LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Liberazione anticipata: quando è negata dalla condotta

Un detenuto si è visto negare la liberazione anticipata per un periodo specifico a causa di reati commessi successivamente. La Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che il principio di valutazione semestrale può essere derogato in caso di condotte gravi che dimostrino la mancata adesione al percorso rieducativo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione anticipata: la condotta complessiva del detenuto prevale sulla valutazione semestrale

La liberazione anticipata rappresenta uno degli strumenti più importanti dell’ordinamento penitenziario, finalizzato a incentivare la partecipazione del detenuto al percorso di rieducazione. Tuttavia, la sua concessione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: una condotta grave, anche se successiva al periodo di valutazione, può giustificare il diniego del beneficio, derogando al criterio della cosiddetta ‘semestralizzazione’. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un detenuto presentava istanza per ottenere la liberazione anticipata per il periodo compreso tra luglio 2007 e luglio 2009. Sia il Magistrato di Sorveglianza che, in sede di reclamo, il Tribunale di Sorveglianza respingevano la richiesta, dichiarandola inammissibile. La difesa del detenuto decideva quindi di ricorrere in Cassazione, sostenendo che, durante il biennio in questione, il suo assistito non aveva commesso alcuna violazione delle norme penitenziarie e aveva mantenuto una condotta regolare. L’argomentazione difensiva si basava sul principio della valutazione frazionata per ogni singolo semestre, secondo cui la buona condotta in un determinato periodo dovrebbe essere valutata autonomamente.

La Decisione della Corte: La Liberazione Anticipata e i suoi Limiti

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del Tribunale di Sorveglianza. Gli Ermellini hanno ritenuto il motivo di ricorso manifestamente infondato, in quanto basato su censure di fatto e su una errata interpretazione della normativa. Il Tribunale, infatti, aveva correttamente motivato il proprio diniego facendo riferimento a una precedente ordinanza e, soprattutto, evidenziando come il detenuto fosse tornato a delinquere, commettendo nuovi reati mentre si trovava in custodia cautelare. Questa condotta successiva è stata ritenuta un indicatore decisivo della mancata adesione al percorso rieducativo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha chiarito che, sebbene l’articolo 54 dell’Ordinamento Penitenziario preveda una valutazione della condotta del detenuto da frazionare normalmente per ogni semestre (principio di semestralizzazione), questo principio non è assoluto. La giurisprudenza consolidata della stessa Corte ammette che la valutazione possa estendersi in negativo anche ad altri semestri, specialmente quando il condannato ponga in essere un comportamento particolarmente grave. Un tale comportamento è considerato idoneo a far presumere che il soggetto non abbia partecipato in modo ‘pieno ed incondizionato’ al percorso di rieducazione per l’intero periodo di valutazione. In sostanza, nuovi reati o gravi trasgressioni possono ‘macchiare’ retroattivamente anche i periodi di apparente buona condotta, dimostrando che il processo di risocializzazione non ha avuto successo.

Conclusioni

La decisione in commento rafforza un orientamento giurisprudenziale cruciale in materia di liberazione anticipata. Il beneficio non è un mero automatismo legato al trascorrere del tempo e all’assenza di infrazioni formali in un dato semestre. Il giudice di sorveglianza ha il potere-dovere di effettuare una valutazione complessiva e sostanziale del percorso del condannato. Condotte gravi e successive, specialmente se costituenti nuovi reati, sono un sintomo inequivocabile del fallimento, almeno parziale, del trattamento rieducativo e possono legittimamente precludere la concessione dello sconto di pena, anche per periodi pregressi in cui la condotta era stata formalmente regolare. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

La valutazione per la liberazione anticipata deve essere sempre fatta semestre per semestre?
No. Sebbene il principio generale sia quello della valutazione frazionata per semestre (cd. semestralizzazione), la giurisprudenza ammette che questo criterio possa essere derogato. Il giudice può compiere una valutazione complessiva della condotta del detenuto.

Una condotta negativa successiva a un periodo di buona condotta può impedire la concessione della liberazione anticipata per quel periodo?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, un comportamento particolarmente grave, come la commissione di nuovi reati, anche se avvenuto dopo il semestre in valutazione, può essere considerato un indicatore della mancata partecipazione del condannato all’opera di rieducazione e giustificare il diniego del beneficio anche per periodi precedenti.

Cosa succede se un ricorso per cassazione in materia di liberazione anticipata viene dichiarato inammissibile?
Quando il ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati