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Liberazione anticipata: quando si valuta la condotta?

La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente la decisione di un Tribunale di Sorveglianza che negava la liberazione anticipata a un detenuto. La Corte ha chiarito che il beneficio non può essere negato per un reato la cui data di accertamento ricade nel periodo di detenzione, se la commissione del fatto è avvenuta prima. Tuttavia, ha confermato che gli illeciti disciplinari commessi in carcere giustificano il rigetto della richiesta per i periodi in cui sono avvenuti.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione Anticipata: La Cassazione Chiarisce la Valutazione della Condotta

La liberazione anticipata è uno strumento fondamentale nel percorso di rieducazione del condannato, ma la sua concessione dipende da una valutazione rigorosa della condotta tenuta durante la detenzione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante precisazione su come debbano essere interpretati i fatti che avvengono durante questo periodo, distinguendo nettamente tra la data di commissione di un reato e quella del suo accertamento.

Il Caso: Diniego della Liberazione Anticipata per Reati e Infrazioni

Il caso in esame riguarda il ricorso di un detenuto contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di negargli il beneficio della liberazione anticipata per tre distinti periodi. Il diniego si basava su due ordini di ragioni:

1. Per il periodo 2015-2018: Il Tribunale aveva considerato ostativa una condanna definitiva per ricettazione, basandosi sul fatto che l’accertamento del reato (il ritrovamento di alcune autovetture rubate) era avvenuto il 28 ottobre 2015, data in cui il ricorrente era già detenuto.
2. Per i periodi 2019-2021 e 2023: Il diniego era motivato da una serie di illeciti disciplinari, tra cui il possesso di modiche quantità di vino, la partecipazione a una protesta durante l’emergenza pandemica e il possesso di un telefono cellulare.

Il ricorrente, tramite i suoi difensori, ha impugnato la decisione, sostenendo l’erroneità della valutazione del Tribunale su entrambi i fronti.

L’Analisi della Corte sulla Data del Reato

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendo la motivazione del Tribunale di Sorveglianza “manifestamente illogica”. Gli Ermellini hanno chiarito un principio cruciale: la data del 28 ottobre 2015 corrisponde al momento dell’accertamento del reato di ricettazione, ovvero quando le forze dell’ordine hanno rinvenuto la merce, e non alla data in cui il reato è stato effettivamente commesso dal detenuto.

Poiché il ricorrente si trovava già in stato di custodia cautelare in quella data, era materialmente impossibile che avesse commesso il reato durante il periodo di detenzione per cui chiedeva il beneficio. La valutazione del Tribunale è stata quindi viziata da un errore logico fondamentale, confondendo il momento dell’azione criminosa con quello della sua scoperta.

La Valutazione degli Illeciti per la Liberazione Anticipata

Di segno opposto è stata invece la decisione della Corte sul secondo motivo di ricorso. In questo caso, i giudici hanno ritenuto corretta e adeguatamente motivata la valutazione del Tribunale di Sorveglianza. Gli illeciti disciplinari commessi dal detenuto – come la detenzione di vino, la partecipazione a proteste non autorizzate e il possesso di un cellulare – sono stati considerati indicatori sintomatici di una “non adeguata partecipazione al percorso rieducativo”.

La Corte ha ribadito che, ai fini della concessione della liberazione anticipata, le infrazioni disciplinari sono rilevanti non tanto per le sanzioni che ne derivano, ma come elementi che dimostrano la condotta del detenuto e la sua adesione o meno alle regole dell’istituto penitenziario.

Le Motivazioni della Decisione

La sentenza si fonda su una netta distinzione logico-giuridica. Per il primo punto, la motivazione del rigetto era illogica perché basata su un presupposto fattuale errato: attribuire la commissione di un reato a un periodo in cui il soggetto era impossibilitato a compierlo. Questo ha portato all’annullamento con rinvio della decisione, affinché il Tribunale di Sorveglianza proceda a una nuova valutazione per quel specifico periodo, senza tenere conto di quel reato.

Per il secondo punto, la motivazione è stata invece ritenuta adeguata. Il Tribunale aveva correttamente considerato gli illeciti disciplinari come espressione di una condotta non irreprensibile, venendo meno al dovere di rispetto delle regole interne. Questa valutazione rientra nella discrezionalità del giudice di sorveglianza, che in questo caso è stata esercitata in modo corretto e non censurabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia della Cassazione ha due importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, stabilisce che i giudici devono prestare la massima attenzione a distinguere tra la data di commissione di un reato e quella del suo accertamento, specialmente quando valutano la condotta di un detenuto ai fini della concessione di benefici. Un reato commesso prima dell’inizio della detenzione non può essere usato per negare la liberazione anticipata sulla base del solo fatto che è stato scoperto durante la carcerazione. In secondo luogo, conferma la piena rilevanza della condotta carceraria e degli illeciti disciplinari come termometro della partecipazione del condannato al percorso rieducativo, legittimando il diniego del beneficio in caso di violazioni significative.

La scoperta di un reato durante la detenzione può impedire la liberazione anticipata per quel periodo?
No, se il reato è stato commesso prima dell’inizio della detenzione. La Corte di Cassazione ha stabilito che la data rilevante è quella della commissione del fatto, non quella del suo accertamento. È illogico negare il beneficio sulla base di un fatto che il detenuto non poteva commettere mentre era in carcere.

Gli illeciti disciplinari in carcere comportano automaticamente il diniego della liberazione anticipata?
Non automaticamente, ma sono un elemento fondamentale nella valutazione del giudice. La sentenza conferma che le infrazioni disciplinari, anche se non seguite da sanzioni, sono considerate “sintomatiche” di una non adeguata partecipazione al percorso rieducativo e possono legittimamente fondare il rigetto della richiesta di liberazione anticipata.

Quale differenza fa la Corte tra il reato di ricettazione e gli illeciti disciplinari nel caso specifico?
La differenza è temporale e logica. Il reato di ricettazione, sebbene accertato durante la detenzione, era stato commesso prima. Gli illeciti disciplinari (possesso di vino, proteste, uso di un cellulare) sono stati invece commessi durante i periodi di detenzione per i quali si chiedeva il beneficio, dimostrando una condotta non irreprensibile proprio in quel lasso di tempo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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