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Lesioni stradali: ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per lesioni stradali gravi. L’imputato, guidando in stato di ebbrezza, aveva causato un incidente. I motivi di ricorso, tra cui la mancata concessione della messa alla prova e il concorso di colpa della vittima (che non indossava la cintura), sono stati respinti in quanto manifestamente infondati e generici.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lesioni Stradali: No alla Messa alla Prova non Verbalizzata e Rilevanza Limitata della Cintura non Allacciata

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta il tema delle lesioni stradali aggravate dalla guida in stato di ebbrezza, offrendo importanti chiarimenti su questioni procedurali e sostanziali. La decisione conferma la condanna di un automobilista, dichiarando inammissibile il suo ricorso e ribadendo principi fondamentali riguardo il valore del verbale d’udienza, il concorso di colpa del passeggero e l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un automobilista riconosciuto colpevole del reato di lesioni stradali gravi ai danni della passeggera del suo veicolo. L’imputato, mentre guidava in stato di ebbrezza alcolica e a velocità sostenuta, perdeva il controllo dell’auto, invadeva la corsia opposta e terminava la sua corsa contro alcuni alberi. Sia il conducente che la passeggera riportavano gravi lesioni, tali da richiedere il ricovero con prognosi riservata.

La condanna, emessa dal Tribunale di primo grado, veniva confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per cassazione, basandolo su tre distinti motivi.

I Motivi del Ricorso e le Lesioni Stradali

La difesa dell’imputato ha articolato il ricorso alla Suprema Corte su tre principali argomentazioni:

1. Mancata verbalizzazione della richiesta di messa alla prova: Si sosteneva che in primo grado fosse stata richiesta la sospensione del procedimento con messa alla prova, ma che tale richiesta non fosse stata trascritta nel verbale d’udienza per un mero errore del segretario.
2. Concorso di colpa della vittima: La difesa chiedeva la revoca delle statuizioni civili, attribuendo la causa delle lesioni al fatto che la passeggera non indossasse la cintura di sicurezza.
3. Applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto: Si lamentava il mancato riconoscimento della causa di non punibilità prevista dall’art. 131 bis c.p., data la presunta lieve entità del reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e generico. Le argomentazioni della Suprema Corte forniscono spunti di riflessione cruciali.

### Il Valore Probatorio del Verbale d’Udienza

Sul primo punto, la Corte ha ribadito un principio cardine del diritto processuale: il verbale d’udienza è un atto pubblico che fa piena prova, fino a querela di falso, di quanto il pubblico ufficiale attesta essere avvenuto in sua presenza. Pertanto, la semplice affermazione della difesa circa una presunta omissione non è sufficiente a scalfire la fede privilegiata del verbale. La Corte d’Appello aveva correttamente respinto il motivo, e la Cassazione ha confermato tale impostazione, definendo inammissibile la doglianza.

### Lesioni Stradali e la Cintura di Sicurezza non Allacciata

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha chiarito che l’eventuale concorso di colpa della persona offesa – per non aver indossato la cintura di sicurezza – non elimina la legittimazione della stessa a costituirsi parte civile e a richiedere il risarcimento nel processo penale. Sebbene il passeggero abbia un onere di diligenza, i giudici di merito hanno ritenuto, con motivazione logica e non contraddittoria, che la causa principale dell’incidente e delle conseguenti lesioni fosse la condotta gravemente colposa del conducente. La difesa, inoltre, si era limitata a richiamare principi civilistici senza contestare specificamente la valutazione sulla rilevanza causale della condotta di guida.

### L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Infine, la Corte ha respinto la richiesta di applicare l’art. 131 bis c.p. La particolare tenuità del fatto non poteva essere ravvisata a causa della gravità delle lesioni riportate da entrambi gli occupanti del veicolo, che erano stati ricoverati in prognosi riservata. Questa circostanza, secondo i giudici, è un chiaro indicatore di un’offesa e di una condotta tutt’altro che tenui.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida importanti principi in materia di lesioni stradali. In primo luogo, sottolinea il rigore formale necessario per contestare gli atti pubblici come i verbali d’udienza. In secondo luogo, chiarisce che il comportamento della vittima, pur potendo avere una rilevanza in termini di quantificazione del danno, non cancella la responsabilità penale del conducente la cui condotta gravemente imprudente ha causato l’evento. Infine, ribadisce che la gravità delle conseguenze del reato è un elemento determinante per escludere la non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione funge da monito sulla necessità di formulare ricorsi specifici e critici verso le motivazioni della sentenza impugnata, evitando la mera riproposizione di argomenti già vagliati e respinti.

Una richiesta fatta in udienza ma non scritta nel verbale ha valore?
No. La Corte di Cassazione ribadisce che il verbale di udienza è un atto pubblico che fa piena prova di quanto in esso attestato. Una presunta omissione del cancelliere non può essere fatta valere con un semplice motivo di ricorso, ma richiederebbe una procedura formale di “querela di falso”.

Se il passeggero non indossa la cintura di sicurezza, il conducente è esente da responsabilità per le lesioni stradali?
No. Secondo la sentenza, il mancato uso della cintura da parte della persona offesa può configurare un concorso di colpa, ma non elimina la responsabilità penale del conducente né la legittimazione della vittima a chiedere il risarcimento nel processo penale, specialmente quando la condotta di guida (in questo caso, in stato di ebbrezza e a velocità elevata) ha avuto un ruolo causale preponderante.

Quando si può escludere la causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto” nel reato di lesioni stradali?
La si può escludere quando la condotta e l’offesa non sono di lieve entità. Nel caso specifico, la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito che hanno escluso tale beneficio in ragione della gravità delle lesioni riportate sia dal conducente che dal passeggero, i quali erano stati ricoverati in prognosi riservata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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