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Lex mitior e decreto penale: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1296 del 2024, ha stabilito che il principio della lex mitior, ovvero della legge più favorevole all’imputato, si applica anche a un decreto penale di condanna emesso prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia ma notificato successivamente. Il caso riguardava un imputato condannato per imbrattamento di un bene immobile. La Corte ha ritenuto che la nuova disposizione, che prevede una riduzione di un quinto della pena in caso di mancata opposizione, pur essendo di natura processuale, ha effetti sostanziali e deve quindi essere applicata retroattivamente. Di conseguenza, ha annullato l’ordinanza impugnata e rideterminato la pena, riducendola da 400 a 320 euro di multa.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Principio della Lex Mitior e Riforma Cartabia: la Svolta sul Decreto Penale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1296/2024, interviene su una questione cruciale relativa all’applicazione del principio della lex mitior nel contesto della Riforma Cartabia. La pronuncia chiarisce che la riduzione di pena prevista per la mancata opposizione a un decreto penale, introdotta dalla riforma, si applica anche ai decreti emessi prima della sua entrata in vigore, purché notificati successivamente. Una decisione che rafforza le garanzie difensive e il favor rei nel diritto penale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un decreto penale di condanna emesso dal Tribunale di Milano il 24 maggio 2022, con cui un soggetto veniva condannato alla pena di 400 euro di multa per il reato di imbrattamento di un bene immobile. Successivamente, il 30 dicembre 2022, entrava in vigore la cosiddetta Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), che introduceva all’art. 460 del codice di procedura penale una nuova disposizione (lett. h-ter) che prevede una riduzione della pena di un quinto in caso di mancata opposizione al decreto.

Il decreto penale in questione veniva notificato all’imputato solo il 24 gennaio 2023, quando la nuova norma era già pienamente efficace. La difesa, scaduti i termini per l’opposizione, presentava un’istanza al giudice dell’esecuzione chiedendo l’applicazione retroattiva della norma più favorevole. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) rigettava la richiesta, sostenendo che la norma avesse natura processuale e non potesse quindi essere applicata retroattivamente a un decreto già emesso. Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e rideterminando direttamente la pena. I giudici di legittimità hanno affermato che la nuova disposizione, sebbene inserita in una norma processuale, produce effetti sostanziali, incidendo direttamente sul quantum della sanzione. Pertanto, deve soggiacere al regime dell’art. 2, comma quarto, del codice penale, che sancisce l’applicazione retroattiva della legge più favorevole.

L’Applicazione del Principio della Lex Mitior

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione del principio della lex mitior. La Corte chiarisce che il principio costituzionale di legalità della pena non riguarda solo l’an (il se) della punizione, ma anche il quomodo e, in particolare, il quantum della pena inflitta.

Norme Processuali con Effetti Sostanziali

La Cassazione, richiamando precedenti giurisprudenziali consolidati (anche a Sezioni Unite), ribadisce un concetto fondamentale: una norma, pur avendo natura processuale, se comporta un trattamento sanzionatorio più favorevole per l’imputato, acquisisce una valenza sostanziale. In questi casi, deve essere applicata retroattivamente ai procedimenti in corso, a meno che non sia già intervenuta una sentenza irrevocabile. La scelta di non opporsi al decreto penale, a seguito della Riforma Cartabia, non è più solo una scelta processuale di acquiescenza, ma diventa una scelta che produce un beneficio sanzionatorio diretto e tangibile: la riduzione di un quinto della pena.

Il Momento Rilevante per l’Applicazione

Un altro punto cruciale della sentenza è l’individuazione del momento in cui il decreto penale produce i suoi effetti per l’imputato. La Corte stabilisce che tale momento non è quello dell’emissione da parte del giudice, ma quello della notificazione all’interessato. È solo con la notifica che l’imputato viene a conoscenza del provvedimento e può esercitare i suoi diritti, inclusa la scelta di fare opposizione o di beneficiare delle nuove disposizioni. Poiché la notifica è avvenuta dopo l’entrata in vigore della legge più favorevole, l’imputato aveva pieno diritto di vedersela applicare.

Le Motivazioni

Nelle motivazioni, la Corte di Cassazione ha tracciato un parallelo con altre vicende analoghe, come l’introduzione di criteri di ragguaglio più favorevoli tra pene detentive e pecuniarie (art. 459, comma 1-bis, c.p.p.) o la modifica della riduzione di pena per il rito abbreviato in caso di contravvenzioni (art. 442, comma 2, c.p.p.). In tutti questi casi, la giurisprudenza ha costantemente affermato il principio dell’applicazione retroattiva delle norme processuali con effetti sostanziali favorevoli. La Corte ha sottolineato che la finalità rieducativa della pena e i principi di uguaglianza e proporzionalità impongono al giudice di rivalutare la sanzione alla luce dei nuovi e più miti parametri introdotti dal legislatore. L’imputato ha il diritto di essere giudicato secondo il trattamento più favorevole tra quelli succedutisi nel tempo prima del passaggio in giudicato della sentenza.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza stabilisce un importante principio a tutela dell’imputato. La riduzione di pena di un quinto introdotta dalla Riforma Cartabia per la mancata opposizione al decreto penale si applica a tutti i decreti notificati dopo il 30 dicembre 2022, anche se emessi in data anteriore. La Corte, agendo come giudice di merito ai sensi dell’art. 620, comma 1, lett. l), c.p.p., ha annullato la decisione del GIP e ha direttamente ricalcolato la pena, riducendo la multa da 400 euro a 320 euro. Questa pronuncia offre un chiaro indirizzo interpretativo per i giudici di merito e conferma la prevalenza del favor rei quando il legislatore interviene per mitigare il trattamento sanzionatorio.

Una nuova legge più favorevole, entrata in vigore dopo l’emissione di un decreto penale ma prima della sua notifica, si applica retroattivamente?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, poiché la nuova norma ha effetti sostanziali sul trattamento sanzionatorio, si applica il principio della lex mitior. Il momento giuridicamente rilevante per l’imputato è quello della notifica del decreto, non della sua emissione, e se a quella data è in vigore una legge più favorevole, questa deve essere applicata.

Il principio della lex mitior riguarda anche le norme di carattere processuale?
Sì, qualora le norme processuali producano effetti sostanziali, come una riduzione della pena. La Corte afferma che anche una disposizione che incide sulle modalità del rito può avere una valenza sostanziale se comporta un trattamento sanzionatorio più favorevole, e come tale deve essere applicata retroattivamente.

Qual è stata la conseguenza pratica della decisione della Corte nel caso specifico?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza del GIP e, agendo direttamente in sede di merito, ha rideterminato la pena. Ha applicato la riduzione di un quinto prevista dalla nuova legge, calcolandola sulla pena base di 400 euro e fissando la pena finale in 320 euro di multa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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