LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Legittimazione querela furto: chi può denunciare?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. L’imputato sosteneva l’invalidità della querela perché presentata dal possessore del veicolo e non dal proprietario. La Corte ha ribadito un principio consolidato: ai fini della tutela penale e della legittimazione querela furto, ciò che rileva è anche il possesso, inteso come relazione di fatto con il bene. Di conseguenza, anche il possessore è persona offesa e può validamente sporgere querela. Inammissibile anche la censura sulla quantificazione della pena.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittimazione querela furto: anche il possessore può denunciare

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna a fare luce su un tema cruciale in materia di reati contro il patrimonio: la legittimazione querela furto. Spesso si crede erroneamente che solo il proprietario formale di un bene possa denunciare il suo furto. La Suprema Corte, con una decisione che si allinea alla sua giurisprudenza consolidata, chiarisce che anche il semplice possessore del bene ha pieno diritto di sporgere querela, essendo considerato a tutti gli effetti persona offesa dal reato.

Il caso in esame: il furto di un’auto e il ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da una condanna per furto aggravato di un autoveicolo, confermata sia in primo grado che in appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione basandosi su due motivi principali. Il primo, di natura procedurale, contestava la validità della querela: a suo dire, essa era stata presentata dal possessore dell’auto e non dal legittimo proprietario, rendendo così l’azione penale improcedibile. Il secondo motivo, invece, criticava l’entità della pena, ritenuta eccessiva nonostante il riconoscimento delle attenuanti generiche.

La decisione della Cassazione sulla legittimazione querela furto

La Corte di Cassazione ha respinto entrambi i motivi, dichiarando il ricorso manifestamente infondato. La parte più significativa della decisione riguarda proprio la questione della legittimazione querela furto.

La tutela del possesso nel reato di furto

Richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 40354 del 2013), i giudici hanno ribadito un principio fondamentale: il bene giuridico protetto dal delitto di furto non è solo la proprietà o altri diritti reali, ma anche il possesso. Il possesso viene definito come una mera relazione di fatto con la cosa, che non richiede necessariamente la disponibilità fisica diretta né un titolo giuridico valido. Anzi, la tutela si estende persino a situazioni di possesso acquisito in modo clandestino o illecito.

Questo significa che chiunque abbia un legame fattuale e di controllo su un bene, anche se non ne è il proprietario legale, è considerato ‘persona offesa’ in caso di furto. Di conseguenza, tale soggetto è pienamente legittimato a proporre querela.

La discrezionalità del giudice sulla pena

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte ha ricordato che la determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Tale valutazione, se adeguatamente motivata in base ai criteri degli articoli 132 e 133 del codice penale (gravità del reato, capacità a delinquere del reo), non può essere riesaminata in sede di legittimità, a meno di una manifesta illogicità. Nel caso specifico, la motivazione è stata ritenuta congrua e sufficiente.

Le motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su una interpretazione estensiva della nozione di ‘persona offesa’ nel contesto del reato di furto. La legge penale, in questo caso, non si limita a proteggere il diritto astratto di proprietà, ma la concreta relazione materiale che un soggetto ha con un bene. Spogliare qualcuno di un’auto, anche se l’ha solo in uso o in prestito, lede un interesse giuridicamente rilevante: quello a non essere privati della disponibilità di fatto della cosa. Per questo, la legittimazione querela furto spetta a chi subisce tale spoglio, indipendentemente dal suo titolo formale sul bene.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Stabilisce in modo inequivocabile che per denunciare un furto non è necessario dimostrare di essere il proprietario del bene sottratto. È sufficiente esserne il possessore, ovvero colui che ne aveva la disponibilità materiale al momento del fatto. Questa interpretazione amplia la tutela delle vittime e semplifica l’avvio dell’azione penale, garantendo che chiunque subisca una lesione concreta del proprio rapporto con un bene possa chiedere giustizia.

Chi può sporgere querela in caso di furto?
Secondo la Corte di Cassazione, può sporgere querela non solo il proprietario del bene, ma anche chi ne ha il possesso, inteso come relazione di fatto con la cosa, anche in assenza di un titolo giuridico.

Il possesso di un bene, anche se non si è proprietari, è tutelato dalla legge penale?
Sì. La sentenza chiarisce che il bene giuridico protetto dal delitto di furto è individuabile non solo nella proprietà o nei diritti reali, ma anche nel possesso. Pertanto, chi è possessore di un bene è considerato persona offesa dal reato di furto.

La Corte di Cassazione può modificare la pena decisa da un giudice di merito?
No, la graduazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito (primo grado e appello). La Corte di Cassazione non può riesaminare la decisione nel merito, ma può solo verificare che la motivazione del giudice sia logica e non contraddittoria, basata sui principi di legge (artt. 132 e 133 c.p.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati