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Istigazione alla corruzione: l’offerta astratta basta

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un uomo agli arresti domiciliari che aveva offerto ai carabinieri l’uso della sua autofficina per non verbalizzare una violazione. Secondo la Corte, per il reato di istigazione alla corruzione è sufficiente un’offerta astratta, purché potenzialmente idonea a indurre il pubblico ufficiale a omettere un atto del suo ufficio, valutata al momento del fatto (ex ante).

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Istigazione alla corruzione: quando un’offerta è penalmente rilevante?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18487/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione. Anche un’offerta generica e non dettagliata può integrare il delitto di istigazione alla corruzione, se valutata come potenzialmente idonea a influenzare il comportamento di un pubblico ufficiale. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un uomo, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, riceveva un controllo di routine da parte dei carabinieri. Durante la verifica, i militari notavano la presenza in casa di una persona non autorizzata. Per evitare che tale infrazione venisse verbalizzata, l’uomo, titolare di un’autofficina e di professione elettrauto, offriva ai carabinieri di mettere a loro disposizione la sua officina per eventuali necessità.

Condannato in appello per istigazione alla corruzione, l’imputato presentava ricorso in Cassazione, sostenendo che la sua offerta fosse troppo generica e astratta per costituire un reato, in quanto non si era confrontato con una concreta necessità di riparazione da parte dei militari.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. I motivi del ricorso sono stati ritenuti generici e non in grado di scalfire la logicità della sentenza impugnata. La Cassazione ha colto l’occasione per chiarire i contorni del delitto di istigazione alla corruzione.

Le Motivazioni: l’idoneità dell’offerta nell’istigazione alla corruzione

Il cuore della motivazione risiede nel concetto di idoneità dell’offerta. Secondo gli Ermellini, per configurare il reato non è necessario che l’offerta sia specifica o che la possibilità di adempierla sia concreta e immediata. Ciò che conta è la valutazione ex ante, ovvero basata sulle circostanze esistenti al momento del fatto.

Nel caso specifico, l’offerta di mettere a disposizione l’autofficina non era un’ipotesi campata in aria. L’imputato era effettivamente titolare di un’officina e svolgeva il lavoro di elettrauto. Questa circostanza rendeva la sua promessa potenzialmente idonea a raggiungere lo scopo illecito: convincere i militari a omettere un atto dovuto, cioè la verbalizzazione dell’infrazione. La Corte ha sottolineato che l’illiceità risiede nel tentativo di minare l’imparzialità e il corretto funzionamento della pubblica amministrazione, a prescindere dalla concreta realizzabilità della promessa.

Conclusioni: implicazioni pratiche

La decisione in esame rafforza la tutela del prestigio e della correttezza della Pubblica Amministrazione. Il principio che ne emerge è chiaro: qualsiasi offerta o promessa fatta a un pubblico ufficiale per fargli violare i propri doveri è penalmente rilevante se, in astratto, ha la capacità di persuaderlo. Non è necessario che l’utilità promessa sia definita in ogni dettaglio. Il reato si perfeziona con la sola offerta idonea, in quanto la legge intende punire il pericolo che la correttezza dell’azione amministrativa venga compromessa. Questa pronuncia serve da monito: il tentativo di ‘comprare’ un’omissione o un atto contrario ai doveri d’ufficio è un reato grave, anche quando la proposta è formulata in termini vaghi.

Per configurare il reato di istigazione alla corruzione, l’offerta al pubblico ufficiale deve essere dettagliata e specifica?
No, secondo la Corte non è necessaria un’offerta dettagliata. È sufficiente che sia astrattamente volta a provocare l’omissione di un atto d’ufficio e che sia potenzialmente idonea a raggiungere tale scopo, considerate le circostanze.

Cosa significa che l’offerta viene valutata ‘ex ante’?
Significa che la sua idoneità a corrompere viene giudicata sulla base della situazione esistente al momento in cui l’offerta viene fatta, senza considerare gli sviluppi successivi. Nel caso di specie, era rilevante che l’imputato possedesse un’officina, rendendo la sua offerta credibile in quel momento.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati sono stati giudicati generici. L’imputato, infatti, non si è confrontato adeguatamente con la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva correttamente ritenuto l’offerta potenzialmente idonea a integrare il reato contestato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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