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Legittimazione querela: chi può denunciare un furto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto. Il punto centrale riguarda la legittimazione querela: la Corte ha ribadito che il direttore di un esercizio commerciale ha pieno diritto di sporgere denuncia, in quanto titolare di una detenzione qualificata dei beni, senza necessità di provare formali poteri di rappresentanza del proprietario.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittimazione Querela: Direttore di Negozio Può Denunciare il Furto?

La questione della legittimazione querela è un tema cruciale nel diritto penale, specialmente in contesti come i furti all’interno di esercizi commerciali. Chi ha il diritto di denunciare un furto? È necessario essere il proprietario legale dei beni o basta avere una responsabilità su di essi? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, confermando un orientamento consolidato e offrendo importanti chiarimenti pratici.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo condannato in primo e secondo grado per due episodi di tentato furto ai danni di due diversi supermercati. La difesa dell’imputato aveva sollevato dubbi procedurali e di merito, portando la questione fino all’esame della Suprema Corte.

I Motivi del Ricorso: una questione di legittimazione alla querela

L’imputato, tramite il suo difensore, ha basato il ricorso principalmente su due argomentazioni:

1. Violazione procedurale: Si sosteneva che le persone che avevano sporto querela – qualificatisi come direttore di un supermercato e legale rappresentante dell’altro – fossero sprovvisti della necessaria legittimazione querela. Secondo la difesa, non avrebbero avuto il potere formale per avviare l’azione penale.
2. Errata applicazione della legge penale: Si contestava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche con un giudizio di prevalenza sulla recidiva, ritenendo la motivazione della Corte d’Appello carente.

La Decisione della Corte di Cassazione e la legittimazione querela

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando entrambe le censure difensive con argomentazioni solide e richiamando la propria giurisprudenza costante.

In merito al primo e più significativo motivo, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: il direttore di un esercizio commerciale è pienamente titolato a sporgere querela. Questo perché si trova in una posizione di detenzione qualificata rispetto ai beni presenti nel punto vendita. Non è quindi un mero custode, ma un soggetto che esercita un potere di fatto autonomo sulla merce. La giurisprudenza, infatti, precisa che ai fini della procedibilità per un furto in un supermercato, il direttore è legittimato a proporre querela anche se non ha poteri di rappresentanza formale del proprietario. Il suo ruolo gli conferisce la titolarità di un bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice.

Il Trattamento Sanzionatorio e le Attenuanti

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha ritenuto che la decisione dei giudici di merito di non concedere le attenuanti generiche in prevalenza sulle aggravanti fosse basata su una motivazione logica e adeguata. I giudici avevano infatti tenuto conto della “negativa personalità dell’imputato”, gravato da numerosi precedenti specifici, e della “non modesta entità del fatto”, valutando il valore della merce oggetto dei tentati furti. La Cassazione ha ricordato che la determinazione della pena e il bilanciamento tra circostanze sono un giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità se non in caso di palese illogicità o arbitrarietà, evenienze non riscontrate nel caso di specie.

le motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su una concezione ampia del possesso tutelabile in sede penale. Questo concetto, come spiegato nell’ordinanza, è più esteso rispetto a quello civilistico. Non si limita al possesso animo domini (cioè con l’intenzione di comportarsi come proprietario), ma include qualsiasi rapporto di fatto con la cosa esercitato in modo autonomo e indipendente. Questo “ius possessionis” penale garantisce tutela a chiunque abbia un legittimo potere di controllo sui beni. Di conseguenza, il responsabile di un esercizio commerciale, anche se sprovvisto di poteri di rappresentanza formale o di qualifica di institore, ha la piena legittimazione a presentare querela per proteggere la merce esposta al pubblico. La Corte ha sottolineato come non sia nemmeno necessario che, all’atto della querela, venga dimostrata la fonte del potere di rappresentanza, essendo sufficiente il rapporto fattuale con i beni.
Per quanto riguarda il trattamento sanzionatorio, la motivazione della Corte si ancora al principio della discrezionalità del giudice di merito. Il giudizio di comparazione tra circostanze aggravanti e attenuanti implica una valutazione complessiva che tiene conto della gravità del reato e della personalità del reo. Nel caso specifico, i precedenti penali dell’imputato e le modalità del fatto giustificavano ampiamente, secondo la Corte, la decisione di non concedere un trattamento più favorevole, rendendo la scelta del giudice di merito immune da censure di illogicità.

le conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di notevole importanza pratica. Stabilire che il direttore o il responsabile di un punto vendita ha la legittimazione querela semplifica e rende più efficace la repressione dei reati contro il patrimonio, come i furti nei supermercati. Questa interpretazione evita che ostacoli puramente formali, come la necessità di una procura speciale dal legale rappresentante della società proprietaria, possano ritardare o impedire l’azione penale. La decisione riafferma che la tutela penale si concentra sulla protezione del rapporto di fatto qualificato con i beni, garantendo una risposta rapida ed efficace a chi, quotidianamente, è responsabile della loro custodia e gestione. Infine, conferma che la valutazione sulla congruità della pena resta una prerogativa del giudice di merito, a meno che non si traduca in decisioni arbitrarie o manifestamente illogiche.

Il direttore di un supermercato può sporgere querela per furto anche se non è il proprietario?
Sì. La Corte di Cassazione conferma che il direttore dell’esercizio è legittimato a proporre querela in quanto è titolare di una ‘detenzione qualificata’ della merce, un rapporto di fatto con i beni che la legge tutela a prescindere dalla proprietà formale.

È necessario presentare una procura del proprietario per denunciare un furto avvenuto nel negozio che si gestisce?
No. Secondo la giurisprudenza citata, non è necessario che all’atto della proposizione della querela sia dimostrata la fonte del potere di rappresentanza. Il ruolo di responsabile dell’esercizio commerciale è di per sé sufficiente a fondare la legittimazione a sporgere querela.

La Corte di Cassazione può ridurre una pena se la ritiene troppo alta?
Di norma no. La valutazione sulla congruità della pena e sul bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti è un giudizio di merito discrezionale. La Corte di Cassazione può intervenire solo se tale valutazione è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, cosa che non è avvenuta in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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