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Liberazione anticipata: no se la condotta è irregolare

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto contro il provvedimento che gli aveva negato la liberazione anticipata. La decisione si fonda sulla condotta irregolare del detenuto, attestata da due rapporti disciplinari, e sulla genericità delle censure mosse in sede di ricorso, portando alla condanna al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liberazione Anticipata: Quando la Cattiva Condotta Sbarra la Strada

La liberazione anticipata rappresenta uno degli strumenti più importanti nel percorso di rieducazione del condannato, premiando la buona condotta con uno sconto di pena. Tuttavia, cosa accade quando il comportamento del detenuto non è esemplare? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la presenza di rapporti disciplinari negativi costituisce un ostacolo insormontabile per l’accesso a tale beneficio, confermando la linea dura del Tribunale di Sorveglianza.

I Fatti del Caso

Un detenuto si è visto parzialmente respingere la sua richiesta di liberazione anticipata dal Tribunale di Sorveglianza di Torino. La decisione del tribunale era fondata su una valutazione negativa della condotta del soggetto durante i semestri di detenzione presi in esame. Nello specifico, a carico del detenuto erano stati elevati due distinti rapporti disciplinari in date diverse, uno nel gennaio 2020 e l’altro nel maggio 2021.

Contro questa decisione, il detenuto ha proposto ricorso per Cassazione, cercando di ottenere una revisione del provvedimento e il riconoscimento del beneficio negatogli.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha ritenuto manifestamente infondato, dichiarandolo inammissibile. Di conseguenza, non solo la decisione del Tribunale di Sorveglianza è stata confermata, ma il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria aggiuntiva è stata comminata poiché non sono emersi elementi per escludere la colpa del ricorrente nell’aver presentato un ricorso palesemente privo di fondamento.

Le Motivazioni: Condotta Irregolare e Genericità del Ricorso

Le motivazioni alla base della decisione della Cassazione sono chiare e si articolano su due punti principali.

In primo luogo, la Corte ha dato pieno valore ai due rapporti disciplinari. Questi episodi sono stati considerati una prova concreta e inconfutabile della ‘irregolare condotta’ del detenuto, elemento che per sua natura osta alla concessione della liberazione anticipata. Il beneficio, infatti, è strettamente legato alla prova di una partecipazione attiva e positiva al percorso rieducativo, e le infrazioni disciplinari dimostrano esattamente il contrario.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato come il detenuto fosse pienamente consapevole dei procedimenti disciplinari a suo carico. A riprova di ciò, in entrambi i casi egli si era rifiutato di firmare il verbale di contestazione. Questo dettaglio ha rafforzato la posizione dell’accusa, escludendo qualsiasi possibile vizio di notifica o mancata conoscenza degli addebiti.

Infine, il ricorso stesso è stato giudicato generico. Le censure mosse dal detenuto non sono entrate nel merito del ragionamento logico-giuridico del Tribunale di Sorveglianza, limitandosi a contestazioni superficiali che non hanno scalfito la solidità della decisione impugnata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nell’ambito dell’esecuzione penale: la buona condotta non è un dettaglio, ma il presupposto essenziale per accedere ai benefici penitenziari come la liberazione anticipata. La pronuncia insegna che la presenza di sanzioni disciplinari documentate rende quasi impossibile ottenere uno sconto di pena. Inoltre, evidenzia l’importanza di presentare ricorsi specifici e ben argomentati. Un’impugnazione generica, che non contesta punto per punto le motivazioni del giudice, è destinata a essere dichiarata inammissibile, con l’ulteriore conseguenza negativa della condanna a spese e sanzioni pecuniarie.

Un detenuto può ottenere la liberazione anticipata se ha avuto rapporti disciplinari a suo carico?
No, secondo questa ordinanza, la presenza di rapporti disciplinari che dimostrano una condotta irregolare è un motivo valido per negare o respingere parzialmente la richiesta di liberazione anticipata.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene giudicato manifestamente infondato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, in assenza di prove che escludano la sua colpa, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La mancata firma del verbale di contestazione di un’infrazione disciplinare aiuta il detenuto?
No, al contrario. In questo caso, il rifiuto di firmare il verbale è stato considerato dalla Corte come prova che il detenuto era a conoscenza del procedimento disciplinare a suo carico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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