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Legittimazione ricorso confisca: chi può opporsi?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11618/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto contro la confisca di beni aziendali. La decisione si fonda sulla carenza di legittimazione del ricorrente, il quale, pur essendo possessore e preposto della società proprietaria, non vantava un diritto di proprietà o altro interesse qualificato alla restituzione. Questo caso evidenzia come la semplice disponibilità materiale di un bene non sia sufficiente per esercitare la legittimazione al ricorso contro la confisca.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittimazione Ricorso Confisca: Chi Può Impugnare un Sequestro?

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 11618 del 2024, affronta un tema cruciale in materia di misure di sicurezza patrimoniali: la legittimazione al ricorso contro la confisca. La decisione chiarisce in modo netto chi ha il diritto di opporsi a un provvedimento di confisca, distinguendo tra la semplice detenzione di un bene e un interesse giuridicamente qualificato. Questo principio è fondamentale per capire i limiti dell’azione processuale in ambito penale, specialmente quando sono coinvolti beni aziendali.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale nei confronti di alcuni beni strumentali di una società. Un soggetto, qualificatosi come preposto e possessore di tali beni, ha proposto ricorso avverso la decisione. È importante notare che il procedimento penale principale si era concluso con un proscioglimento per la particolare tenuità del fatto, ma la misura della confisca era stata comunque mantenuta.

L’opposizione del soggetto era stata inizialmente rigettata dal Tribunale di Campobasso. Contro questa decisione, l’interessato ha presentato ricorso per cassazione, lamentando vizi procedurali e una violazione di legge riguardo all’applicazione della confisca stessa.

I Motivi del Ricorso

Il ricorrente basava la sua impugnazione su due motivi principali:
1. Violazione di norme processuali: Sosteneva una nullità legata alla composizione del collegio giudicante.
2. Violazione di legge sostanziale: Contestava l’applicazione della norma sulla confisca (art. 260-ter, d. lgs. 152/2006), affermando che i mezzi non erano stati precedentemente sequestrati e che mancava l’illiceità della condotta, presupposto necessario per la misura, dato il proscioglimento nel merito.

Aggiungeva di essere, oltre che preposto della società proprietaria, anche il legittimo possessore dei beni, ritenendo tale status sufficiente a fondare il suo diritto di agire.

Legittimazione Ricorso Confisca: La Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, non entrando nel merito dei motivi sollevati, ma fermandosi a una questione preliminare e assorbente: la carenza di legittimazione al ricorso contro la confisca da parte del ricorrente. La Corte ha stabilito che per impugnare un provvedimento di confisca non è sufficiente essere un semplice possessore o utilizzatore del bene, ma è necessario vantare un interesse qualificato alla sua restituzione.

La Nozione di “Appartenenza” nel Diritto Penale

Per giungere a questa conclusione, i giudici hanno richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale che interpreta la nozione di “appartenenza” di un bene in sede penale. Questo concetto ha una portata diversa e più ampia rispetto al mero diritto di proprietà del codice civile. Esso include:

* Diritti reali di godimento (es. usufrutto).
* Diritti reali di garanzia (es. pegno, ipoteca).

Al contrario, la giurisprudenza ha costantemente escluso che la semplice disponibilità giuridica o materiale del bene, come quella derivante da un rapporto di lavoro (preposto) o dalla mera detenzione (possessore), possa integrare quella relazione qualificata con la cosa che attribuisce il diritto alla restituzione e, di conseguenza, la legittimazione a impugnare la confisca.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una distinzione netta tra la posizione del proprietario (o titolare di altro diritto reale) e quella del mero possessore. Il ricorrente, nel caso di specie, si era definito “preposto” della società proprietaria e “possessore” dei beni, senza però allegare alcun titolo di proprietà o altro diritto che gli conferisse un interesse giuridico specifico alla restituzione. Egli non agiva come rappresentante legale della società proprietaria, ma a titolo personale.

Secondo la Suprema Corte, la mera utilizzazione di un bene, anche se libera e non occasionale, non è sufficiente a instaurare quella relazione qualificata che fonda la legittimazione a contestare la confisca. Il diritto di agire in giudizio spetta al soggetto che subisce una lesione diretta dal provvedimento ablativo, ovvero colui che verrebbe privato di un diritto reale sul bene. Poiché il ricorrente non ha dimostrato di essere titolare di un simile diritto, il suo interesse è stato ritenuto di mero fatto e, pertanto, non meritevole di tutela in quella sede.

Conclusioni

La sentenza in esame ribadisce un principio fondamentale: per avere la legittimazione al ricorso contro la confisca è indispensabile dimostrare un interesse giuridico qualificato e concreto alla restituzione del bene. La semplice qualità di possessore, utilizzatore o dipendente della società proprietaria non è sufficiente. Questa pronuncia offre un’importante guida pratica: in caso di confisca di beni aziendali, l’impugnazione deve essere proposta dalla società proprietaria, attraverso il suo legale rappresentante, o da terzi che possano vantare sul bene diritti reali di godimento o di garanzia. Un soggetto che agisce a titolo personale, senza dimostrare tale titolarità, vedrà il suo ricorso dichiarato inammissibile per carenza di legittimazione attiva.

Chi è legittimato a presentare un ricorso contro un provvedimento di confisca?
Secondo la sentenza, la legittimazione a impugnare la confisca spetta al soggetto che vanta un interesse qualificato alla restituzione del bene, come il proprietario o il titolare di un diritto reale di godimento o di garanzia. La semplice disponibilità materiale o il possesso non sono sufficienti.

Essere il preposto di una società proprietaria di un bene confiscato è sufficiente per impugnare la confisca?
No. La sentenza chiarisce che la qualifica di “preposto” o di semplice “possessore” non conferisce di per sé la legittimazione ad agire. Il ricorrente deve dimostrare di avere un titolo giuridico personale (es. proprietà) o agire in nome e per conto della società proprietaria.

Cosa si intende per “appartenenza” di un bene in ambito penale ai fini della confisca?
La nozione di “appartenenza” in sede penale è più ampia della proprietà civilistica. Ricomprende i diritti reali di godimento e di garanzia che terzi possono avere sul bene, ma esclude la mera disponibilità di fatto, anche se non occasionale, basata su un rapporto che non conferisce un diritto reale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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