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Legittimo impedimento difensore: i requisiti per il rinvio

Un imputato, condannato per spaccio di stupefacenti, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando il mancato accoglimento della richiesta di rinvio per legittimo impedimento del difensore. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la richiesta era intempestiva e non motivava adeguatamente l’impossibilità di nominare un sostituto. La sentenza ribadisce i rigorosi requisiti di tempestività e completezza necessari per ottenere il posticipo di un’udienza.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittimo impedimento difensore: quando si può rinviare un’udienza?

Il legittimo impedimento difensore rappresenta una delle cause più comuni di richiesta di rinvio delle udienze. Tuttavia, non basta un semplice impegno professionale concomitante per ottenere il posticipo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito i rigorosi requisiti che l’avvocato deve soddisfare, pena il rigetto dell’istanza e la prosecuzione del processo. Analizziamo insieme la decisione per capire quali sono le condizioni per un rinvio legittimo.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un imputato condannato in primo e secondo grado per detenzione e spaccio di una modica quantità di sostanze stupefacenti. La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, basando la sua argomentazione principale su un vizio procedurale: il rigetto, da parte del Tribunale di primo grado, di un’istanza di rinvio per legittimo impedimento.

Il difensore, infatti, aveva comunicato al Tribunale di essere impegnato in un’altra udienza fissata per la stessa data presso il Tribunale di Sorveglianza di un’altra città. Nonostante la richiesta, il Tribunale aveva proceduto, e la Corte d’Appello aveva successivamente confermato la validità di tale decisione. L’imputato sosteneva che questo rigetto avesse causato la nullità delle sentenze di merito.

I requisiti del legittimo impedimento difensore secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, cogliendo l’occasione per riepilogare i principi consolidati in materia di legittimo impedimento difensore. I giudici hanno sottolineato come l’istanza presentata dal legale fosse carente sotto due profili fondamentali: la tempestività e la completezza della motivazione.

In primo luogo, la richiesta di rinvio era stata presentata solo due giorni prima dell’udienza, l’8 febbraio, per un impedimento noto da tempo, dato che la citazione per l’altro procedimento risaliva al 15 dicembre dell’anno precedente. La giurisprudenza costante richiede che l’impedimento sia comunicato non appena il difensore ne viene a conoscenza, per non ledere i principi di celerità del processo.

L’onere della prova e l’impossibilità di sostituzione

In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, l’istanza era incompleta. Il difensore si era limitato a segnalare l’impegno concomitante senza adempiere a un onere di allegazione specifico. La Corte, richiamando un principio affermato dalle Sezioni Unite, ha chiarito che il legale deve:

1. Indicare specificamente le ragioni che rendono essenziale la sua presenza nell’altro processo (ad esempio, la complessità dell’attività da svolgere).
2. Attestare l’assenza di un codifensore che possa validamente rappresentare l’imputato.
3. Dimostrare l’impossibilità di avvalersi di un sostituto processuale, ai sensi dell’art. 102 c.p.p., sia nel processo per cui si chiede il rinvio, sia in quello che causa l’impedimento.

Nel caso di specie, il difensore non aveva fornito alcuna spiegazione su questi punti, rendendo la sua richiesta generica e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha stabilito che la doglianza dell’imputato era infondata perché la decisione della Corte d’appello di confermare il rigetto dell’istanza era corretta. L’intempestività della richiesta, unita alla mancata allegazione dei motivi di indifferibilità dell’altro impegno e dell’impossibilità di nominare un sostituto, ha reso legittimo il diniego del rinvio. La tempestiva rappresentazione dell’impedimento è un requisito essenziale, così come la specifica indicazione delle ragioni che rendono la presenza del difensore assolutamente indispensabile in un altro procedimento. L’onere di dimostrare l’assoluta impossibilità a comparire ricade interamente sul difensore, che deve fornire al giudice tutti gli elementi necessari per una valutazione completa e ponderata.

Le Conclusioni

Questa sentenza serve da monito per i professionisti legali: la richiesta di rinvio per legittimo impedimento non è un atto formale da prendere alla leggera. Per essere accolta, deve essere presentata con la massima tempestività e deve essere corredata da una motivazione esaustiva che dimostri in modo inequivocabile l’assoluta impossibilità di partecipare all’udienza. In assenza di tali elementi, il giudice è pienamente legittimato a rigettare l’istanza per garantire il corretto e celere svolgimento del processo.

Quando una richiesta di rinvio per legittimo impedimento del difensore è considerata tempestiva?
La richiesta deve essere presentata non appena il difensore viene a conoscenza della sovrapposizione degli impegni. Una comunicazione effettuata solo pochi giorni prima dell’udienza per un conflitto noto da settimane è considerata intempestiva.

Cosa deve obbligatoriamente indicare il difensore nella sua istanza di rinvio?
Il difensore deve indicare le ragioni specifiche che rendono essenziale la sua presenza nell’altro procedimento, attestare l’assenza di un codifensore e, soprattutto, dimostrare l’impossibilità di nominare un sostituto processuale in entrambi i procedimenti.

È sufficiente comunicare al giudice un altro impegno professionale per ottenere automaticamente il rinvio di un’udienza?
No, non è sufficiente. La semplice comunicazione di un altro impegno non basta. Il difensore ha l’onere di allegare e provare l’assoluta impossibilità a comparire, motivando nel dettaglio perché l’altro impegno non è differibile e perché non è possibile farsi sostituire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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