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Legittimazione querela furto: chi può denunciare?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33486/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per furto, chiarendo la questione sulla legittimazione a sporgere querela. È stato stabilito che non solo il proprietario, ma chiunque abbia la detenzione qualificata del bene sottratto (come una segretaria che custodisce il denaro dei clienti) è considerato ‘persona offesa’ e può validamente presentare querela. La decisione si fonda su un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, che estende la tutela penale anche al possesso inteso come mera relazione di fatto con la cosa.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittimazione a sporgere querela per furto: chi è la persona offesa?

La questione della legittimazione querela furto è un tema cruciale che determina la procedibilità stessa di uno dei reati più comuni contro il patrimonio. Chi ha il diritto di denunciare un furto? Solo il proprietario del bene sottratto o anche chi, per varie ragioni, ne aveva la custodia? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale: la qualifica di ‘persona offesa’ non è legata solo alla proprietà, ma anche alla detenzione qualificata del bene. Analizziamo insieme questa importante decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un soggetto veniva condannato per il reato di furto aggravato. Decideva quindi di presentare ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un unico, ma potenzialmente decisivo, motivo: l’improcedibilità del reato. Secondo la tesi difensiva, la querela era stata sporta da una persona non legittimata a farlo. Nello specifico, a presentare la querela era stata la segretaria di uno studio medico, alla quale era stato sottratto del denaro che lei stessa aveva ricevuto dai clienti e che custodiva. La difesa sosteneva che, non essendo la proprietaria del denaro, la segretaria non avesse il diritto di avviare l’azione penale.

L’Analisi della Legittimazione Querela Furto

Il cuore della questione giuridica ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 120 del codice penale e alla definizione di ‘persona offesa’ nel contesto del delitto di furto (art. 624 c.p.). La difesa mirava a dimostrare che solo il titolare di un diritto di proprietà o di un altro diritto reale sul bene potesse essere considerato tale. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha seguito un orientamento consolidato, ben più ampio e aderente alla realtà dei rapporti di fatto con i beni.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la piena legittimità della querela presentata dalla segretaria. I giudici hanno richiamato un’importante sentenza delle Sezioni Unite (n. 40354/2013), che ha chiarito in modo definitivo la portata del bene giuridico tutelato dal reato di furto.

Il principio cardine è che la tutela non si limita alla proprietà o ad altri diritti reali, ma si estende anche al possesso e alla detenzione, intesi come una mera relazione di fatto con la cosa. Questa relazione di fatto non richiede necessariamente un titolo giuridico sottostante; anzi, è tutelata anche se costituita in modo illecito o clandestino.

Di conseguenza, chiunque si trovi in una posizione di ‘detenzione qualificata’ rispetto al bene sottratto assume la qualifica di persona offesa. Nel caso di specie, la segretaria non era una mera custode passiva: riceveva il denaro dei clienti e lo custodiva in attesa di versarlo al titolare dello studio. Questo rapporto autonomo con il bene le conferiva una detenzione qualificata e, pertanto, la piena legittimazione a proporre querela per il furto subito.

La Corte ha inoltre specificato che le argomentazioni difensive relative ad altre fattispecie di reato (come il furto in abitazione, art. 624-bis c.p.) erano del tutto inconferenti rispetto al caso trattato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La decisione della Cassazione rafforza un principio di grande rilevanza pratica. Estendere la legittimazione a querelare a chi ha la detenzione qualificata significa offrire una tutela più efficace e immediata in innumerevoli situazioni quotidiane. Si pensi a un commesso a cui viene sottratta merce dal negozio, a un depositario, a un trasportatore o a qualsiasi dipendente a cui siano affidati beni aziendali. Tutti questi soggetti, in virtù della loro relazione qualificata con la cosa, possono sporgere querela senza dover attendere l’intervento del proprietario formale. Questa interpretazione garantisce che l’azione penale possa essere avviata tempestivamente da chi ha subito direttamente la lesione del proprio potere di fatto sul bene, rendendo la protezione contro il reato di furto più concreta ed efficiente.

Chi può sporgere querela per il reato di furto?
Non solo il proprietario del bene, ma chiunque abbia una relazione di fatto con esso, come il possesso o la ‘detenzione qualificata’. Questo significa che anche chi detiene un bene in modo autonomo per conto di altri è legittimato a presentare la querela.

Un dipendente che maneggia denaro dell’azienda può denunciare un furto di tale denaro?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il dipendente che riceve e custodisce denaro per conto del datore di lavoro ha una ‘detenzione qualificata’ su quel denaro. Questo lo rende una ‘persona offesa’ dal reato di furto e gli conferisce il pieno diritto di sporgere querela.

Cosa si intende per ‘bene giuridico protetto’ nel delitto di furto?
Il bene giuridico protetto non è solo il diritto di proprietà. La tutela si estende a qualsiasi diritto reale o personale di godimento e, soprattutto, a qualsiasi relazione di fatto con il bene, come il possesso o la detenzione, anche se priva di un titolo giuridico formale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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