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Lettore CD detenuti 41-bis: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero della Giustizia contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza, che aveva autorizzato un detenuto in regime speciale ad acquistare un lettore CD e cuffie. Il Ministero sosteneva che tale concessione compromettesse la sicurezza, ma non ha fornito prove concrete dell’impossibilità di effettuare i controlli necessari nel penitenziario specifico. La Corte ha ritenuto le motivazioni del ricorso troppo generiche, confermando di fatto il diritto del detenuto all’ascolto di musica, bilanciato con adeguate misure di sicurezza.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lettore CD per detenuti 41-bis: Diritto o Rischio per la Sicurezza?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7231/2025, si è pronunciata su un tema delicato che contrappone le esigenze di sicurezza del regime carcerario speciale e i diritti fondamentali dei detenuti. Il caso riguarda la legittimità del diniego opposto dall’amministrazione penitenziaria alla richiesta di un detenuto, sottoposto al regime del 41-bis, di acquistare un lettore CD detenuti 41-bis per l’ascolto di musica e per motivi di studio. La decisione della Suprema Corte chiarisce i confini del potere discrezionale dell’amministrazione e i presupposti per limitare un diritto del recluso.

I Fatti del Caso: La Richiesta del Detenuto

Un detenuto in regime differenziato presso la Casa circondariale di Novara aveva presentato reclamo contro il diniego della direzione carceraria alla sua richiesta di acquistare un lettore di compact disk e delle cuffie. La richiesta specificava che l’acquisto sarebbe avvenuto tramite l’impresa di mantenimento, con un lettore appositamente piombato e messo in sicurezza per prevenire manomissioni, e che i CD musicali sarebbero stati sigillati e muniti di marchio Siae. L’obiettivo era l’ascolto di musica e l’utilizzo per motivi di studio.

Il Magistrato di sorveglianza accoglieva il reclamo del detenuto. Successivamente, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) impugnava tale decisione davanti al Tribunale di sorveglianza, che però rigettava il reclamo del DAP, confermando il diritto del detenuto. Di qui il ricorso per cassazione del Ministero della Giustizia.

Il Ricorso del Ministero e le Preoccupazioni per la Sicurezza

Il Ministero della Giustizia ha basato il suo ricorso su due motivi principali:
1. Violazione di legge: Secondo il Ministero, il divieto di possedere un lettore CD non lede il diritto soggettivo ad ascoltare musica, ma ne regola semplicemente le modalità di esercizio, nel rispetto delle rigorose esigenze di sicurezza del 41-bis, volte a impedire qualsiasi contatto con le organizzazioni criminali esterne.
2. Eccesso di potere: Si sosteneva che i giudici di sorveglianza avessero imposto all’amministrazione penitenziaria oneri eccessivi e non previsti, come la piombatura del lettore, la preselezione dei brani e i controlli costanti, sottraendo risorse umane e materiali ai compiti istituzionali di sorveglianza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul lettore cd detenuti 41-bis

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i motivi di ricorso inammissibili. Il punto cruciale della decisione non è stato negare in astratto le esigenze di sicurezza, ma contestare la genericità delle argomentazioni del Ministero.

La giurisprudenza consolidata ammette che l’amministrazione possa negare l’autorizzazione all’acquisto di tali dispositivi se dimostra, in concreto, che i controlli necessari per garantire la sicurezza comportano “inesigibili adempimenti” in termini di impiego di risorse umane e materiali. In altre parole, non basta affermare un rischio generico, ma occorre provare che, in quello specifico istituto e con le risorse disponibili, sia impossibile effettuare i controlli.

Nel caso di specie, la Corte ha rilevato che l’amministrazione penitenziaria non ha mai specificato, né davanti ai giudici di merito né in sede di legittimità, le ragioni concrete dell'”inesigibilità” delle operazioni di controllo. Non è stato prodotto alcun provvedimento motivato che spiegasse perché, in quella specifica struttura, non fosse possibile assicurare i controlli necessari, come la piombatura del lettore o la verifica dei supporti musicali.

L’impugnazione è stata quindi giudicata fondata su ragioni “non specifiche” e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha sottolineato che il diniego dell’amministrazione deve essere motivato e specifico, non basato su un rifiuto aprioristico.

Conclusioni: Bilanciamento tra Diritti e Sicurezza

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la compressione dei diritti dei detenuti, anche in un regime severo come il 41-bis, deve essere sempre proporzionata, ragionevole e, soprattutto, motivata in concreto. Il diritto all’ascolto musicale, funzionale a coltivare interessi culturali e parte del trattamento penitenziario, non può essere negato sulla base di generiche preoccupazioni per la sicurezza.

L’amministrazione penitenziaria conserva il potere di negare l’autorizzazione, ma solo a condizione di dimostrare puntualmente l’impossibilità o l’eccessiva onerosità dei controlli necessari a neutralizzare i rischi. In assenza di tale prova specifica, il diritto del detenuto prevale, nel giusto bilanciamento tra le inderogabili esigenze di sicurezza e la tutela della dignità della persona.

Un detenuto in regime 41-bis ha diritto di possedere un lettore CD?
Sì, il diritto all’acquisto e alla detenzione di un lettore CD per motivi ricreativi o di studio è riconosciuto, ma non è assoluto. L’Amministrazione penitenziaria può negarlo solo se dimostra in modo specifico e concreto che i controlli di sicurezza necessari comporterebbero un impiego di risorse umane e materiali insostenibile per l’istituto penitenziario.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero della Giustizia?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le motivazioni erano generiche. Il Ministero non ha specificato le ragioni concrete per cui sarebbe stato impossibile o eccessivamente oneroso effettuare i controlli di sicurezza sul lettore CD e sui supporti musicali in quello specifico carcere, non riuscendo a dimostrare l’inesigibilità degli adempimenti richiesti.

Qual è il ruolo dell’Amministrazione penitenziaria in questi casi?
L’Amministrazione ha il dovere di bilanciare le esigenze di sicurezza con i diritti dei detenuti. Se intende negare un’autorizzazione come quella per il lettore CD, deve emettere un provvedimento motivato che spieghi nel dettaglio le ragioni concrete (es. carenza di personale, impossibilità tecnica di controllo) che rendono la richiesta incompatibile con la sicurezza dell’istituto, senza potersi limitare a un diniego generico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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