LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Lesioni aggravate: quando la querela non è necessaria

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per lesioni aggravate. L’imputato sosteneva l’estinzione del reato per remissione di querela, ma la Corte ha stabilito che, a seguito della Riforma Cartabia, il reato di lesioni aggravate con specifiche circostanze è divenuto procedibile d’ufficio, rendendo irrilevante la volontà della persona offesa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lesioni Aggravate: la Cassazione Conferma la Procedibilità d’Ufficio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un’importante novità introdotta dalla Riforma Cartabia in materia di lesioni aggravate. La Suprema Corte ha stabilito che, in presenza di determinate circostanze aggravanti, il reato non è più procedibile a querela di parte, bensì d’ufficio. Questa decisione ha conseguenze significative sulla gestione dei procedimenti penali per questo tipo di reato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale di Pistoia, confermata successivamente dalla Corte d’Appello di Firenze, per il reato di lesioni personali volontarie, aggravate ai sensi degli articoli 582 e 585 del codice penale, in relazione ad altre aggravanti specifiche.

L’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basando la sua difesa su un unico, ma apparentemente decisivo, argomento: l’avvenuta remissione della querela da parte della persona offesa. Secondo la difesa, tale remissione, ritualmente accettata, avrebbe dovuto comportare l’estinzione del reato e, di conseguenza, l’annullamento della condanna.

La Questione Giuridica: Lesioni Aggravate e Cambiamento del Regime di Procedibilità

Il fulcro della questione legale ruotava attorno al regime di procedibilità del reato contestato. Tradizionalmente, le lesioni personali semplici sono procedibili a querela della persona offesa. Tuttavia, il legislatore ha previsto un regime più severo per le lesioni aggravate. Il ricorso dell’imputato si fondava sulla convinzione che la remissione della querela fosse ancora efficace. La Procura, e successivamente la Corte di Cassazione, hanno invece posto l’accento sulle modifiche normative intervenute con la cosiddetta Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022).

L’Impatto della Riforma Cartabia

La riforma ha modificato l’articolo 582 del codice penale, stabilendo che per il delitto di lesioni personali si procede d’ufficio se ricorrono alcune delle circostanze aggravanti previste dall’articolo 585 c.p. Nel caso specifico, le aggravanti contestate rientravano proprio tra quelle che, a seguito della nuova normativa, hanno trasformato la procedibilità del reato da “a querela” a “d’ufficio”.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, definendolo “manifestamente infondato”. I giudici hanno spiegato che il ricorrente ha trascurato di considerare la nuova formulazione dell’art. 582, co. 2, c.p., in vigore dal 30 dicembre 2022.

La norma, come modificata, rende il reato di lesioni aggravate perseguibile d’ufficio quando ricorrono le circostanze previste dall’art. 585 c.p. Nel caso di specie, le aggravanti contestate (art. 577, co. 1, n. 4, c.p., che a sua volta richiama l’art. 61, n. 1 e n. 4, c.p.) sono comprese in questo nuovo regime.

Di conseguenza, l’azione penale doveva essere esercitata obbligatoriamente dallo Stato, a prescindere dalla volontà della persona offesa. La remissione della querela, pertanto, è diventata un atto giuridicamente irrilevante ai fini della prosecuzione del processo. La palese infondatezza del motivo di ricorso ha portato alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione consolida un principio fondamentale introdotto dalla Riforma Cartabia: lo Stato ha un interesse primario nel perseguire le forme più gravi di lesioni personali, anche contro la volontà della vittima. La trasformazione del regime di procedibilità per le lesioni aggravate da “a querela” a “d’ufficio” rafforza la tutela della collettività e sottolinea la gravità di tali condotte. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò significa che la remissione di querela non rappresenta più una via d’uscita per estinguere il procedimento penale in questi casi specifici, con un impatto diretto sulla strategia processuale e sulla valutazione della posizione dell’imputato.

La remissione della querela estingue sempre il reato di lesioni personali?
No. Come chiarito dalla Corte di Cassazione, a seguito della Riforma Cartabia, per il reato di lesioni aggravate da specifiche circostanze si procede d’ufficio. In questi casi, la remissione della querela da parte della persona offesa è inefficace e non estingue il reato.

Quale modifica normativa è stata decisiva per questa sentenza sulle lesioni aggravate?
La decisione si basa sulla nuova formulazione dell’articolo 582, comma 2, del codice penale, introdotta dal D.Lgs. n. 150 del 2022. Questa modifica ha reso il reato di lesioni personali perseguibile d’ufficio qualora ricorrano determinate circostanze aggravanti previste dall’articolo 585 c.p.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso per manifesta infondatezza?
Secondo quanto stabilito nell’ordinanza, quando un ricorso è dichiarato inammissibile perché palesemente infondato, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della cassa delle ammende, poiché si ritiene che l’impugnazione sia stata presentata con colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati