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Invasione di edifici: da quando decorre la prescrizione?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14493/2025, ha stabilito un principio fondamentale riguardo al reato di invasione di edifici. Il caso riguardava una persona condannata per aver occupato abusivamente un immobile comunale. L’imputato sosteneva che il reato fosse prescritto, calcolando il termine dalla data di inizio dell’occupazione. La Suprema Corte ha respinto questa tesi, qualificando l’invasione di edifici come reato permanente. Di conseguenza, il termine di prescrizione non decorre dall’inizio dell’occupazione, ma dalla data della sentenza di condanna di primo grado, momento in cui la condotta illecita permanente si considera cessata.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Invasione di edifici: la Cassazione chiarisce quando inizia la prescrizione

Il reato di invasione di edifici, previsto dall’art. 633 del Codice Penale, solleva spesso complesse questioni giuridiche, in particolare riguardo alla sua natura e alle tempistiche della sua estinzione. Con la recente sentenza n. 14493 del 2025, la Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza su un punto cruciale: il momento esatto in cui inizia a decorrere il termine di prescrizione per chi occupa abusivamente un immobile. La decisione sottolinea la natura permanente del reato, con importanti conseguenze pratiche.

I fatti di causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di invasione arbitraria di un immobile di proprietà del Comune di Napoli, che l’imputato aveva adibito a propria abitazione. La condanna, emessa in primo grado dal Tribunale di Napoli e confermata dalla Corte di Appello, era stata impugnata davanti alla Corte di Cassazione.

L’imputato basava il suo ricorso su due motivi principali:
1. L’avvenuta prescrizione del reato, sostenendo che il termine dovesse essere calcolato a partire dalla data di inizio dell’occupazione (29 luglio 2015).
2. La mancata pronuncia da parte della Corte di Appello sulla richiesta di concessione della sospensione condizionale della pena.

La questione della prescrizione nel reato di invasione di edifici

Il fulcro della controversia legale risiedeva nella qualificazione giuridica del reato. L’imputato sosteneva che, non essendoci prove di una permanenza continuativa nell’immobile, la consumazione del reato dovesse considerarsi esaurita con l’atto iniziale. Secondo questa interpretazione, il termine di prescrizione sarebbe già scaduto prima della sentenza d’appello.

La Procura Generale presso la Corte di Cassazione, invece, ha chiesto che il ricorso fosse dichiarato inammissibile, aderendo all’orientamento consolidato che qualifica l’invasione di edifici come reato permanente.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il primo motivo di ricorso inammissibile perché manifestamente infondato, offrendo una spiegazione chiara e dettagliata sulla natura del reato.

I giudici hanno ribadito che il delitto di cui all’art. 633 c.p. è un reato permanente. La condotta illecita non si esaurisce nel semplice atto di “invasione”, ovvero nell’introduzione arbitraria nell’immobile altrui. Essa prosegue e si consolida con la conseguente “occupazione”, che rappresenta la finalità stessa dell’invasione e l’estrinsecazione materiale della condotta vietata.

La permanenza del reato cessa solo in due casi:
1. Con l’allontanamento volontario o forzato del soggetto dall’immobile.
2. Con la pronuncia della sentenza di condanna di primo grado.

Quest’ultimo punto è fondamentale. La sentenza di primo grado, infatti, cristallizza la condotta illecita fino a quel momento. Qualsiasi prosecuzione dell’occupazione dopo tale sentenza non costituisce una continuazione del medesimo reato, ma dà luogo a una nuova e autonoma ipotesi di reato.

Di conseguenza, il dies a quo, ovvero il giorno da cui far decorrere la prescrizione, non è la data dell’iniziale invasione, ma la data della sentenza di primo grado. Nel caso di specie, essendo la sentenza stata emessa il 19 maggio 2022, il termine di prescrizione non era affatto maturato.

Le conclusioni

La sentenza in esame consolida un principio di diritto di notevole importanza: per il reato di invasione di edifici, la prescrizione inizia a decorrere solo dalla data della condanna di primo grado, e non dal giorno in cui è iniziata l’occupazione abusiva. Questa interpretazione rafforza la tutela della proprietà e rende più difficile per gli autori di tali illeciti beneficiare dell’estinzione del reato per il semplice trascorrere del tempo, finché la loro condotta illegale perdura. La Corte ha invece ritenuto fondato il secondo motivo di ricorso, relativo all’omessa pronuncia sulla sospensione condizionale della pena, annullando su questo specifico punto la sentenza impugnata con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di invasione di edifici?
La prescrizione inizia a decorrere non dal giorno dell’inizio dell’occupazione, ma dalla data della sentenza di condanna di primo grado, momento in cui si considera cessata la permanenza della condotta illecita.

Il reato di invasione di edifici è considerato permanente?
Sì, la giurisprudenza lo qualifica come reato permanente. L’illecito non si esaurisce con l’atto iniziale di invasione, ma perdura per tutto il tempo in cui l’occupazione abusiva continua.

Cosa accade se una persona continua ad occupare un immobile anche dopo essere stata condannata in primo grado?
La prosecuzione dell’occupazione dopo la sentenza di condanna di primo grado non viene considerata una continuazione del reato già giudicato, ma integra una nuova e autonoma ipotesi di reato, che può essere perseguita separatamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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