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Liberazione anticipata: quando la condotta la nega

Un detenuto si è visto negare la liberazione anticipata a causa della sua condotta non regolare, caratterizzata da atteggiamenti aggressivi e irrispettosi delle regole. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, specificando che ai fini del beneficio conta la partecipazione sostanziale e non solo formale al percorso rieducativo. Anche i comportamenti che hanno portato a sanzioni poi annullate per vizi formali possono essere valutati per giudicare la condotta complessiva del condannato.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione anticipata: la condotta complessiva prevale sulla partecipazione formale

La liberazione anticipata rappresenta uno degli strumenti più importanti nel sistema penitenziario italiano, finalizzato a incentivare la partecipazione del detenuto al percorso di rieducazione. Tuttavia, la sua concessione non è automatica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 20718/2024) ribadisce un principio fondamentale: la valutazione del giudice deve basarsi sulla condotta complessiva e sulla genuina adesione al trattamento, andando oltre la mera partecipazione formale ad attività rieducative.

Il Caso in Esame: Diniego del Beneficio per Condotta Irregolare

Il caso riguarda un detenuto che aveva presentato reclamo contro il provvedimento del Magistrato di Sorveglianza, il quale aveva respinto la sua istanza di liberazione anticipata per il periodo di un anno. Il diniego era motivato dal comportamento non regolare del detenuto, caratterizzato da ‘atteggiamenti offensivi’ e ‘dispregio verso le regole’, che avevano portato a diverse sanzioni disciplinari.

Il ricorrente, d’altro canto, sosteneva che il Tribunale non avesse adeguatamente considerato gli aspetti positivi del suo percorso, come la partecipazione a programmi scolastici e teatrali, il conseguimento di un titolo di studio e il fatto di aver già beneficiato in passato della liberazione anticipata.

L’Analisi della Cassazione sulla Liberazione Anticipata

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso infondato, confermando la decisione del Tribunale di Sorveglianza. La sentenza si fonda su alcuni principi cardine in materia di esecuzione della pena.

La Valutazione Discrezionale del Giudice

Innanzitutto, viene ribadito che la concessione della liberazione anticipata, al pari di altri benefici penitenziari, è soggetta a un apprezzamento discrezionale del giudice. Questa valutazione deve essere accuratamente motivata e basata sui criteri stabiliti dall’art. 54 dell’ordinamento penitenziario: la prova di una condotta regolare e la partecipazione attiva all’opera di rieducazione.

L’Irrilevanza dell’Annullamento Formale della Sanzione

Un punto cruciale della decisione riguarda una sanzione disciplinare inflitta al detenuto per ‘atteggiamenti offensivi’. Sebbene tale sanzione fosse stata successivamente annullata per un vizio procedurale (la tardiva notifica), la Cassazione ha ritenuto corretto che il Tribunale abbia comunque considerato i fatti sottostanti. Secondo la Corte, l’annullamento per motivi formali non cancella il disvalore del comportamento, che rimane un valido indicatore della mancata adesione del detenuto al percorso rieducativo. Questo dimostra che il giudizio non si ferma alla forma, ma va alla sostanza dei comportamenti.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato il rigetto del ricorso evidenziando come il Tribunale di Sorveglianza avesse operato un corretto bilanciamento di tutti gli elementi a disposizione. La decisione di negare il beneficio non si basava su un singolo episodio, ma su una valutazione complessiva del percorso del detenuto. Le relazioni comportamentali agli atti avevano rivelato una tendenza a comportamenti aggressivi e di disprezzo per le regole, confermata da ben sei sanzioni disciplinari in un arco temporale precedente. Questo quadro complessivo ha permesso al giudice di concludere che, nonostante la partecipazione ad attività trattamentali, mancava una reale e profonda adesione ai valori del percorso di risocializzazione. L’ordinanza impugnata, pertanto, ha correttamente apprezzato la gravità e la collocazione temporale delle condotte negative, nonché la loro incidenza sulla volontà del detenuto di partecipare effettivamente all’opera di rieducazione.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza?

La sentenza in commento offre importanti spunti di riflessione. La concessione della liberazione anticipata non è un diritto che scaturisce automaticamente dalla partecipazione a corsi o attività, ma è il risultato di un giudizio complesso sulla personalità del detenuto e sul suo reale cambiamento. Un comportamento costantemente irrispettoso delle regole, anche se intervallato da attività positive, può essere interpretato come un segnale di una partecipazione solo strumentale e non sentita. La decisione sottolinea che, per il giudice, è fondamentale accertare un’adesione ‘sostanziale’ e non meramente ‘formale’ al trattamento rieducativo, e in questa valutazione possono rientrare anche condotte che hanno dato luogo a sanzioni poi annullate per vizi di forma.

Una sanzione disciplinare annullata per un vizio formale può comunque essere considerata per negare la liberazione anticipata?
Sì. Secondo la Corte, il giudice può valutare il comportamento sottostante che ha causato la sanzione, anche se quest’ultima è stata annullata per motivi procedurali (come una notifica tardiva), poiché tale comportamento rimane un indice della mancata adesione del detenuto al percorso rieducativo.

La partecipazione a programmi scolastici e attività rieducative garantisce la concessione della liberazione anticipata?
No. La partecipazione è un requisito necessario ma non sufficiente. Il giudice deve valutare la condotta nel suo complesso. Comportamenti aggressivi, irrispettosi delle regole e altre sanzioni possono dimostrare una partecipazione solo formale e non sostanziale, giustificando il diniego del beneficio.

Il giudice può considerare comportamenti avvenuti prima del semestre in valutazione per la liberazione anticipata?
Sì. Sebbene la valutazione sia tendenzialmente frazionata per semestri, il giudice può considerare trasgressioni precedenti, specialmente se queste manifestano un persistente rifiuto di aderire al percorso di risocializzazione e un atteggiamento complessivo di disprezzo per le regole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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