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Isolamento diurno: no scambio di oggetti tra detenuti

Un detenuto condannato all’ergastolo e sottoposto alla misura dell’isolamento diurno aveva ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza il permesso di scambiare oggetti con altri compagni. L’Amministrazione Penitenziaria ha presentato ricorso. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la decisione precedente. Ha stabilito che l’isolamento diurno è una sanzione penale con un preciso scopo afflittivo, che verrebbe svuotato di significato se fossero permessi contatti come lo scambio di oggetti. Sono consentite solo le attività esplicitamente previste dalla legge (lavoro, istruzione, religione), ma non quelle di natura meramente sociale.

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Pubblicato il 16 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Isolamento Diurno: La Cassazione Nega lo Scambio di Oggetti tra Detenuti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 195/2024, ha affrontato una questione cruciale riguardante l’esecuzione della pena, specificando i limiti dei contatti per un detenuto sottoposto a isolamento diurno. Questa pronuncia stabilisce un principio fondamentale: l’isolamento diurno è una sanzione penale effettiva e non può essere svuotata del suo contenuto afflittivo consentendo lo scambio di oggetti tra detenuti, anche se appartenenti allo stesso gruppo di socialità. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un detenuto, condannato alla pena dell’ergastolo e recluso in regime di art. 41-bis, stava scontando anche la sanzione accessoria dell’isolamento diurno. Egli aveva presentato un reclamo per ottenere dalla direzione del carcere il permesso di scambiare oggetti con i suoi compagni di socialità. Inizialmente, il Magistrato di sorveglianza aveva respinto la sua richiesta. Successivamente, però, il Tribunale di sorveglianza aveva accolto il reclamo del detenuto, sostenendo che non esistesse una norma specifica che vietasse tale scambio e che l’isolamento diurno non implicasse una segregazione totale.

Contro questa decisione, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (D.A.P.) ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che tale interpretazione snaturasse la funzione stessa della sanzione.

La Posizione del Tribunale di Sorveglianza (Annullata)

Il Tribunale di sorveglianza aveva basato la sua decisione su tre argomenti principali:

1. Attività consentite: L’art. 73 del regolamento penitenziario permette al detenuto in isolamento di partecipare ad attività lavorative, formative e religiose, dimostrando che non è prevista una separazione assoluta.
2. Regime notturno: Durante la notte, il detenuto potrebbe trovarsi in cella con altri, rendendo illogico un divieto assoluto di contatto solo durante il giorno.
3. Situazione di fatto: La conformazione strutturale del carcere permetteva comunque ai detenuti di comunicare verbalmente, rendendo il divieto di scambiare oggetti una restrizione sproporzionata.

Secondo il Tribunale, l’assenza di un divieto esplicito di scambiare oggetti doveva essere interpretata a favore del detenuto.

Le Motivazioni della Cassazione sull’Isolamento Diurno

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la decisione del Tribunale, accogliendo il ricorso del D.A.P. I giudici hanno smontato uno per uno gli argomenti della corte territoriale. Innanzitutto, hanno chiarito che le circostanze di fatto, come la struttura del carcere, non possono creare un principio di diritto. Allo stesso modo, il regime notturno è irrilevante, poiché la sanzione si chiama specificamente isolamento diurno.

Il punto centrale della motivazione riguarda la natura della sanzione. L’isolamento diurno previsto dall’art. 72 del codice penale non è una semplice modalità di detenzione, ma una vera e propria sanzione penale che aggrava l’ergastolo. Il suo scopo è quello di aumentare il carattere afflittivo della pena attraverso la separazione e la preclusione dei contatti sociali.

Le attività permesse (lavoro, istruzione, religione) sono eccezioni tassative, giustificate dalla necessità di tutelare diritti fondamentali della persona garantiti dalla Costituzione. Esse non possono essere estese per analogia ad altre attività di natura puramente sociale, come lo scambio di oggetti, perché ciò contrasterebbe con la regola interpretativa che vieta l’applicazione analogica di norme eccezionali. Permettere tali contatti significherebbe privare la sanzione del suo contenuto effettivo, rendendola un mero simbolo privo di concretezza.

Conclusioni

La Corte Suprema ha concluso che la decisione del Tribunale di sorveglianza era in contrasto con la natura stessa dell’isolamento. Questa sanzione ha una sua autonomia e un suo contenuto specifico, che consiste nell’inasprimento della pena detentiva. Consentire al Magistrato di Sorveglianza di introdurre modalità esecutive che ne annullino l’effettività, come permettere lo scambio di oggetti, è illegittimo. Per questi motivi, la Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, rigettando definitivamente il reclamo del detenuto. La sentenza riafferma con forza che l’esecuzione della pena deve rispettare la natura e la finalità delle sanzioni previste dalla legge.

Un detenuto in isolamento diurno può scambiare oggetti con altri compagni di detenzione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che lo scambio di oggetti è vietato in quanto contrasta con la natura afflittiva e la finalità della sanzione dell’isolamento diurno, che mira a precludere le attività sociali.

L’isolamento diurno è considerato una vera e propria sanzione penale?
Sì. La Corte ha ribadito che l’isolamento diurno ha natura giuridica di sanzione penale, rappresentando un inasprimento della pena dell’ergastolo, e non è una semplice modalità esecutiva della detenzione.

Quali attività sono permesse durante l’isolamento diurno?
Sono permesse soltanto le attività esplicitamente previste dalla legge, come la partecipazione ad attività lavorative, di istruzione, formative e alle funzioni religiose. Queste sono considerate eccezioni per tutelare bisogni primari della persona e non possono essere estese ad altre attività di natura sociale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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