, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, chiedendo l’annullamento del provvedimento. La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile per una serie di vizi sia formali che sostanziali.

Le Ragioni Formali dell’Inammissibilità

In primo luogo, il ricorso è stato giudicato ‘de-assiale’, ovvero fuori asse. Il ricorrente, infatti, pur impugnando la decisione relativa a un determinato arco temporale (dal 13 gennaio 2021 al 13 gennaio 2022), ha formulato le sue doglianze facendo riferimento a un semestre successivo (dal 13 gennaio 2022 al 13 luglio 2022), creando una palese discrasia che ha viziato l’atto.

La Critica Generica e l’Assertività del Ricorso

In secondo luogo, la Corte ha rilevato che, sebbene il ricorso denunciasse formalmente una ‘violazione di legge’, in realtà proponeva una critica generica e assertiva alle valutazioni di merito dei giudici, senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni contenute nel provvedimento impugnato. Il ricorso si limitava a reiterare le stesse argomentazioni già presentate e respinte in sede di reclamo, senza evidenziare vizi logici o giuridici nella motivazione del Tribunale di Sorveglianza.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha evidenziato come il Tribunale di Sorveglianza avesse correttamente motivato il proprio diniego. Per quanto riguarda il primo semestre, la violazione delle prescrizioni del permesso premio è stata ritenuta grave. Il detenuto aveva dichiarato di essersi recato da un dentista, ma il professionista aveva negato di averlo mai avuto come paziente. Questo episodio è stato interpretato come una rottura del rapporto fiduciario, elemento essenziale per la concessione di benefici.

Per il secondo semestre, la decisione si basava su una relazione di sintesi che descriveva l’atteggiamento del condannato come ‘minimizzante’, caratterizzato da ‘risentimento e aperta rivendicazione’. Tali elementi sono stati logicamente valutati come indicativi di una mancata adesione al trattamento rieducativo e, di conseguenza, ostativi al riconoscimento della liberazione anticipata.

le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio di merito. Per essere ammissibile, deve individuare vizi specifici (violazione di legge o vizio di motivazione) nel provvedimento impugnato, confrontandosi puntualmente con le ragioni addotte dal giudice. Un ricorso generico, ripetitivo o non allineato con l’oggetto della decisione è destinato all’inammissibilità, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso per la liberazione anticipata è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per tre motivi principali: era ‘de-assiale’, in quanto si riferiva a un periodo temporale diverso da quello oggetto della decisione impugnata; era generico, perché criticava la valutazione dei fatti senza denunciare una specifica violazione di legge; era assertivo e ripetitivo delle argomentazioni già respinte nel giudizio di merito.

Quale comportamento del detenuto ha causato il rigetto della richiesta nel primo semestre?
Nel primo semestre, il diniego è stato causato da una grave violazione delle prescrizioni di un permesso premio. Il detenuto aveva mentito, affermando di essersi recato da un dentista che, invece, ha negato di averlo mai avuto come paziente. Questo ha determinato la rottura del rapporto fiduciario con l’istituzione.

Cosa ha impedito la concessione del beneficio per il secondo semestre?
Per il secondo semestre, il beneficio è stato negato a causa dell’atteggiamento del condannato, descritto in una relazione di sintesi come minimizzante, rancoroso e rivendicativo. Tali comportamenti sono stati considerati indicativi di una mancata adesione al percorso di trattamento e rieducazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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