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Lesioni e competenza: pena illegale se del Giudice Pace

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un individuo condannato per lesioni personali. Sebbene i motivi del ricorso, basati sulla legittima difesa, siano stati respinti, la Corte ha annullato la sentenza riguardo alla pena. La ragione risiede in una modifica legislativa che ha spostato la giurisdizione per lesioni di lieve entità. Il caso verte sul tema di lesioni e competenza, stabilendo che per reati di competenza del Giudice di Pace, una pena detentiva come la reclusione è illegale. Di conseguenza, la Corte d’Appello dovrà rideterminare una sanzione compatibile.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lesioni e Competenza: La Cassazione Annulla la Pena Detentiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su un tema cruciale: la corretta determinazione della pena in relazione ai reati di lesioni e competenza del Giudice di Pace. Con la pronuncia n. 11967/2024, la Suprema Corte, pur confermando la colpevolezza di un imputato, ha annullato la condanna alla reclusione perché illegale, in virtù delle recenti riforme che hanno modificato la giurisdizione per questo tipo di reati. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per il reato di lesioni personali, che avevano causato alla vittima una malattia della durata di trenta giorni. L’imputato era stato condannato in primo grado e in appello alla pena di cinque mesi di reclusione. La sua difesa si basava principalmente sulla scriminante della legittima difesa: sosteneva di aver colpito la vittima al collo per farla desistere da un tentativo di investimento, ma solo dopo che l’automobile si era fermata.

Il Ricorso e la Tesi sulla Legittima Difesa

L’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando un travisamento delle prove e un’errata valutazione sulla sussistenza della legittima difesa. Secondo la sua tesi, l’azione era stata una reazione necessaria a un pericolo imminente. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili questi motivi. I giudici hanno sottolineato che la valutazione dei fatti e delle prove è riservata ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non può essere riesaminata in sede di legittimità, a meno che la motivazione della sentenza impugnata non sia palesemente illogica. In questo caso, la Corte d’Appello aveva correttamente escluso la legittima difesa, osservando che la reazione aggressiva era avvenuta quando il pericolo (l’auto in movimento) era già cessato, rendendo l’atto non più necessario né proporzionato.

La Sorprendente Questione di Lesioni e Competenza

Nonostante il rigetto dei motivi del ricorrente, la Cassazione ha rilevato d’ufficio un vizio fondamentale nella sentenza: l’illegalità della pena. Qui entra in gioco il tema centrale di lesioni e competenza. A seguito della riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), le lesioni personali con una prognosi superiore a venti giorni ma non a quaranta sono diventate procedibili a querela e, soprattutto, sono state attratte nella competenza del Giudice di Pace.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha basato la sua decisione su una recente pronuncia delle Sezioni Unite (14 dicembre 2023), che ha risolto un contrasto giurisprudenziale. Le Sezioni Unite hanno chiarito che la competenza del Giudice di Pace si estende a tutti i casi di lesioni procedibili a querela, inclusi quelli con prognosi tra 21 e 40 giorni. Poiché nel caso di specie la vittima aveva subito lesioni guaribili in 21 giorni (come specificato nel corpo della sentenza), il reato rientrava a pieno titolo nella competenza del Giudice di Pace.
La conseguenza diretta è che la pena della reclusione, inflitta all’imputato, è illegale. Il novero delle sanzioni che il Giudice di Pace può irrogare non include la reclusione per questo tipo di reato. Pertanto, la condanna a cinque mesi di carcere era giuridicamente insostenibile.

Le Conclusioni: Pena da Rideterminare ma Colpevolezza Confermata

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, ma solo limitatamente al trattamento sanzionatorio. Ha rinviato il caso alla Corte d’Appello di Perugia per una nuova determinazione della pena, che dovrà essere scelta tra quelle applicabili dal Giudice di Pace (es. pena pecuniaria, obbligo di permanenza domiciliare). È importante notare che l’accertamento della responsabilità penale dell’imputato è diventato definitivo. Questo fenomeno, noto come ‘giudicato progressivo’, impedisce che nel giudizio di rinvio si possa dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, cristallizzando la dichiarazione di colpevolezza.

Quando è configurabile la legittima difesa?
Secondo la Corte, la legittima difesa è configurabile solo se l’autore del fatto si trova in una situazione di pericolo attuale per la propria incolumità fisica, tale da rendere la sua reazione aggressiva necessaria e priva di alternative. Nel caso specifico, la reazione è avvenuta dopo che il pericolo (l’auto in movimento) era cessato.

Perché una pena di reclusione per lesioni di 30 giorni è stata ritenuta illegale?
La pena è stata ritenuta illegale perché, a seguito di una riforma legislativa (D.Lgs. 150/2022), il reato di lesioni con prognosi superiore a 20 giorni ma non a 40 è diventato di competenza del Giudice di Pace. Quest’ultimo non può infliggere la pena della reclusione per tale reato, rendendo la sanzione applicata non conforme alla legge.

Cosa succede quando la Cassazione annulla una sentenza solo riguardo alla pena?
Quando l’annullamento è parziale e riguarda solo la pena, l’accertamento della responsabilità dell’imputato e la sua colpevolezza diventano definitivi (giudicato progressivo). Il caso viene rinviato a un giudice di merito (in questo caso la Corte d’Appello) unicamente per la rideterminazione di una sanzione legale, senza poter più discutere la colpevolezza o dichiarare la prescrizione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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