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Lesioni personali dolose: no declassificazione se c’è dolo

Un automobilista, condannato per lesioni personali aggravate, ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo di declassificare il reato a colposo. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che i tentativi di rivalutare le prove non sono consentiti in sede di legittimità. Inoltre, ha confermato che la manovra del conducente presentava chiari indicatori di volontarietà, configurando quindi il reato di lesioni personali dolose e non una semplice negligenza.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lesioni Personali Dolose: Quando la Manovra con l’Auto non è Semplice Colpa

La distinzione tra dolo e colpa è una delle colonne portanti del diritto penale e assume particolare rilevanza nei casi di incidenti stradali che provocano danni a persone. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Num. 31256/2024) ha ribadito un principio fondamentale: se la condotta di guida rivela indicatori di volontarietà, il reato configurabile è quello di lesioni personali dolose, escludendo la possibilità di una declassificazione a reato colposo. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per il delitto di lesioni personali aggravate emessa sia in primo che in secondo grado nei confronti di un automobilista. L’imputato, ritenuto responsabile di aver causato lesioni a un’altra persona attraverso una manovra con la propria auto, ha deciso di impugnare la sentenza della Corte di Appello di Milano presentando ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha basato la sua difesa su due argomentazioni principali:

1. Errata valutazione delle prove: L’imputato lamentava un’erronea applicazione della legge penale e vizi di motivazione, sostenendo in particolare la mancanza di documentazione idonea a provare la gravità delle lesioni. Con questo motivo, di fatto, chiedeva alla Suprema Corte una nuova e diversa lettura degli elementi probatori.
2. Mancata derubricazione del reato: In secondo luogo, il ricorrente chiedeva che il fatto fosse qualificato come il reato meno grave di lesioni personali stradali colpose (art. 590-bis c.p.), sostenendo l’insussistenza dell’elemento soggettivo del dolo. A suo dire, la sua condotta sarebbe stata dettata da colpa e non dalla volontà di ferire.

Le Motivazioni della Cassazione sulle Lesioni Personali Dolose

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La motivazione della Corte si articola in due punti chiari e distinti, che corrispondono ai motivi sollevati dal ricorrente.

Innanzitutto, per quanto riguarda la richiesta di rivalutazione delle prove, la Corte ha ribadito un principio cardine del suo ruolo: la Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, a meno che non emergano manifeste illogicità o carenze macroscopiche nella motivazione della sentenza impugnata. In questo caso, le doglianze del ricorrente sono state ritenute mere richieste di una rilettura alternativa delle prove, inammissibili in questa sede.

Sul punto cruciale, ovvero la distinzione tra lesioni personali dolose e colpose, la Corte ha ritenuto il motivo manifestamente infondato. Conformemente a quanto già stabilito dalla Corte d’Appello, i giudici hanno evidenziato che la condotta dell’imputato non poteva essere considerata meramente colposa. La manovra effettuata con l’auto era infatti caratterizzata da “molteplici indicatori del dolo” che dimostravano una chiara “volontarietà della condotta”. Di conseguenza, la corretta qualificazione giuridica del fatto era quella di lesioni volontarie, e non colpose.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione conferma che l’utilizzo di un veicolo come strumento per causare un danno fisico a una persona integra il reato di lesioni volontarie e non può essere derubricato a colposo se le circostanze dell’azione dimostrano l’intenzionalità. Questa ordinanza serve come monito: la valutazione dell’elemento soggettivo del reato non dipende solo dall’esito finale, ma dall’analisi dell’intera condotta. Quando una manovra è palesemente anomala, pericolosa e finalizzata a colpire, la legge presume la volontà di ledere, con tutte le conseguenze penali che ne derivano. Infine, viene riaffermato il limite invalicabile del giudizio di Cassazione, che non può trasformarsi in un terzo grado di merito per ridiscutere l’accertamento dei fatti.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare le prove o ricostruire i fatti in modo alternativo a quanto stabilito nei gradi precedenti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

Quando un’aggressione con l’auto è considerata lesioni personali dolose e non colpose?
Si configurano lesioni personali dolose quando la condotta di guida non è semplicemente frutto di negligenza o imprudenza, ma è caratterizzata da specifici “indicatori del dolo” che dimostrano la volontarietà dell’azione. Come chiarito nel caso in esame, se la manovra è tale da escludere la mera colpa e indicare l’intenzione di causare un danno, il reato è doloso.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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