Legittimo Impedimento Avvocato: Quando un Impegno Professionale Giustifica il Rinvio?
Il legittimo impedimento avvocato è un istituto fondamentale a tutela del diritto di difesa, ma le sue maglie sono molto strette. Non basta un semplice impegno professionale concomitante per ottenere il rinvio di un’udienza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, delineando con precisione i doveri di diligenza del difensore. Analizziamo il caso per comprendere quali sono i requisiti che la giurisprudenza ritiene indispensabili per l’accoglimento di un’istanza di rinvio.
I Fatti del Processo
Il caso nasce dal ricorso di un imputato, condannato in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato. La difesa presenta ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali. Il primo, di natura procedurale, riguarda la presunta violazione del diritto di difesa: la Corte d’Appello aveva infatti respinto la richiesta di rinvio dell’udienza, presentata dall’unico difensore a causa di un legittimo impedimento avvocato dovuto a impegni professionali concomitanti. Il secondo motivo, invece, mirava a contestare nel merito la valutazione delle prove che avevano portato all’affermazione di responsabilità.
La Richiesta di Rinvio e il suo Rigetto
Il fulcro della questione risiede nel primo motivo di ricorso. Il difensore aveva chiesto il rinvio dell’udienza d’appello, fissata per il 14 marzo, a causa della sua partecipazione a due altre udienze lo stesso giorno presso diversi tribunali. Tuttavia, la Corte d’Appello ha respinto la richiesta.
La Corte di Cassazione, esaminando gli atti, ha confermato la correttezza di tale decisione, giudicando l’istanza del difensore manifestamente infondata. Dagli atti è emerso che:
1. La richiesta di rinvio era stata depositata solo nel pomeriggio del giorno precedente all’udienza.
2. Il difensore era a conoscenza di uno dei due impegni concomitanti già da diversi mesi (novembre dell’anno precedente).
3. Non era stata fornita prova specifica riguardo al momento in cui era venuto a conoscenza del secondo impegno.
Questi elementi hanno portato i giudici a concludere che il difensore non aveva agito con la dovuta tempestività e diligenza nel comunicare l’impedimento.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul Legittimo Impedimento Avvocato
La Corte Suprema ha colto l’occasione per ribadire i principi consolidati, stabiliti dalle Sezioni Unite, in materia di legittimo impedimento avvocato. Per ottenere un rinvio, non è sufficiente la mera esistenza di un altro impegno professionale. Il difensore ha l’onere di dimostrare una serie di condizioni cumulative, che il giudice deve attentamente valutare:
* Tempestività: L’istanza di rinvio deve essere presentata non appena il difensore viene a conoscenza della concomitanza degli impegni, senza attendere l’imminenza dell’udienza.
* Specificità: Il difensore deve indicare in modo dettagliato le ragioni che rendono essenziale la sua presenza nell’altro procedimento, permettendo al giudice di effettuare una valutazione comparativa tra i diversi impegni.
* Assenza di un codifensore: Deve essere dimostrato che nel procedimento per cui si chiede il rinvio non vi sia un altro avvocato che possa validamente assistere l’imputato.
* Impossibilità di sostituzione: Il difensore deve provare l’impossibilità di nominare un sostituto processuale, ai sensi dell’art. 102 c.p.p., sia nel processo a cui intende partecipare, sia in quello per cui chiede il rinvio.
Il giudice, pertanto, non è un mero notaio della richiesta del legale, ma ha il dovere di effettuare una valutazione comparativa, bilanciando le esigenze della difesa con quelle, altrettanto importanti, della giurisdizione e della ragionevole durata del processo. Nel caso specifico, la tardività della comunicazione e la mancata documentazione hanno reso impossibile tale valutazione, giustificando pienamente il rigetto dell’istanza.
Conclusioni
La decisione della Cassazione conferma che l’istituto del legittimo impedimento avvocato è uno strumento a tutela del diritto di difesa, ma il suo utilizzo è subordinato a precisi oneri di diligenza e correttezza professionale. Un avvocato che si trovi di fronte a impegni concomitanti deve agire con la massima tempestività e trasparenza, fornendo al giudice tutti gli elementi necessari per una ponderata decisione. In assenza di tali presupposti, il rigetto dell’istanza è legittimo e non costituisce una violazione dei diritti dell’imputato. La pronuncia, inoltre, ha dichiarato inammissibile anche il secondo motivo di ricorso, in quanto volto a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Quando un impegno professionale dell’avvocato costituisce un legittimo impedimento?
Un impegno professionale costituisce legittimo impedimento solo se il difensore dimostra l’assoluta impossibilità a comparire. Deve comunicarlo tempestivamente, indicare le ragioni specifiche dell’altro impegno, e provare l’impossibilità di essere sostituito da un collega o da un codifensore.
Quali sono gli obblighi dell’avvocato che chiede un rinvio per legittimo impedimento?
L’avvocato ha l’obbligo di: 1) presentare l’istanza non appena conosce la sovrapposizione degli impegni; 2) indicare le ragioni specifiche che rendono essenziale la sua presenza nell’altro processo; 3) rappresentare l’assenza di un codifensore; 4) dimostrare l’impossibilità di nominare un sostituto in entrambi i procedimenti.
Cosa succede se la richiesta di rinvio per legittimo impedimento viene respinta perché non adeguatamente motivata?
Se la richiesta viene respinta perché ritenuta infondata o non sufficientemente provata, come nel caso di specie, il processo prosegue. L’eventuale impugnazione della sentenza basata sulla violazione del diritto di difesa per il mancato rinvio sarà, con ogni probabilità, rigettata dalla Corte di Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 37558 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 37558 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 11/09/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a CINQUEFRONDI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 14/03/2024 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO
– che, con l’impugnata sentenza, la Corte di Appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna inflitta a COGNOME NOME per il delitto di cui agii artt. 624 e 625, comma 1, nn. 2 e 7 cod. pen. (fatto commesso in Gioia Tauro dal 1 maggio 2010 al 30 marzo 2014);
– che il ricorso per cassazione nell’interesse dell’imputato, sottoscritto dal difensore, consta di due motivi;
CONSIDERATO IN DIRITTO
– che il primo motivo, che denuncia violazione dell’art. 420-ter cod. proc. pen. ed eccepisce la nullità della sentenza per violazione del diritto di difesa, esendo stata illegittimamente disattesa l’istanza di rinvio dell’udienza del 14 marzo 2024, nel processo di appello a carico del ricorrente, per legittimo impedimento per Concomitanti impegni professionali del suo unico difensore, è manifestamente infondatO, risultando, dal consentito esame degli atti: 1) che l’istanza di rinvio era stata deposltata alle ore 15:19 del giorno 13 marzo 2024 per l’udienza 14 marzo 2024; 2) che la data dell’udienza nel processo a carico di COGNOME NOME presso il Tribunale di Palmi era conosciuta dal difensore fin dal novembre 2023; 3) che l’epoca della conoscenza della data dell’udienza nel processo a carico di COGNOME NOME presso il TribUnale di Vibo Valentia non era stata documentata con la dovuta specificità, dal morhento che il difensore del ricorrente non aveva prodotto la ricevuta di notifica del decreto di citazione a giudizio davanti al Tribunale di Vibo Valentia; che, pertanto, l’esame del fatto processuale dà conto di come la Corte di appello, nel decidere per il rigetto dell’istanza di differimento dell’udienza del marzo 2024, si sia, dunque, attenuta all’insegnamento impartito dal diritto vivente, secondo cui l’impegno professionale del difensore in altro procedimento costituisce legittimo impedimento che dà luogo ad assoluta impossibilità a comparire, ai sensi dell’art. 420-ter, comma 5, cod. proc. pen., a condizione che il difensore: a) prospetti l’impedimento non appena cbnosciuta la contemporaneità dei diversi impegni; b) indichi specificamente le ragioni che rendono essenziale l’espletamento della sua funzione nel diverso processo; c) rappresenti l’assenza in detto procedimento di altro codifensore che possa validamente difendere l’imputato; d) rappresenti l’impossibilità di avvalersi di un sostituto ai sensi dell’art. 102 cod. proc. pen. sia nel processo a cui intende partecipare sia in quello di cui chiede il rinvio (Sez. U, n. 4909 del 18/12/2014, dep. 2015, Torchio, Rv. 262912), e secondo cui, nel caso di istanza di rinvio per concomitante impegno professionale del difensore, spetta al giudice effettuare una valutazione comparativa dei diversi impegni al fine di contemperare le esigenze della difesa e quelle della giurisdizione, accertando se sia effettivamente prevalente l’impegno privilegiato dal difensore per le ragioni rappresentate nell’istanza e da riferire alla particolare natura dell’attività cui occorre presenziare, alla mancanza o assenza di un codifensore nonché all’impossibilità di avvalersi di un sostituto a norma dell’art. 102 cod. proc. pen.. (Sez. U, n. 29529 del 25/06/2009, COGNOME, Rv. 244109). Corte di Cassazione – copia non ufficiale
– che il secondo motivo, che denuncia il vizio di motivazione in relazione all’affermazione di responsabilità dell’imputato, non è consentito in questa sede, giacché, tramite argomentazioni interamente versate fatto, mira a sollecitare una rivalutazione delle prove poste a fondamento del giudizio di responsabilità, siccome formulato da entrambi i giudici di merito nelle loro conformi decisioni, in assenza di specifica allegazione di individuati, inopinabili e decisivi fraintendimenti delle prove medesime, capaci, cioè, ictu ()cui/ di scardinare la tenuta dell’impianto motivazionale della sentenza impugnata, che non risulta inficiato da illogicità di rtacroscopica evidenza (vedasi pagg. 6 e 7 della sentenza impugnata, in cui la Corte t ,rritoriale ha ritenuto certa la riconducibilità del fatto all’imputato in quanto lo stessO è risultato
essere il titolare ed il gestore dell’esercizio commerciale che beneficiava dei consumi indebiti);
– rilevato che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di EuR) 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagOmento delle spese processuali e della somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso I’ll settembre 2024
Il consigliere estensore
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Il Presidente