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Istigazione a delinquere: sequestro social per un trapper

La Corte di Cassazione conferma il sequestro preventivo dei profili social di un cantante trap per il reato di istigazione a delinquere. La Corte ha stabilito che i video musicali con contenuti violenti, pubblicati su profili aperti al pubblico, integrano il ‘fumus commissi delicti’ necessario per la misura cautelare. Il ricorso dell’indagato è stato dichiarato inammissibile perché mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità per questo tipo di provvedimenti.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Istigazione a Delinquere Online: Quando la Musica Trap Finisce Sotto Sequestro

La linea di confine tra espressione artistica e apologia di reato è spesso sottile, specialmente nel mondo della musica trap, dove testi espliciti e video provocatori sono all’ordine del giorno. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 26601/2025) affronta proprio questo tema, confermando il sequestro preventivo dei profili social di un noto cantante con l’accusa di istigazione a delinquere. Analizziamo insieme la decisione per capire dove la legge traccia il confine.

Il Caso: Video Musicali e Sequestro dei Profili Social

La vicenda giudiziaria ha origine dal sequestro, con conseguente oscuramento, di un profilo su una nota piattaforma video e di alcuni post su un popolare social network appartenenti a un cantante di musica trap. Il provvedimento è stato disposto nell’ambito di un’indagine per il reato di istigazione a delinquere, previsto dall’art. 414 del codice penale.

Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe utilizzato i suoi canali social per pubblicare post e video musicali che esaltavano l’uso della violenza, il possesso di armi e il commercio di sostanze stupefacenti. Il Tribunale del Riesame, confermando il provvedimento del GIP, ha ritenuto che i contenuti non si limitassero a una mera narrazione, ma avessero ricadute concrete in termini di offensività, data la loro pubblicazione su un profilo social aperto e seguito da molti utenti, creando così le condizioni per la punibilità.

I Motivi del Ricorso e la Tesi Difensiva

L’indagato ha presentato ricorso in Cassazione affidandosi a due motivi principali:

1. Vizio di motivazione sulla sussistenza del fumus commissi delicti: La difesa sosteneva che l’archiviazione di un precedente procedimento a carico del cantante per concorso in tentato omicidio rendesse irragionevole mantenere il sequestro. Inoltre, si contestava il riferimento del Tribunale a precedenti giurisprudenziali sull’apologia, ritenuta diversa dall’istigazione.
2. Vizio di motivazione sulla pericolosità dei contenuti: Secondo il ricorrente, le frasi contenute nelle canzoni erano semplice ‘vanagloria di strada’ e autocelebrazione, tipiche del genere musicale, e non avevano alcun reale finalismo istigatorio. La natura ‘aperta’ del profilo social non poteva, da sola, determinare un rischio concreto di commissione di futuri reati.

La Decisione della Cassazione sull’Istigazione a Delinquere

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la validità del sequestro. La decisione si fonda su principi procedurali e sostanziali di grande rilevanza.

In primo luogo, i giudici hanno ribadito che il ricorso per cassazione avverso le ordinanze in materia di sequestro preventivo è consentito solo per ‘violazione di legge’ (art. 325 c.p.p.). Questo significa che non è possibile chiedere alla Cassazione una nuova valutazione dei fatti o contestare la logicità della motivazione del giudice di merito, a meno che questa non sia totalmente assente o manifestamente illogica. Nel caso di specie, il Tribunale aveva fornito una motivazione comprensibile e aderente alla contestazione.

Il Fumus Delicti e la Concreta Offensività dei Contenuti

La Corte ha sottolineato come il Tribunale del Riesame abbia correttamente adempiuto al suo dovere di effettuare un controllo non meramente formale sul fumus commissi delicti. Ha analizzato i contenuti dei video, apprezzandone le ‘ricadute concrete in termini di offensività’. La pubblicazione su un profilo social pubblico e con un vasto seguito è stata considerata un elemento chiave, poiché crea le condizioni per la punibilità dei contenuti, trasformando anche canzoni con messaggi minacciosi o violenti in un potenziale strumento di istigazione a delinquere.

Le Motivazioni

La Cassazione ha ritenuto le argomentazioni della difesa manifestamente infondate. La distinzione tra apologia e istigazione non era pertinente, così come l’archiviazione per il tentato omicidio. L’istigazione, infatti, è un reato di pericolo che viene punito in via generale e non richiede necessariamente un collegamento con un fatto specifico successivo. Il Tribunale ha legittimamente ritenuto che i contenuti pubblicati, descritti puntualmente, avessero la capacità di integrare gli estremi del reato, evocando azioni delittuose di prossimo compimento. La motivazione del provvedimento impugnato è stata quindi giudicata né mancante né illogica, rendendo inammissibile ogni censura in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la libertà di espressione artistica, anche nelle forme più crude e provocatorie come la musica trap, incontra un limite invalicabile nella legge penale. Quando i contenuti diffusi pubblicamente, attraverso piattaforme social ad ampia risonanza, non si limitano a raccontare una realtà ma la esaltano al punto da incitare alla violenza e alla commissione di reati, l’intervento dell’autorità giudiziaria con misure cautelari come il sequestro preventivo è legittimo. La decisione chiarisce che la valutazione non si basa sull’intento artistico, ma sull’effetto concreto che tali messaggi possono avere sul pubblico, specialmente se giovane e influenzabile. Per la giustizia, il pericolo che le parole si trasformino in azioni criminali giustifica il ‘silenziamento’ preventivo dei canali di diffusione.

Un video musicale può essere sequestrato per istigazione a delinquere?
Sì, la Corte ha confermato che anche le canzoni e i relativi video, se contenenti espliciti messaggi minacciosi o violenti e pubblicati su un profilo social aperto al pubblico, possono essere uno strumento per realizzare la condotta di istigazione a delinquere e quindi essere oggetto di sequestro preventivo.

Perché il ricorso in Cassazione contro il sequestro è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la legge (art. 325 c.p.p.) consente di ricorrere in Cassazione contro un sequestro solo per violazione di legge, e non per contestare nel merito la valutazione dei fatti o la logicità della motivazione del giudice, a meno che non sia del tutto assente o palesemente illogica, cosa che non è stata ravvisata in questo caso.

L’archiviazione di un’altra accusa penale (come tentato omicidio) collegata all’indagato impedisce il sequestro per istigazione?
No. La Corte ha chiarito che non vi è alcuna contraddizione, in quanto il reato di istigazione a delinquere è punito in via generale e non riguarda necessariamente il rapporto con un fatto specifico. Pertanto, l’archiviazione di un altro procedimento non rende irragionevole il mantenimento del sequestro per il reato di istigazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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