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Legittima difesa: quando scatta l’annullamento

La Corte di Cassazione annulla un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio, chiarendo un principio fondamentale sulla legittima difesa: per escludere una misura, non è necessaria la prova certa della scriminante, ma è sufficiente un elevato grado di probabilità. Il caso riguardava un uomo che, dopo essere stato aggredito e seguito in casa, ha reagito mortalmente. La Corte ha ritenuto insufficiente la motivazione del Tribunale, che aveva applicato un criterio errato e non aveva valutato appieno le prove a favore dell’indagato.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittima Difesa: Non Serve la Certezza per Evitare il Carcere

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26597 del 2024, interviene su un tema tanto delicato quanto cruciale: i presupposti per applicare una misura cautelare quando l’indagato invoca la legittima difesa. Il principio affermato è chiaro e fondamentale: non è necessaria la prova certa e inconfutabile della scriminante per escludere la misura, essendo sufficiente un elevato grado di probabilità della sua esistenza. Questa decisione annulla un’ordinanza del Tribunale del Riesame, riaprendo il caso di un uomo accusato di omicidio volontario.

I Fatti del Caso: Dalla Lite alla Tragedia Domestica

Tutto ha inizio con un’aggressione in strada. La vittima del futuro omicidio colpisce al capo l’indagato con una bottiglia. Quest’ultimo, sanguinante, si rifugia nella propria abitazione insieme a un’altra persona presente ai fatti. Poco dopo, l’aggressore, in evidente stato di alterazione e ubriachezza, si presenta all’abitazione della sua vittima, riesce a entrare e si dirige minacciosamente verso di lui. All’interno della cucina, la situazione degenera: l’indagato afferra un coltello e colpisce mortalmente il suo persecutore, che uscirà dall’abitazione per poi accasciarsi al suolo.
Il Tribunale del Riesame aveva confermato la misura cautelare in carcere, ritenendo non configurabile la legittima difesa, principalmente perché la reazione (due coltellate secondo un testimone) era stata giudicata sproporzionata.

La Valutazione della Legittima Difesa nelle Misure Cautelari

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando una ricostruzione sommaria e un’errata applicazione della legge. Secondo il ricorrente, il Tribunale non aveva considerato adeguatamente elementi cruciali come:
* La forte carica di aggressività della vittima, che lo aveva seguito fino a casa per continuare l’aggressione.
* La disparità fisica tra i due, con l’indagato in condizione di inferiorità.
* Il fatto che la vittima era riuscita a entrare nell’abitazione, violando il domicilio.
Questi elementi, secondo la difesa, avrebbero dovuto portare a riconoscere la legittima difesa o, al più, un eccesso colposo, escludendo comunque la misura cautelare.

I Principi della Cassazione sulla Valutazione della Scriminante

La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, censurando duramente l’approccio del Tribunale del Riesame. Il ragionamento della Corte si basa su alcuni pilastri fondamentali della procedura penale.

Non Serve la Certezza, ma l’Elevata Probabilità

Il punto centrale della decisione è la corretta interpretazione dell’art. 273 del codice di procedura penale. Per applicare una misura cautelare, servono ‘gravi indizi di colpevolezza’, intesi come una ‘qualificata probabilità di condanna’ in un futuro giudizio. Di conseguenza, se emergono prove che rendono altamente probabile l’esistenza di una causa di giustificazione, come la legittima difesa, viene meno la stessa probabilità di condanna.
La Cassazione chiarisce che il giudice cautelare non deve pretendere la ‘certezza’ dell’esistenza della scriminante. Richiederla significherebbe applicare un criterio errato e troppo restrittivo. È invece sufficiente che sussista ‘un elevato o rilevante grado di probabilità’ che il fatto sia stato commesso in presenza di una causa di giustificazione. Se c’è un dubbio fondato, la misura non può essere applicata.

L’Obbligo di una Valutazione Completa

La Corte ha inoltre riscontrato una ‘obiettiva incompletezza’ nella motivazione del provvedimento impugnato. Il Tribunale non aveva spiegato perché la versione di un testimone dovesse prevalere su altre risultanze, né aveva chiarito con precisione il luogo esatto del ferimento mortale. Questo dettaglio non è secondario, poiché la legge (art. 52 c.p.) prevede una tutela rafforzata per la difesa all’interno del proprio domicilio.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha annullato l’ordinanza perché il Tribunale del Riesame ha fallito nel suo compito di effettuare un corretto ‘giudizio prognostico’. Invece di proiettare gli elementi di prova verso l’esito finale del processo, si è limitato a una valutazione parziale, orientata a una ricerca di ‘certezza’ che non è richiesta in questa fase. La motivazione è apparsa incongrua e incompleta, non avendo adeguatamente soppesato gli elementi a favore dell’indagato né chiarito aspetti fattuali determinanti per la configurabilità della legittima difesa, anche domiciliare. Il giudice del rinvio dovrà quindi riesaminare il tutto, applicando i corretti principi di diritto indicati dalla Suprema Corte.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio di garanzia fondamentale: la libertà personale non può essere sacrificata sulla base di una valutazione sommaria e incompleta, specialmente quando esistono elementi concreti che suggeriscono una causa di giustificazione. I giudici che decidono sulle misure cautelari sono chiamati a un’analisi approfondita e proiettata al futuro, riconoscendo che un’alta probabilità che l’indagato abbia agito per difendersi è sufficiente a precludere l’applicazione di misure restrittive. Si tratta di un monito a non anticipare il giudizio di colpevolezza in una fase in cui la valutazione deve essere ancora basata sulla probabilità e non sulla certezza.

Per negare una misura cautelare, la prova della legittima difesa deve essere certa?
No, secondo la Corte non è richiesta la certezza della causa di giustificazione. È sufficiente la sussistenza di un ‘elevato o rilevante grado di probabilità’ che il fatto sia stato compiuto in presenza di legittima difesa per escludere la misura.

Cosa deve fare il giudice quando valuta i gravi indizi di colpevolezza?
Il giudice deve compiere un ‘giudizio prognostico’, ovvero una valutazione sulla probabilità che si arrivi a una sentenza di condanna. Questo richiede di analizzare tutti gli elementi, inclusi quelli a favore dell’indagato, e valutare la tenuta del quadro accusatorio in un futuro dibattimento, tenendo conto delle regole di giudizio finali (come il superamento di ogni ragionevole dubbio).

Perché il provvedimento del Tribunale è stato annullato in questo caso specifico?
È stato annullato perché la motivazione è stata ritenuta incongrua e incompleta. Il Tribunale ha applicato un criterio errato (richiedendo la ‘certezza’ della legittima difesa invece di una ‘elevata probabilità’) e non ha compiuto una comparazione completa delle risultanze probatorie, né ha chiarito un punto di fatto cruciale come il luogo esatto del ferimento, rilevante per l’applicazione della legittima difesa domiciliare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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