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Lesioni stradali aggravate per invasione di corsia

Un automobilista, condannato per lesioni stradali aggravate, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che la sua invasione della corsia opposta fosse stata involontaria. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando che la manovra era riconducibile a un tentativo di sorpasso e quindi volontaria. La sentenza ribadisce che, in caso di ‘doppia conforme’, la Cassazione non può riesaminare le prove nel merito e che la mancanza di elementi positivi giustifica il diniego delle attenuanti generiche.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lesioni stradali aggravate: quando l’invasione di corsia è volontaria?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20185 del 2025, è tornata a pronunciarsi sul delicato tema delle lesioni stradali aggravate, fornendo chiarimenti cruciali sulla configurabilità dell’aggravante legata all’invasione della corsia di marcia opposta. Il caso analizzato riguarda un sinistro complesso, in cui un conducente, dopo un primo impatto, ha invaso la corsia opposta causando un secondo e più grave scontro. La difesa ha sostenuto l’involontarietà della manovra, ma la Suprema Corte ha confermato la condanna, valorizzando la ricostruzione dei giudici di merito basata su un tentativo di sorpasso azzardato.

I fatti del processo

La vicenda processuale ha origine da un incidente stradale avvenuto su una strada provinciale. Un automobilista, alla guida di una berlina, seguiva un altro veicolo che si era fermato per svoltare a sinistra. Nel tentativo di superarlo, l’imputato urtava l’angolo posteriore sinistro di tale veicolo, perdeva il controllo della propria auto e invadeva completamente la corsia opposta. In questa corsia, si scontrava frontalmente con un’utilitaria che procedeva in direzione contraria, causando gravi lesioni a una passeggera a bordo di quest’ultima, giudicate guaribili in oltre quaranta giorni.
Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno ritenuto l’automobilista responsabile del reato di lesioni personali stradali gravi, aggravate dall’aver circolato contromano.

I motivi del ricorso e la questione delle lesioni stradali aggravate

L’imputato ha presentato ricorso per Cassazione articolando diversi motivi. Il punto centrale della difesa era la contestazione dell’aggravante prevista dall’art. 590-bis, comma 5, n. 2 del Codice Penale. Secondo il ricorrente, l’invasione della corsia opposta non era stata una manovra volontaria, ma una conseguenza involontaria e meccanica del primo urto. L’esclusione di tale aggravante avrebbe reso il reato non più procedibile d’ufficio, ma a querela di parte (mancante nel caso di specie).
Altri motivi di ricorso includevano la presunta erronea valutazione della velocità, la mancanza di una valida segnaletica stradale indicante il limite di velocità e un presunto concorso di colpa da parte del conducente dell’utilitaria. Infine, veniva lamentato il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, rigettando tutte le doglianze dell’imputato.

In primo luogo, riguardo al motivo principale sulle lesioni stradali aggravate, i giudici hanno sottolineato come la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito fosse logica e coerente. Le testimonianze e il punto d’impatto sul primo veicolo (angolo posteriore sinistro) dimostravano inequivocabilmente che l’imputato aveva già iniziato una manovra di sorpasso, invadendo quindi volontariamente la corsia opposta prima del primo urto. L’incidente, pertanto, era la diretta conseguenza di questa condotta imprudente. La Corte ha ribadito il principio secondo cui, in presenza di una ‘doppia conforme’ (due sentenze di merito con la stessa conclusione), non è possibile per la Cassazione procedere a una nuova valutazione delle prove.

La Corte ha inoltre ritenuto infondate le critiche sulla velocità. Anche in assenza di un segnale specifico, la velocità deve essere adeguata alle condizioni della strada. L’entità dei danni riportati dai veicoli e la rotazione di 180 gradi dell’auto dell’imputato dopo lo scontro erano elementi sufficienti a dimostrare una velocità non commisurata.

È stato escluso anche qualsiasi concorso di colpa del conducente dell’altro veicolo, poiché l’asserita alta velocità di quest’ultimo era rimasta una mera allegazione indimostrata. Per interrompere il nesso causale, sarebbe stata necessaria una condotta della vittima del tutto anomala, imprevedibile e autonoma, circostanza non verificatasi nel caso di specie.

Le conclusioni

Infine, la Corte ha confermato il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. I giudici hanno ricordato che, a seguito della riforma del 2008, non è più sufficiente il solo stato di incensuratezza dell’imputato. È necessario che emergano elementi positivi riguardanti la personalità e il comportamento processuale, elementi che nel caso in esame erano del tutto assenti. La sentenza, pertanto, è stata integralmente confermata, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Questa decisione consolida l’orientamento giurisprudenziale secondo cui la volontarietà della manovra di invasione di corsia, anche se inserita in una dinamica complessa, è sufficiente a integrare la specifica aggravante delle lesioni stradali.

Quando si configura l’aggravante della guida contromano nelle lesioni stradali?
L’aggravante si configura quando l’invasione della corsia opposta è la conseguenza di una condotta di guida volontaria e cosciente, come un tentativo di sorpasso, che pone in essere il rischio poi concretizzatosi nell’incidente. Non è necessario che l’impatto finale sia voluto, ma basta che la manovra pericolosa che lo ha causato sia stata intrapresa volontariamente.

La Corte di Cassazione può riesaminare le testimonianze e la dinamica di un incidente?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Non può effettuare una nuova valutazione delle prove, come le testimonianze o le perizie, per sostituire il proprio giudizio a quello dei giudici di primo e secondo grado, soprattutto in presenza di una ‘doppia conforme’.

Perché non sono state concesse le circostanze attenuanti generiche all’imputato?
Le circostanze attenuanti generiche non sono state concesse perché, secondo la valutazione dei giudici, mancava qualsiasi elemento positivo idoneo a giustificarle. La legge richiede che, per la loro concessione, emergano fattori favorevoli relativi alla personalità dell’imputato o alle modalità del fatto, e il solo stato di incensuratezza non è più ritenuto sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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