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Lettore CD 41-bis: quando il diniego è illegittimo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero contro la decisione che autorizzava un detenuto in regime 41-bis all’acquisto di un lettore CD. Il diniego dell’amministrazione era stato giudicato illegittimo perché privo di una motivazione specifica sulle reali difficoltà di controllo del dispositivo, limitandosi a generiche affermazioni di onerosità e senza considerare che altri detenuti già ne usufruivano.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lettore CD 41-bis: Illegittimo il Diniego Non Motivato

La questione dell’utilizzo di un lettore CD 41-bis torna al vaglio della Corte di Cassazione, che con una recente sentenza ha ribadito un principio fondamentale: l’amministrazione penitenziaria non può negare un diritto al detenuto sulla base di motivazioni generiche e non provate. Questo caso offre spunti cruciali sul bilanciamento tra le inflessibili esigenze di sicurezza del regime di carcere duro e i diritti trattamentali della persona detenuta.

I Fatti del Caso

Un detenuto sottoposto al regime speciale previsto dall’art. 41-bis aveva richiesto l’autorizzazione per acquistare, a proprie spese, un lettore CD e alcuni supporti musicali. La Direzione della Casa circondariale aveva negato il permesso. Contro questo diniego, il detenuto ha presentato reclamo al Magistrato di sorveglianza, che ha confermato la decisione dell’amministrazione. Successivamente, il detenuto ha proposto un ulteriore reclamo al Tribunale di sorveglianza, il quale ha ribaltato le precedenti decisioni, accogliendo la richiesta e autorizzando l’acquisto.

La Decisione del Tribunale di Sorveglianza e il Ricorso del Ministero

Il Tribunale di sorveglianza ha motivato la sua decisione evidenziando la sostanziale ‘apoditticità’ del diniego dell’amministrazione. In altre parole, la direzione del carcere aveva dichiarato di non poter garantire un controllo accurato e continuo sui dispositivi, senza però spiegare concretamente le ragioni di tale impossibilità. Inoltre, non aveva considerato che tali controlli erano già predisposti e organizzati per altri detenuti che già possedevano lettori CD. Di fronte a questa decisione favorevole al detenuto, il Ministero della Giustizia ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo che la richiesta dovesse essere vagliata bilanciando l’interesse del detenuto con le superiori esigenze di controllo, le quali, a loro dire, avrebbero reso legittimo il rigetto.

Le Motivazioni della Cassazione: il diniego per l’uso del lettore CD 41-bis

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del Ministero inammissibile a causa della sua ‘irrimediabile genericità’. Secondo la Suprema Corte, il Ministero si è limitato a riproporre argomentazioni generali sul corretto bilanciamento degli interessi in gioco, senza però confrontarsi specificamente con il nucleo della decisione del Tribunale di sorveglianza. Il punto centrale, correttamente colto dal Tribunale, era che il diniego iniziale dell’amministrazione penitenziaria non era supportato da alcuna spiegazione concreta sulle ragioni dell’eccessiva onerosità dei controlli necessari. Il ricorso del Ministero, pertanto, non ha contestato questa specifica lacuna motivazionale, ma ha tentato di ‘arricchire’ le motivazioni originarie ‘ab externo’, ovvero con argomentazioni postume e non pertinenti al vizio procedurale riscontrato. Questo tentativo di spostare il fuoco del controllo dal provvedimento originale a considerazioni generali è stato ritenuto processualmente non ortodosso e ha portato alla declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: il potere dell’amministrazione penitenziaria, per quanto ampio, non è assoluto e deve essere esercitato attraverso provvedimenti adeguatamente motivati. Un diniego basato su affermazioni generiche di ‘difficoltà’ o ‘onerosità’ del controllo, senza un’analisi dettagliata delle risorse e delle procedure, è illegittimo. Per negare l’autorizzazione all’uso di un lettore CD 41-bis, l’amministrazione deve dimostrare in modo puntuale e specifico perché non è in grado di assicurare la messa in sicurezza del dispositivo, spiegando perché gli adempimenti necessari sarebbero ‘inesigibili’ e insostenibili. In assenza di tale prova concreta, il diritto del detenuto a usufruire di elementi trattamentali e ricreativi, seppur con le dovute cautele, deve prevalere.

Un detenuto in regime 41-bis può essere autorizzato a possedere un lettore CD?
Sì, il possesso non è precluso in assoluto. L’autorizzazione può essere negata solo se l’amministrazione penitenziaria dimostra, con motivazioni specifiche e non generiche, che l’esercizio dei necessari controlli di sicurezza sul dispositivo e sui supporti musicali comporterebbe adempimenti talmente gravosi da essere considerati inesigibili e insostenibili per l’organizzazione dell’istituto.

Perché il ricorso del Ministero della Giustizia è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché connotato da ‘irrimediabile genericità’. Non ha contestato specificamente la ragione centrale della decisione del Tribunale di sorveglianza (cioè la mancanza di motivazione concreta nel diniego dell’amministrazione), ma si è limitato a presentare argomentazioni astratte, tentando di integrare dall’esterno le deboli motivazioni originarie, una pratica proceduralmente scorretta.

Cosa deve dimostrare l’amministrazione penitenziaria per negare legittimamente una richiesta simile?
Deve spiegare nel dettaglio le ragioni per cui non sarebbe in grado di approntare un controllo efficace, specificando perché tale attività risulterebbe eccessivamente onerosa in termini di risorse umane e materiali. Deve inoltre confrontarsi con la circostanza, se esistente, che tali forme di controllo siano già state predisposte per altri detenuti che utilizzano dispositivi simili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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