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Lavori di pubblica utilità: no se causi un incidente

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’automobilista condannata per guida in stato di ebbrezza. La Corte conferma che l’aggravante di aver provocato un sinistro stradale impedisce per legge la conversione della pena in lavori di pubblica utilità, rendendo la richiesta infondata.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lavori di pubblica utilità: esclusi se la guida in stato di ebbrezza causa un incidente

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di guida in stato di ebbrezza: se il conducente provoca un incidente stradale, non può accedere al beneficio della sostituzione della pena con i lavori di pubblica utilità. Questa decisione chiarisce in modo inequivocabile i limiti di applicazione di questa misura alternativa, sottolineando la maggiore gravità della condotta quando mette a rischio concreto la sicurezza altrui.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato riguarda una ricorrente condannata in primo grado per guida in stato di ebbrezza, con l’aggravante di aver causato un sinistro stradale. In particolare, le analisi avevano rilevato un tasso alcolemico significativamente alto (1,94 g/l). In sede di appello, la difesa aveva richiesto la conversione della pena detentiva e pecuniaria in lavori di pubblica utilità, previa esclusione della suddetta aggravante. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto la richiesta, confermando la decisione del primo giudice.

Il Ricorso in Cassazione e l’Applicazione dei Lavori di Pubblica Utilità

L’imputata ha quindi presentato ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione da parte dei giudici di merito. Secondo la difesa, la Corte d’Appello non avrebbe adeguatamente giustificato il diniego della pena sostitutiva. Il fulcro della questione ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 186 del Codice della Strada, che disciplina la guida sotto l’influenza dell’alcool.

Il comma 9-bis dello stesso articolo prevede la possibilità di sostituire la pena con i lavori di pubblica utilità, ma solo a condizione che non ricorra l’aggravante prevista dal comma 2-bis, ovvero l’aver provocato un incidente stradale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno evidenziato come la motivazione della Corte d’Appello fosse del tutto logica, congrua e corretta in punto di diritto. Era stato ampiamente provato che l’imputata, mettendosi alla guida dopo aver assunto una notevole quantità di alcol, fosse direttamente responsabile dell’incidente stradale che aveva coinvolto terze persone.

La presenza di questa circostanza aggravante, accertata senza alcun dubbio, opera come una causa ostativa ex lege (cioè per espressa previsione di legge) all’accesso ai lavori di pubblica utilità. Non si tratta, quindi, di una valutazione discrezionale del giudice, ma di un divieto normativo chiaro. La Corte ha pertanto concluso che non sussisteva alcun difetto di motivazione, poiché la richiesta della difesa si scontrava con un impedimento legale insuperabile.

Le Conclusioni: un Principio di Responsabilità

La decisione della Cassazione rafforza un importante principio di responsabilità: la legislazione tratta con maggiore severità chi, guidando in stato di ebbrezza, non si limita a violare la norma, ma crea un pericolo concreto e un danno effettivo, causando un incidente. In questi casi, la possibilità di accedere a benefici come la sostituzione della pena con i lavori di pubblica utilità è preclusa. La sentenza serve da monito, chiarendo che le conseguenze della propria condotta imprudente alla guida hanno un impatto diretto e decisivo sulla natura e sull’entità della sanzione applicabile.

È sempre possibile sostituire la pena per guida in stato di ebbrezza con i lavori di pubblica utilità?
No. Secondo la sentenza, questa possibilità è esclusa per legge se il conducente, guidando in stato di ebbrezza, ha anche provocato un incidente stradale. Questa circostanza è considerata un’aggravante ostativa.

Perché l’aggravante dell’incidente stradale impedisce l’accesso ai lavori di pubblica utilità?
Perché l’articolo 186, comma 9-bis, del Codice della Strada subordina la concessione del beneficio alla non ricorrenza dell’aggravante di cui al comma 2-bis (aver provocato un incidente). Si tratta di un divieto esplicito previsto dalla legge.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato. La Corte di Cassazione ha stabilito che la motivazione della Corte d’Appello era sufficiente, logica e corretta, avendo correttamente applicato la norma che impedisce i lavori di pubblica utilità in caso di incidente causato in stato di ebbrezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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