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Lesioni aggravate: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per il reato di lesioni aggravate. I motivi, basati sulla presunta inattendibilità della vittima e sulla mancanza della condizione di procedibilità, sono stati respinti. La Corte ha ribadito che le valutazioni di fatto non sono sindacabili in sede di legittimità e che le lesioni aggravate sono procedibili d’ufficio, indipendentemente dalla querela della persona offesa.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lesioni Aggravate: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10032 del 2024, si è pronunciata su un caso di lesioni aggravate, offrendo importanti chiarimenti sui limiti del ricorso in sede di legittimità e sulla procedibilità di questo tipo di reato. La decisione sottolinea la distinzione tra questioni di fatto, non riesaminabili dalla Cassazione, e questioni di diritto, unico terreno di analisi per la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il ricorrente era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale di Pavia che in secondo grado dalla Corte d’Appello di Milano per il delitto di lesioni personali aggravate. L’aggravante contestata derivava dall’utilizzo di un bastone durante l’aggressione, una circostanza che qualifica il reato ai sensi dell’art. 585 del codice penale, in relazione all’art. 582 c.p. Ritenendo ingiusta la condanna, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e le Lesioni Aggravate

L’imputato ha basato il suo ricorso su due motivi principali:

1. Omessa motivazione sull’attendibilità della persona offesa: Secondo la difesa, la Corte d’Appello non avrebbe adeguatamente considerato i rapporti pregressi tra l’imputato e la vittima, elemento che, a suo dire, avrebbe dovuto minare la credibilità di quest’ultima. Si trattava, in sostanza, di una critica alla valutazione delle prove fatta dai giudici di merito.
2. Mancanza della condizione di procedibilità: In secondo luogo, il ricorrente lamentava l’assenza della querela, ritenendola necessaria per l’avvio dell’azione penale. In subordine, chiedeva il riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi con argomentazioni nette.

Per quanto riguarda il primo punto, i giudici hanno qualificato le lamentele come ‘mere doglianze in punto di fatto’. La Cassazione ha ricordato che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove o la ricostruzione dei fatti. La Corte d’Appello aveva già motivato, in modo insindacabile, che i rapporti pregressi tra le parti non inficiavano la sussistenza del reato, ma anzi ne spiegavano il contesto. Pertanto, il motivo del ricorso non era altro che una sterile ripetizione di argomenti già disattesi.

Sul secondo motivo, la Corte lo ha definito ‘manifestamente infondato’. Ha chiarito un principio fondamentale in materia di lesioni aggravate: la presenza di un’aggravante, come l’uso di un’arma o di un altro oggetto atto a offendere, rende il reato procedibile d’ufficio. Ciò significa che lo Stato procede penalmente a prescindere dalla volontà della vittima di sporgere querela. Inoltre, ha precisato che il giudizio di bilanciamento tra attenuanti e aggravanti non ha alcuna incidenza sulla procedibilità del reato.

Le Conclusioni

La decisione in esame ribadisce due principi cardine del diritto processuale penale. In primo luogo, il ricorso in Cassazione deve vertere su questioni di diritto (violazione di legge o vizi di motivazione logica), non su una nuova valutazione dei fatti già accertati nei gradi di merito. In secondo luogo, la qualificazione di un reato come ‘aggravato’ ha conseguenze procedurali significative, prima tra tutte la procedibilità d’ufficio, che sottrae l’azione penale alla disponibilità della parte offesa. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla cassa delle ammende, a causa dell’evidente inammissibilità del suo ricorso.

Perché il motivo sull’inattendibilità della vittima è stato respinto?
Perché è stato considerato una ‘doglianza in punto di fatto’, cioè una critica alla valutazione delle prove, che non può essere riesaminata dalla Corte di Cassazione. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge, non ricostruire i fatti.

Il reato di lesioni aggravate richiede sempre la querela della vittima?
No. L’ordinanza chiarisce che la presenza di un’aggravante, come l’uso di un bastone, rende il reato di lesioni procedibile d’ufficio. L’azione penale viene quindi iniziata dallo Stato indipendentemente dalla volontà della persona offesa.

Qual è stata la conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla cassa delle ammende, una sanzione prevista per i ricorsi ritenuti palesemente infondati o non ammissibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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